Petronilla

Pubblicazione: 11 Maggio 2016

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Giornata Nazionale di Petronilla

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Ambasciatrice Anna Calabrese  per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar

“Io non sono una professorona che parla dall’alto di una cattedra cucinaria; io sono semplicemente una qualunque donnetta che dalla modestissima tavola della sua borghesissima cucina dice quali piatti ella riserbi per le sue colazioni e i suoi pranzetti. Sono però, anche, una donnetta che nel suo cuore così si rallegra: Le amiche mie che non osano o che non sanno, potranno così osare e fare!”
Così si definiva Petronilla, empaticamente confondendosi con il suo pubblico di “donnette“, appunto Petronille, tutte impegnate, come si conviene ad una saggia casalinga, nella cura della casa, della famiglia, a far quadrare il bilancio, e, nello stesso tempo, a degnamente ospitare, far figurare la casa del marito e tener ben alta la rispettabilità della famiglia. Altre epoche, altri tempi, abitudini, concezioni, stili di vita superati, ma resi con un linguaggio estremamente moderno e comunicativo.

Ma chi si nascondeva dietro la lieve figura dell’angelo del focolare, della brava padrona di casa alla ricerca dell’approvazione dei figlioletti e del caro maritino?
Amalia Moretti Foggia era una Petronilla per scelta, per amore, nata nel 1872 in una famiglia di farmacisti. Si laurea prima in scienze naturali, poi in medicina, terza donna medico in Italia, conseguendo in seguito, prima donna in Italia, la specializzazione in pediatria.
In un’epoca nella quale le donne laureate erano guardate con una certa perplessità e finivano col mettere nel cassetto la laurea per dedicarsi alla famiglia, Amalia decide, invece, di esercitare la professione; e non nei salotti buoni nei quali, per condizione sociale, aveva accesso, ma come pediatra in un ambulatorio, la poliambulanza di Porta Venezia a Milano, una struttura di pronto soccorso gratuita.
Amalia arriva a Milano attratta proprio dalle iniziative sociali che vi si stavano realizzando, delle quali aveva avuto notizia da Anna Kuliscioff, medico, socialista e sua amica. Qui si inserisce negli ambienti femministi milanesi, molto attivi, soprattutto, nella difesa e promozione delle donne e dei bambini.

Già nel corso dell’esercizio professionale, rivolta principalmente alle operaie e ai loro figli, Amalia inizia la sua attività di divulgazione, non limitandosi solo alla cura della malattia ma offrendo consigli d’igiene, che all’epoca scarseggiava tanto, soprattutto nelle classi più popolari, e di vita, suggerendo, al momento opportuno, una buona parola fra moglie e marito, un’astuzia da usare in cucina, o favorendo una riconciliazione o un matrimonio. Un’attenzione particolare per svariate tematiche che eludevano dall’attività professionale, peraltro effettuata spesso gratuitamente, e che presuppone dialogo, ascolto ed empatia.
In quegli stessi anni Amalia mette su famiglia, sposa un collega, ma continua nella sua attività di medico “missionario”, assumendo contemporaneamente, come si addiceva all’epoca ad una donna della sua condizione sociale, anche il ruolo di saggia mater familias e buona padrona di casa.
Tra le persone che frequentavano il suo salotto c’era il direttore editoriale del Corriere della Sera, Eugenio Balzan che, intuite le capacità comunicative di Amalia, le affidò una rubrica medica ne La Domenica del Corriere, il supplemento illustrato del Corriere della Sera che già all’epoca, 1926, era estremamente diffuso in tutte le classi sociali. Una rubrica medica non poteva, però, stante il generale maschilismo, essere tenuta da una donna, non sarebbe stata affidabile; fu così che Amalia scelse lo pseudonimo di dott. Amal, iniziando a tenere la rubrica Il parere del medico, che in breve tempo divenne popolarissima. Fu l’occasione di continuare, rivolgendosi ad una platea amplissima, l’attività di divulgazione iniziata nel proprio ambulatorio. Nella rubrica, infatti, Amalia dava non solo consigli medici ma anche di igiene, di educazione fisica, di un corretto impiego delle erbe medicinali; suggeriva rimedi casalinghi per banali problemi estetici come i peli superflui, l’eccessiva sudorazione, le rughe, i capelli bianchi: tutto ciò che poteva risultare utile al suo pubblico!
La sua rubrica medica divenne così popolare, e le doti comunicative di Amalia così evidenti, che qualche anno dopo le venne offerto di tenere un’altra rubrica nelle pagine de La domenica del Corriere: questa volta una rubrica di cucina, Tra i fornelli, per la quale Amalia sceglie lo pseudonimo di Petronilla, probabilmente ispirandosi alla popolarissima striscia di fumetti pubblicata sul Corriere dei Piccoli.
Un nome ordinario, di una qualunque donnetta, e, insieme, autoironico.

