L’azienda Il Gobbo e l’agricoltura biologica

Pubblicazione: 10 Dicembre 2015

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Elisa è una ragazza giovane, estroversa e ironica. Lucchese DOC, è quella che si potrebbe definire una ragazza di campagna: fino all’età di 14 anni ha vissuto infatti a stretto contatto con la natura, immersa nelle colline tappezzate di ulivi, in un vecchio rustico restaurato dal padre, a Segromigno in Monte. Qui, ben 25 anni fa, i suoi genitori hanno iniziato a gettare le basi di quella che è oggi l’Azienda Agrituristica Il Gobbo; dal 2011, Elisa ha deciso non solo di gestire in prima persona l’agriturismo, ma anche di investire nell’apicoltura e nell’agricoltura biologica (proprio nel 2015 ha completato su tutte le colture il periodo di conversione, dopo aver recuperato gli impianti di ulivo e riportato le piante trascurate a regimi ottimali di produzione, ottenendo il certificato bio ICEA): ciò le permette di offrire ai suoi ospiti la possibilità di interagire concretamente con le pratiche agricole ed apistiche e di degustare i prodotti in loco, rendendo ancora più tangibile il rapporto con la terra ed i cicli naturali.

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L’azienda Il Gobbo produce principalmente olio extravergine di oliva (dispone di circa 700 piante di ulivo) e frutti rossi (dai quali riesce a produrre e confezionare confetture extra biologiche).
In entrambi i casi, le fasi essenziali sono la lavorazione del terreno, il monitoraggio degli impianti colturali e la raccolta. Aderendo alle pratiche del biologico, Elisa cerca ovviamente di limitare il più possibile gli interventi sul suolo, utilizzando soltanto certi tipi di macchinari, sia per non destabilizzare la struttura del terreno sia per favorire la crescita della biodiversità. Il monitoraggio è la fase forse più delicata, poiché occorre intervenire prontamente nel caso in cui subentrino problemi con le piante o coi frutti, ma in un’azienda piccola come la sua, a conduzione familiare, l’aspetto positivo è l’opportunità di poter seguire da vicino e con attenzione le fasi di maturazione, rendendosi conto giorno dopo giorno dello stato di salute delle coltivazioni.
Quanto alla raccolta, essa è il risultato delle prime due fasi, congiuntamente alle variazioni climatiche: è essenziale in questo stadio scegliere il giusto momento per iniziare, valutando sia lo stato di maturazione dei frutti, sia i fattori di rischio che potrebbero comprometterne la qualità.

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La passione per le api ha spinto Elisa ad avviare anche un piccolo apiario, creando l’ennesimo spunto per i suoi ospiti con cui condivide, in periodi specifici, le fasi più salienti della produzione del miele. Il lavoro dell’apicoltore sta nel preparare gli sciami alle imminenti fioriture, far sì che sussista il giusto equilibrio tra sviluppo dello sciame, salute della colonia (fattori su cui l’apicoltore può intervenire) e fattori climatici esterni. Al momento in cui le api iniziano a raccogliere il nettare, a produrre miele e a disporlo nelle apposite celle, il lavoro si limita al monitoraggio. Essendo le api capaci di coprire anche distanze elevate (fino a 5 km) per reperire polline e nettare, la prassi biologica si riferisce principalmente ai trattamenti anti-varroa (un acaro parassita esterno che può attaccare le api) fatti in apiario. Cercare di rispettare il più possibile la restrizione inflitta alle api di vivere nell’arnia razionale ed il loro ciclo biologico è in sintesi ciò che Elisa si prefigge nel suo operare quotidiano; la raccolta del miele è solo l’ultimo e più semplice stadio di quella che è l’apicoltura.

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Se ama così tanto le api, di certo Elisa non può non amare anche tutti gli altri animali. Nella sua azienda sono presenti animali da cortile quali galline e tacchini, un’anatra, due cavalli e anche un montone. Tutti sono considerati animali da compagnia e non da reddito: il motivo principale, oltre a quello di non mangiare carne, è la soddisfazione nel vederli liberi di muoversi. I tacchini, soprattutto, sono i preferiti di Elisa, non solo per il loro particolare aspetto, ma anche perché sono animali molto curiosi e determinati, caratteristiche per le quali si fanno subito notare. E’ importante per Elisa che gli ospiti dell’agriturismo entrino in contatto con la natura e con i suoi ritmi anche attraverso la convivenza con gli animali da cortile, che sono anche una valida attrattiva per scopi didattici, soprattutto per i più piccoli. C’è inoltre un altro aspetto importante: tali animali sono dei veri e propri aiutanti naturali sia per fornire il fertilizzante necessario alla cura delle colture, sia per controllare il proliferare di insetti ed invertebrati nocivi.

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Il lavoro di Elisa non è di certo monotono e ripetitivo: l’unica costante è la somministrazione del cibo agli animali presenti in azienda, che scandisce l’inizio di ogni sua giornata. Per il resto, ogni giorno la attende un compito diverso a seconda di ciò che la terra “richiede”: in primavera gli interventi si concentrano sulla preparazione e lavorazione del terreno, sulla concimazione degli impianti e sulla semina. Con l’arrivo dell’estate, le giornate trascorrono raccogliendo frutta e facendo partire le prime produzioni. In primavera ed in autunno, quindi, si svolge il lavoro più duro, quello nei campi, mentre in estate e all’inizio dell’inverno Elisa trascorre la maggior parte del suo tempo lavorativo nel laboratorio di trasformazione, dove vengono confezionati i prodotti, e dedicandosi alla gestione dell’attività agrituristica.

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Ma non è tutto: dal 2014, anno in cui il laboratorio di trasformazione è divenuto operativo, Elisa ha fatto installare pannelli fotovoltaici e solari. Nel 2016, e questa è un’anteprima, la sua azienda entrerà a far parte del progetto “coltivatori custodi, in base al quale le verrà affidata una specie di mais autoctono in via di estinzione da coltivare, una piccola coltivazione alla quale dovrà seguire la restituzione di parte del raccolto alla Banca del Germoplasma della regione Toscana.
L’Azienda Il Gobbo si propone in sintesi come un piccolo microcosmo ricco di attività diversificate: agricole, turistiche e didattiche, in cui ciò che più conta è la qualità del lavoro svolto. Elisa è una ragazza d’altri tempi, una tra tanti, forse, ma svolge il suo lavoro con estrema passione, attenzione e cura: il suo costante rispetto per gli animali, il territorio e la tradizione costituisce un modello di sostenibilità che le consente di realizzare prodotti davvero d’eccellenza.

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di Sara Sguerri

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