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Pubblicazione: 22/02/2021
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Nel 2021 cadono i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e in tutta Italia verranno organizzate iniziative ed eventi celebrativi per ricordare il Sommo Poeta.
Nato a Firenze nel 1265 e morto a Ravenna nel 1321, Dante viaggiò e visse in luoghi diversi: Firenze, da cui fu esiliato, Verona che lo ospitò, Ravenna che lo accolse fino alla fine dei suoi giorni. In mezzo, tante tappe intermedie: Bologna, Padova, la Marca Trevigiana, Forlì.
Una bella idea per celebrare l’anniversario e concedersi alcuni giorni di svago lontano dalla ressa è percorrere il Cammino di Dante, che si snoda attraverso un percorso ad anello lungo circa 400 km tra Romagna e Toscana attraverso l’Appenino tosco-romagnolo.
Punto di partenza e d’arrivo è Ravenna, passando per Firenze e il Parco Nazionale delle foreste casentinesi. Nel corso del cammino visiterete la Tomba di Dante a Ravenna e il Museo Casa di Dante a Firenze, oltre che paesaggi e luoghi semisconosciuti e nascosti citati in alcuni canti della Commedia.
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Il Cammino di Dante consiste in un percorso fisico ma anche storico, paesaggistico e spirituale che può farvi riscoprire piccoli borghi, campi, boschi e radure, case e chiese, monumenti e rovine del passato: scorci dell’Italia come la visse Dante.
Il cammino può essere percorso a piedi da maggio fino a ottobre. Alcune tappe sono semplici, altre più impegnative. Per questo motivo è importante studiare e programmare le tappe secondo la propria preparazione.
L’associazione no-profit di appassionati di trekking e studiosi della Divina Commedia “Il cammino di Dante”, in cambio della quota associativa di 35 euro, mette a disposizione informazioni e materiali per poter percorrere il cammino in sicurezza:
In aggiunta al materiale potrete anche scaricare la App su Apple Store o Google Play al prezzo di 10€.
Il cammino può essere percorso anche in mountain-bike da ciclisti esperti e, in alcuni tratti, anche a cavallo.
Io sto pensando di farlo in macchina, seguendo le tappe principali. So che non vale per essere considerata un’autentica Vian-Dante, ma sono pigra, cosa posso farci?
Il cammino dantesco parte da Ravenna, la città dove il poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita (1318-1321) e dove è sepolto.
A Ravenna non potete non visitare la tomba di Dante, un tempietto costruito tra il 1780 e il 1782, per volontà del cardinal legato Luigi Valenti Gonzaga sulla preesistente semplice cappella voluta da Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, per rendere omaggio alle spoglie del grande poeta.
L’interno della tomba conserva la teca che racchiude le ossa di Dante. Al centro del tempietto pende una lampada alimentata con l’olio delle colline toscane che ogni anno il Comune di Firenze offre in ricordo della morte del poeta.
Da vedere anche il Quadrarco di Braccioforte con la campana della torre che ogni sera al tramonto suona tredici colpi in ricordo del 13 settembre, giorno della morte di Dante.
Altre due soste interessanti sono il Museo dantesco e la biblioteca del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, che conserva diverse edizioni delle opere di Dante, una collezione di circa 2.000 cartoline a soggetto dantesco e 260 microfilms di codici danteschi.
In occasione del settecentenario la città ha organizzato eventi e mostre, in parte già iniziate lo scorso anno. Il calendario aggiornato si trova sul sito Vivadante.
Lasciata Ravenna in direzione Firenze, si passano i borghi di Pontevico e Oriolo dei Fichi per fare tappa a Brisighella, uno dei borghi più belli d’Italia.
Il cammino prosegue attraverso i borghi di Gamberaldi, Marradi, Acquacheta S. Benedetto, S. Godenzo e Dicomano, per giungere infine a Firenze.
Ad Acquacheta e S. Godenzo potete fare due soste.
Nel XVI Canto dell’Inferno, Dante paragona l’assordante cascata del Flegetonte, fiume che separa il settimo dall’ottavo cerchio dell’inferno, al rimbombo dello scroscio d’acqua della “caduta” dell’Acquacheta nei periodi di piena.
A S. Godenzo ogni anno dal 1991 si tiene la rievocazione storica del “Dante Ghibellino” che mette in scena il Convegno dei fuoriusciti guelfi e ghibellini avvenuto nell’Abbazia di S. Godenzo nel giugno 1302.
A Firenze potete fare una passeggiata nella zona compresa tra piazza del Duomo e piazza della Signoria che conserva l’impianto urbanistico dell’epoca dantesca.
Immaginando di camminare con Dante in quelle stesse strade che lui percorreva ogni giorno, scoprirete case medievali, logge di palazzi signorili, la toponomastica medievale.
Da non perdere
Tutti gli eventi organizzati a Firenze per celebrare il settecentenario sono online sul sito 700 Dante Firenze.
Lasciata Firenze, si torna in Romagna attraversando il Parco Nazionale delle foreste casentinesi.
Superato Montemignaio si arriva a Poppi, al centro del Casentino, dove nel 1307 Dante si trasferì ospite dei conti Guidi, presso i quali iniziò a stendere la cantica dell’Inferno.
Il borgo medievale di Poppi è un esempio di “città murata” alla cui sommità signoreggia il Castello dei conti Guidi, in eccellenti condizioni di conservazione.
Al suo interno, la Biblioteca Rilliana, è ricca di manoscritti medievali e di incunaboli. Altro elemento di assoluto rilievo è la Cappella con un ciclo di affreschi trecenteschi attribuiti a un allievo di Giotto.
Superata Pontassieve si giunge a Pratovecchio Stia, altro feudo dei conti Guidi con un centro storico caratteristico. Nella chiesa dedicata a San Donato, c’è la tomba monumentale di Cristoforo Landino, primo grande commentatore totale della Divina Commedia.
Prima di ripartire, potete visitare la pieve romanica di Romena, la Fonte Branda ed il castello di Romena, luoghi che, insieme al verde dei colli e ai ruscelli del Casentino, sono ricordati da Mastro Adamo, falsificatore di fiorini, nel XXX Canto dell’Inferno (64-78).
Tappa successiva è il bellissimo borgo medievale di Premilcuore, che conserva pressoché intatta la struttura urbanistica medievale. Siamo già nel forlivese.
Continuando a scendere in direzione Forlì, si attraversa il comune di Portico di Romagna-San Benedetto: qui sorge palazzo Portinari, eretto nel XIV secolo con portale e aperture bugnate. Secondo la tradizione sarebbe appartenuto a Folco Portinari, padre di Beatrice, l’amata di Dante.
A 18 km da Forlì c’è Dovaldola dove sorge la Rocca dei conti Guidi, risalente al XII secolo e in ottimo stato di conservazione. Opera dei Guidi è anche la torre che sovrasta piazza e paese e che fu eretta ai primi del XIII secolo.
Oltrepassato Castrocaro, arriverete a Forlì “la terra che fe già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio” (Inferno XXVI, 43-44) dove Dante si trovò ospite degli Ordelaffi prima tra febbraio e marzo 1303 e poi nel 1310, quando ebbe notizia della discesa in Italia del nuovo imperatore Arrigo VII, in cui riponeva grandi speranze. Sappiamo tutti come andò a finire: Dante non rivide mai più la sua patria.
Da Forlì tornate a Ravenna e potrete dire di aver concluso il Cammino di Dante!
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Bellissimo articolo, bravissima Francesca.