Anche nella rubrica Amalia continua la sua attività di divulgazione fornendo, insieme alle ricette, consigli di igiene alimentare e di vita, per creare e mantenere una buona serenità familiare.
Le qualità comunicative di Amalia emergono e sono sempre più evidenti: con Petronilla il linguaggio cambia per essere fruibile ed accessibile a chiunque. Petronilla si rivolge alle lettrici in maniera paritaria, chiamandole amichette mie, scegliendo un linguaggio semplice, colloquiale, diretto e, quindi, adeguato al pubblico di riferimento.
Oh, non pensatemi di professione cuoca; né da mane a sera fra pignatte e padelle ad almanaccare nuove pietanzine e piatti ricercati!” – confidava alle sue lettrici – “ma soltanto (e come ognuna di voi, probabilmente), una qualunque donnetta di casa che in gioventù ha imparato a cucinare (come ognuna di voi avrà certo imparato) sotto la sola guida della sua mamma… che, sposa ha voluto (come ognuna di voi avrà certo voluto) perfezionarsi alquanto tra i fornelli della propria cucina, per maggiormente approfondirsi nel ramo più saggio e pratico della scienza femminile”.
I suoi articoli, sempre lievi anche in tempo di guerra, sono spesso introdotti da aneddoti o brevi racconti di episodi familiari, conditi di aggettivi, spesso superlativi, resi semplicemente, con grande garbo, in maniera scherzosa, simpatica e spesso autoironica.
Infine, una preghiera: quando , ormai esperte, con audacia oserete e con arte farete, non scordate che al mondo ci sono anch’io – Petronilla – e ad uno dei vostri pranzoni invitate anche me, affinché io possa gioire vedendo; godere, mangiando; e con voi congratularmi. Ma vi raccomando: al vostro desco il posto per la Petronilla sia quello che dev’essere, in ogni pranzo sempre riservato alla dama di maggior riguardo o meno giovane di tutte le altre!”
Caratteristiche comunicative ancora più notevoli se si pensa che Amalia ha quasi 60 anni quando diventa Petronilla, età riguardevole per l’epoca! Come il linguaggio, anche le ricette, elaborate e pubblicate da Petronilla sono, per scelta, adeguate al suo pubblico, probabilmente diverse da quella che Amalia e la sua cuoca proponevano in casa Foggia Moretti Della Rovere.
“Le ricette che sono state raccolte sono perciò, in grande maggioranza, ricette di minestre alla buona, di piatti familiari, di pietanze leste a fare, di dolci bocconcini che, pur essendo prelibati, non ci costringono a troppo vuotare il borsellino del marito; e se fra queste ricette, dirò così, plebee, spiccan di tratto in tratto ricette un po’… aristocratiche (cioè, ad ammannire, complicate; di costo piuttosto alto; ma di gusto, però, sempre… supersquisito!) gli è che qualche volta, anche nelle nostre borghesi famigliole, si vuole – e si deve – festeggiare (molto mangiando) il Natale, il Capodanno, la Pasqua, la ricorrenza del matrimonio, il compleanno d’un ragazzo, l’onomastico nostro e persino… (oh, come lo auguro a tutte quante, amichette mie!) persino la promozione del marito a cavaliere o a capo-ufficio!”

