02/09/2024
La cozza di Cervia
Il mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis), comunemente noto come cozza, è un mollusco ...
Pubblicazione: 23/07/2015
Nel mio girovagare tra la valle e i monti della Valsassina, in provincia di Lecco, mi sono imbattuta in Attilio Melesi, un giovane produttore di mirtilli americani. Attilio è un ragazzo timido e introverso ma simpatico e dal sorriso solare e contagioso.
Quasi sottovoce, come per non voler disturbare, ha preso forma la sua storia, che ha inizio a Edolo (Brescia), dove ha sede il corso di studi sulla “Valorizzazione e Tutela dell’ambiente e del territorio montano” dell’Università di Milano, che Attilio frequenta con profitto e dove conosce Mirko Vittori, con il quale condivide la passione per la terra. Dalla teoria alla pratica il passo è breve: dopo la laurea, i due amici decidono di tornare in Valsassina e di recuperare i terreni incolti delle rispettive famiglie, destinandoli alla produzione del mirtillo gigante americano. In una zona dove i mirtilli crescono spontanei e rigogliosi, una sfida come quella dei due ragazzi, decisi a valorizzare il territorio con colture diverse a quelle a cui si è abituati poteva risultare anomala, se non addirittura rischiosa: invece, grazie alla loro competenza, affinata anche da periodi di studio presso analoghe aziende agricole in Trentino e alla loro passione, è stato possibile avviare dal niente una produzione senza dubbio differente da quelle territoriali, ma ugualmente biologica e naturale. E’ nata così l’Azienda Agritcola Monte Agrella a Primaluna (Lecco), con un investimento iniziale ridotto ai minimi termini, basato su poche piantine e su tanto entusiasmo. Con le sole loro forze, hanno imparato a curare e gestire al meglio la produzione e gli esiti sempre più incoraggianti li hanno spinti anche ad estendere la coltivazione ad altre specie di frutti di bosco e all’allevamento delle api, indispensabili per l’impollinazione, la crescita di nuovi esemplari, la fioritura e, conseguentemente, una maggior produzione. Inoltre, le api sono il metodo più sano e naturale per combattere parassiti ed insetti che potrebbero danneggiare il raccolto e permettono di produrre dell’ottimo miele.
In una giornata assolata di vacanza, abbiamo potuto far visita all’azienda e scambiare con loro qualche domanda e assaggiare direttamente dai cespugli i frutti più maturi
Mi descrivete la vostra attività? Da dove nasce l’idea di realizzare la coltivazione del mirtillo americano in una zona dove cresce il mirtillo spontaneo di montagna?
L’idea di effettuare una coltivazione di mirtillo gigante americano ci è venuta dopo avere visitato (con l’università) alcune piantagioni Valtellinesi. Abbiamo poi affiancato al mirtillo altri piccoli frutti: lamponi, more, fragole e ribes, inoltre abbiamo deciso di provare ad allevare le api. Queste giocano un ruolo importante per l’impollinazione nei nostri campi e ovviamente non va dimenticato la produzione di miele naturale. Ora ci stiamo anche interessando alla coltivazione di alcune erbe officinali; abbiamo messo a dimora a 1500 m.s.l.m. una pianta perenne chiamata Cicerbita Alpina o radicchio dell’orso. I germogli di tale pianta sono molto utilizzati in gastronomia, specialmente in trentino.
A che modello di azienda agricola vi siete ispirati?
Bella domanda! Effettivamente ci siamo ispirati alle coltivazioni trentine. La nostra idea è di portare in Valsassina qualcosa di nuovo, che valorizzi il nostro territorio scarsamente utilizzato (da sempre) per le coltivazioni. L’idea di agricoltura in valle è legata solamente all’allevamento e alla produzione di formaggi pregiati. I mirtilli sono interessanti per le loro molteplici qualità benefiche, inoltre si possono utilizzare in cucina in svariate ricette: dai primi (risotti ecc) al dolce… non vanno poi dimenticati i liquori a base di mirtillo.
Quali sono i punti di forza della vostra produzione?
Per ora è prematuro parlarne, in futuro speriamo di allargare la produzione di frutta fresca e le conserve, il miele e le erbe officinali. Sicuramente saranno sempre coltivazioni biologiche, per avere prodotti di qualità che rispettino i cicli naturali.
La produzione del mirtillo americano interrompe la tipicità del prodotto in questo ambiente: come è stata accolta dai Valligiani?
Un po’ come sono state accolte tutte le coltivazioni in Valle, agli inizi: come un qualcosa di nuovo e di sperimentale; l’interesse e la curiosità continuano a crescere, specie fra gli appassionati, e questo non può che farci piacere
La produzione è una coltura biologica?
Naturalmente. Sarà presto riconosciuta come biologica. Stiamo attendendo i certificati della Regione Lombardia.
Come portate avanti la vostra attività? Come avviene la produzione?
Ci vuole passione, molta passione, perché l’impegno è duro e costante. Generalmente ci arrangiamo con i nostri mezzi, ed essere in due e’ importante, anche se, specialmente nelle operazioni di impianto, molte persone a noi vicine ci hanno dato una mano. La produzione è un processo lungo, i mirtilli non sono verdura, ci vuole tempo e pazienza prima che diano i primi frutti.
Quali ostacoli avete incontrato?
Ostacoli particolari non ne abbiamo trovati, sempre che fatica e lavoro non si intendano come tali.
Come distribuite e fate conoscere i prodotti?
Per ora li distribuiamo alcuni ristoranti (la frutta fresca) e abbiamo da poco iniziato a vendere confetture (fragola – mirtillo – mela- lampone) presso le manifestazioni locali. Sono i primi passi ovviamente, è il nostro primissimo anno di produzione.
Come ti piacerebbe che evolvesse questa attività?
Il sogno e l’ambizione è di fare della nostra piccola azienda, partita da zero, una fonte di lavoro che produca prodotti di alta qualità, biologici e a km zero; di idee ne abbiamo moltissime ma siamo consapevoli che ci vuole tempo per metterle in atto e verificarne la bontà. Nella speranza che nella nostra Valle partano altre coltivazioni (non per forza di mirtillo o piccoli frutti), cosi da instaurare collaborazioni al fine di valorizzare le risorse locali, creare lavoro e crescere insieme.
di Marzia Riva
02/09/2024
Il mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis), comunemente noto come cozza, è un mollusco ...
05/08/2024
Jerusalem non è solo un libro di cucina ma è una vera ...
19/07/2024
Nel mese di maggio della scorsa primavera i soci di Aifb si ...
interessante! Ho “vissuto” le mie estati e inverni in Valtellina da quando avevo pochi mesi fino a due anni fa. Non conoscevo questa realtà della Valsassina. Bellissimo il progetto di instaurare rapporti con altri coltivatori per poter creare prodotti eccellenti, che valorizzino il territorio. Se l’unione fa la forza…prodotti eccellenti fanno una realtà…..