Il Limoncello

Pubblicazione: 19 Gennaio 2016

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Ambasciatrice Rosaria Orrù per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar

Il tratto di mare che unisce Capri alla penisola Sorrentina è conosciuto, sin dai tempi antichi, come la “Terra delle Sirene”: la denominazione, di origine leggendaria, venne ripresa da Strabone, il celebre geografo greco che collocò proprio in queste zone- e in particolare in un piccolo arcipelago roccioso chiamato oggi Isole De Li Galli- la sede di queste creature mitologiche, metà donna e metà uccello, al cui canto era impossibile resistere.
E’ Omero, ovviamente, la fonte che consegna le Sirene alla fama ed è assai probabile che uno degli indizi che spinse i geografi a collocare proprio in queste zone la loro presenza sia stata la descrizione che l’Odissea fa di questi luoghi, contraddistinti da scogli a picco sul mare e da una lussureggiante vegetazione.
Al di là delle ipotesi, resta il fatto che la bellezza struggente della penisola Sorrentina abbia ispirato miti e leggende di ogni tipo: non stupisce, quindi, che anche alla ricetta del liquore simbolo di queste zone, il Limoncello, venga attribuita una origine divina. Secondo la leggenda, fu addirittura Zeus, il re dell’Olimpo in persona, a regalare la ricetta ad un ignoto mortale, proprio nelle Isole De Li Galli.
Altre leggende dicono che una buona bevuta di limoncello aiutasse i pescatori di Amalfi a tenere lontano il freddo sin dai tempi dei Saraceni; o, ancora, che irrobustisse lo spirito dei monaci dei conventi della zona, fra una compieta e un vespro. E se siete in cerca di guai, non c’è modo migliore per ottenerli che parlare de “il Limoncello di Amalfi” a Sorrento o a Capri e viceversa: la paternità, infatti, è contesa da questi tre luoghi e mai come in questo caso si può parlare di pater incertus.

Alla fine del 1800, Capri era l’isola preferita di diversi personaggi della cultura inglese e tedesca che qui venivano a svernare. E’ in questo periodo ed in questo clima, che invitava all’ozio e alle gioie della vita, che si può collocare, forse, l’origine del limoncello. La signora Maria Antonia Farace possedeva, nell’isola azzurra, un rigoglioso agrumeto ed una piccola pensione dove accoglieva i forestieri, che da lei arrivavano in carrozzella. Immaginatevi lunghi sentieri di collina, giardini nascosti, circondati di piante di ogni genere, i fiori, gli agrumeti, il mare, il clima mite, e immaginatevi questa signora mentre coccola i suoi ospiti con piatti preparati con ortaggi e verdure del suo orto e con un liquore profumatissimo che preparava con i limoni del suo giardino. Lo serviva sempre a fine pasto ed era richiestissimo da tutti.

Nel dopo guerra, un suo nipote, che aveva un ristorante, decise di preparare questo liquore per i suoi ospiti. Il successo è stato strepitoso e grazie al passaparola il Limoncello è diventato famoso in tutto il mondo. Nel 1988, venne avviata una produzione artigianale e se ne registrò il marchio. Per buona pace dei sorrentini e degli amalfitani.
Naturalmente sono fioccate le imitazioni in tutto il mondo ma il Limoncello, quello vero, è prodotto solo con i limoni coltivati nei comuni di: Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri. La differenza è data dalla coltivazione che non prevede alcun tipo di pesticida e, soprattutto dal gusto, determinato dalla cultivar utilizzate:
Massa Lubrense, di forma ovale, con buccia liscia e molto succoso
Sorrento, con buccia a punti in rilievo
Amalfi, quasi privo di semi, di forma affusolata, grandi dimensioni e con buccia gialla e spessa.
La terra ed il particolare microclima regalano a questi limoni un aroma molto intenso e una ricchezza in oli essenziali davvero particolare.
Chi si trova a venire in costiera e a passeggiare per i suoi comuni, non può far a meno di notare questi giardini profumati, non può non inebriarsi dei profumi degli alberi in fiore. In questi giardini le piante di limone vengono coltivate sotto impalcature di pali di legno, solitamente di castagno, alti circa 3 metri e coperti da teli che le pongono al riparo dagli agenti atmosferici avversi e dagli uccelli.
La raccolta, che avviene tra il 1° gennaio al 31 ottobre, è fatta a mano per evitare che i frutti tocchino il suolo e anche il trasporto è particolarmente curato.
La bontà originale del Limoncello andava protetta e per questo, a questi limoni, nel 2001, è stato assegnato l’Indicazione Geografica Tipica, IGP.