Semplici, possibili, assennate, esprimono il massimo rispetto verso le amichette e le loro possibilità: il cibo non va sprecato in ardite sperimentazioni ma utilizzato in ricette affidabili.
“Un dolce che (come desidera taluna) non richiede, per essere fatto, che si possieda un forno… che non fa mai esclamare (con il cuore desolato): “non m’è riuscito!”… che non fa mai lambiccar la testa per cercare di metter subito riparo al fiasco… che (soprattutto) non fa mai sospirare al pensiero del borsellino invano alleggerito, tanto sicura ne è sempre la riuscita… eccolo qua”.
Anche l’argomento delle possibilità economiche è trattato con rispetto, delicatezza ed empatia.
“Ancor più economica, cioè economicissima, vorresti poter offrire la crema? Possibile anche questo! Possibile cioè allestire una crema giallissima, eppure senza uova, con pochissimo zucchero eppure egualmente dolcissima e che, per sapore, possa sembrare una buona crema purché sulla recondita origine di essa si sappia stare assolutamente zitte”.
Dalle pagine della rubrica Tra i fornelli Amalia inizia “un dialogo continuo ed ininterrotto con le sue lettrici “, le amichette mie, che durerà fino alla morte.
“A centinaia i lettori le scrivevano da ogni parte d’Italia e anche dall’estero; e, a ciascuno, rispondeva premurosa, minuziosa, consigliando, ammonendo, confortando. Sentirsi a contatto con la folla la inebriava; poter irraggiare una influenza benefica le accresceva il gusto di vivere… ”.
La rubrica divenne in breve tempo popolarissima: gli articoli di Petronilla erano attesi, ritagliati e conservati gelosamente dalle lettrici, e accompagnò le amichette durante la guerra, passando dall’arte della cucina all’arte del cucinare col niente.
“Per voi, figlie, mogli, mamme che, da una sorte non certo benigna, foste destinate a vivere in questi tempi di guerra spaventosa che sconvolge l’intero mondo e quindi… di continue mancanze di quanto ci sembrava assolutamente indispensabile; di preoccupazioni le più gravi sul bilancio familiare che di giorno in giorno diventa sempre più costoso; sulla sorte di chi ci è lontano e si vorrebbe tanto vicino; di trepidazioni sul destino che ci attende e (purtroppo!) anche di dolori, di dolori atroci e che spaccano il cuore”.
Amalia segue le sue lettrici nei tempi difficili adoperandosi per elaborare surrogati delle classiche ricette fatti con niente pasta, niente grassi, … poche gocce d’olio… e così risparmiando fino a gioire con loro, festeggiando, a suo modo, la fine della guerra con una Ciambellona.
“Grande allegria! La guerra è finita!….Ora sai. Ora è certo. Egli ritorna. E alla fine ecco la squisitissima ciambellona pronta a festeggiare la tanto sospirata riunion”.

Ma quante donne in questa Petronilla? Un po’ come noi!
C’è qualcosa che ci avvicina, ormai è evidente; proprio l’attività di divulgazione di massa, la scelta del linguaggio, delle modalità comunicative, il dialogo continuo con le sue lettrici rende Amalia – Petronilla un’antesignana della comunicazione di food, “una blogger senza rete” come è stata definita.
Di Amalia ci restano proprio le sue parole, i libri e le ricette, che aprono uno squarcio su una realtà ormai dimenticata, nella quale l’alimentazione non era quasi mai questione di volontà (scelta, gusti, mode, diete) ma di disponibilità e bisognava adattarsi.
“Leggetevi uno di questi libri, provate una di queste ricette – e difficilmente sarà tutto uguale a prima” (A. Gennaro).

Ed ecco una ricetta di Petronilla – Budino di lattemiele

Nell’inverno (quando cioè si può facilmente avere lattemiele) ricorda, nell’occasione di un pranzo questo budino ch’è degno di venir chiamato leccornia davvero sopraffina.
Per prepararlo compera dal droghiere due legnose stelle di anice (anice stellato) o un baccello di vaniglia; fa bollire mezzo litro di latte con l’una o l’altra droga e con 300 grammi di zucchero; lascialo raffreddare, togli la droga, aggiungi 20 grammi di colla di pesce disciolta in un goccio d’acqua calda e rimescola ben bene. Allestisci lattemiele con un quarto di litro di vera panna e, a poco a poco e sempre mescolando, aggiungi anche il lattemiele al latte. Ungi con olio di mandorle uno stampo da budino assai ricamato e possibilmente sottile, versaci la bianca crema, mettila a ghiacciare in ghiaccio; capovolgi lo stampo sul piatto di portata a pranzo quasi ultimato, guarnisci il candido e sodo budino con ciliegine sotto spirito e sono cetra che anche tu, assaporando questa sopraffina leccornia, ti chiederei stupita come mai dall’unione del lattemiele con il latte possa venire un sapore tanto prelibato ma anche tanto diverso da quello del lattemiele e ancora di più da quello del latte.
Mah!… Reconditi misteri dell’arte culinaria!

La ricetta è presa da: Le “Perline” di Petronilla, marmellate, confetture, budini dolci, gelatine, Sonzogno, 1975

Riferimenti bibliografici e citazioni:

Le “Perline” di Petronilla, liquori , bibite, sciroppi, coppe e tazzine, Sonzogno, 1975
Le “Perline” di Petronilla,marmellate, confetture,budini dolci, gelatine, Sonzogno, 1975
Roberta Schira – Alessandra De Vizzi, Le voci di Petronilla, Salani Editore, 2010
Miriam Mafai, Pane nero, Ediesse, 2008
Renzo Dall’Ara, Petronilla e le altre, edizioni Tre Lune, 1999

http://www.menuturistico.com/2012/07/il-must-have-dei-libri-di-cucina-parte.html
https://www.academia.edu/12067485/Amalia_Moretti_Foggia_Della_Rovere_alias_Il_dottor_Amal_alias_Petronilla?auto=download
https://scienzaa2voci.unibo.it/biografie/135-foggia-moretti-amalia
http://27esimaora.corriere.it/articolo/petronilla-un-medico-in-cucinasalute-figli-fornellile-storiche-rubriche-rivolte-alle-lettrici/
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/04/24/news/la-blogger-petronilla-che-insegno-a-cucinare-alle-donne-senza-rete-1.9095020
http://www.geocities.ws/NapaValley/1317/peridxit.htm
http://ierioggiincucina.myblog.it/2015/05/27/petronilla-lattemiele-di-fragole/
http://letteradonna.it/166246/amalia-moretti-foggia-petronilla-femminista-libro-intervista/

Foto di copertina: IAL Viadana, a tavola con le ricette di Petronilla

Partecipano come contributors:

Antonella Eberlin, Bodino in fiamme di Petronilla
Lucia Melchiorre, Petronilla, una blogger ante litteram
Mariangela D’Amico, Asparagi al prosciutto di Petronilla
Cristina Tiddia, Zucchine alla crema di Petronilla
Elena Broglia, Riso e uova
Annarita Rossi, Biscotti economici e spicci alla maniera di Petronilla 
Serena Bringheli – Tazza di falsa cioccolata di Petronilla
Silvia Leoncini, Petronilla e i Liquori Fatti in Casa

18 commenti

  1. Anna complimenti per il tuo bellissimo articolo. Personalmente grazie a questa giornata ho scoperto una bella storia ed uno straordinario personaggio!!!!!

  2. Bellissimo articolo scritto con “dovizia di particolari” proprio come mi aspettavo e dal quale trapela il fascino e la genialità di questo personaggio non a tutti noto. Complimenti

  3. Anna complimenti, un articolo che ho letto davvero volentieri… Ho sentito anch’io l’empatia trasparire dalle parole di Petronilla. Come avrei voluto essere una sua lettrice!
    Bravissima davvero 🙂

  4. davvero una donna speciale e grazie a questa giornata in molti ora ne sapranno di più sul suo conto, gran bell’articolo! complimenti Anna!
    sono stata molto soddisfatta di partecipare ed orgogliosa di aver postato il mio contributo!

  5. Anna carissima ho scoperto cose che non conoscevo su questa donna, ė un personaggio curioso e ha un fascino particolare
    Il tuo articolo ė intetessante d pieno di colore..

  6. Riesco a leggere l’articolo solo ora e lo trovo delizioso! Una donna davvero affascinante, modernissima e capace di comunicare con tutti…sono certa che sarei stata una sua grande fan 🙂
    E’stato molto bello leggerti e scoprire qualcosa in più su questo personaggio, grazie davvero!

  7. Ho letto tutto d’un fiato il tuo articolo, questa blogger ante litteram era una donna eccezionale, completa, ricca di umanità. Ce ne vorrebbero ancora di donne così!

  8. Grazie Anna, mi hai fatto conoscere una persona straordinaria per i suoi tempi, ma anche per oggi. Per strane coincidenze il suo lavoro mi è arrivato anche contemporaneamente per strade più sentimentali. Adesso non la abbandonerò di certo e cercherò di approfondire la sua conoscenza.

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