Ma cos’è il limoncello? E’ un infuso alcolico il cui ingrediente principale è la buccia del limone, ricca di oli essenziali e dall’aroma molto deciso. Le bucce, prive dell’albedo, vengono messe a macerare in alcol, dopodiché si aggiunge uno sciroppo di acqua e zucchero e lasciate macerare ancora. I tempi tecnici si aggirano intorno agli 80 giorni: un mese circa di macerazione in alcol e un altro mese abbondante dopo l’aggiunta dello sciroppo. La gradazione alcolica dipende dalle proporzioni di acqua e zucchero che si utilizzano ed in genere è compresa tra i 30-50 gradi.
Gli ingredienti sono, quindi, pochissimi ma vanno scelti con cura: Limoni IGP, naturalmente privi di pesticidi, zucchero, acqua e alcol, che deve essere di ottima qualità, altrimenti si rischia che il liquore congeli in freezer.
Un buon limoncello, ben freddo chiude perfettamente un pranzo o una cena, al pari del caffè.
Ingredienti
• 8 limoni IGP di Sorrento
• 1 lt di alcool a 95°
• 1 lt di acqua
• 700 gr di zucchero
Procedimento
1. Lavate i Limoni IGP di Sorrento sotto acqua corrente calda e spazzolate accuratamente per ripulirlo da eventuali residui;
2. Sbucciate i Limoni di Sorrento in modo da utilizzare la sola buccia;
3. Ponete in una brocca 700 cl di alcool;
4. Inserite le bucce di Limone nell’alcool e lasciate riposare per un mese in un luogo buio e asciutto;
5. Dopo il mese di riposo riprendete la brocca con l’alcool che avrà, intanto, acquistato un colore giallo paglierino;
6. Ponete un pentolino sul fuoco con l’acqua e lo zucchero senza portare ad ebollizione;
7. Lasciate raffreddare lo sciroppo di zucchero ottenuto, poi versate all’interno della brocca con l’alcool ed aggiungete altri 300 cl di alcool;
8. Dopo ulteriori quaranta giorni di riposo il un luogo buio ed asciutto, prendete la brocca, filtrate l’alcool in modo da eliminare le bucce di Limone ed imbottigliate.
Fonti:
http://www.caan.it/index.php/it/schede-prodotti/prodotti-della-terra/61-il-limone-di-sorrento-i-g-p
http://www.sorrentoinfo.it/ricetta-del-limoncello-di-sorrento/
http://www.lucianopignataro.it/a/limoncello-la-storia-e-la-ricetta/10/
Partecipano come contributors:
Erica Repaci, Limoncello e limoncino: dalla Campania alla Liguria 
Cristiana Di Paola, Chantilly al limoncello 
Francesca Maria Battilana, Ciambella con marmellata di limoni e limoncello 
Sara Sguerri, Biscotti al Limoncello
Renato Romano, Limoncello coi limoni sfusati della costa di Amalfi

15 commenti

  1. Che bontà il limoncello ! Il profumo però solo i limoni appena raccolti possono regalare e per giunta nei mesi invernali…sono diventata una talebana degli agrumi freschi ! E mi piace la scusa che il limoncello tiene lontano il freddo…lo dirò che sei stata tu a indurmi nel peccato !!

  2. Bellissima la parte della leggenda, e ancor di più sapere che il vero limoncello viene fatto esclusivamente con determinati limoni! Ora chi glielo spiega a mia mamma che i suoi limoni nati da una modesta piantina in periferia di Ascoli Piceno non vanno bene per fare il vero limoncello!?!?…ahahhaha 🙂 GRAZIE! bellissimo articolo!

  3. Rosaria, grazie a te, ho scoperto che ho sempre fatto il limoncino e non il limoncello! Ragazza, urge che ponga rimedio a questa mancanza!!
    Grazie anche a te, per questi insegnamenti preziosi!

  4. Cara Rosaria, mi fai ricordare piccoli sorsi di limoncello, sulla terrazza più bella di Capri in una serata di giugno, con la luna rossa. Grazie per questo articolo :-)))

  5. Che bell’articolo, grazie! Il limoncello è un altro motivo d’orgoglio nazionale.
    Leggendo, mi sono persa nella Terra delle Sirene e mi sembrava di sentire tutto quel profumo.
    Ho utilizzato il limoncello di Sorrento proprio questo mese per fare la famosa Torta Amalfi. Il profumo che emana anche nei dolci è unico.
    Ciao,
    Tiziana

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