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Il ricettario ufficiale di Netflix
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Pubblicazione: 05/02/2016
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Ambasciatrice Flavia Galasso per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar
Le “Minne di Sant’Agata” (Minne in Siciliano significa seno, mammelle) sono delle piccolissime “cassatine” di ricotta tipiche della città di Catania, dove un disco di morbidissimo e sottile pan di Spagna, imbevuto di Rosolio o liquore è farcito da un ripieno di ricotta, zucchero e pezzetti di cioccolato, ricoperto da pasta di mandorle e glassa e rifinito con una ciliegina candita. Da non confondere con le “Minne di Vergine” diffuse in altre zone e città della Sicilia che invece racchiudono il ripieno di ricotta in una frolla.
Per la loro forma tondeggiante che ricorda un piccolo seno di donna sono legati alla Santa protettrice di Catania, proprio per ricordare il martirio che la “Santuzza” stessa subì.
Sant’Agata era una bellissima giovane che apparteneva ad una ricca e nobile famiglia di religione cristiana della città etnea: tanto bastò per attirare le attenzioni del proconsole della città, Quinziano, che dopo averla vista se ne invaghì alla follia e la chiese in sposa. Nonostante la giovane età (aveva appena 15 anni), Agata aveva già deciso di consacrarsi a Dio, chiedendo i voti al Vescovo e per questo rifiutò. Incapace di accettare il rifiuto, Quinziano passò alle maniere forti, facendola incarcerare e torturare: ma la fanciulla rimase sempre ferma, nel suo rifiuto e nella sua fede. Le furono così strappati i seni, che le ricrebbero dopo che Agata ebbe una visione. Quinziano perciò decise di metterla al rogo, ma l’esecuzione fu interrotta da un fortissimo terremoto: Agata fu quindi tolta dalle braci e riportata in carcere dove morì il 5 Febbraio del 251. A causa delle torture subite Sant’Agata è oltre che protettrice di Catania anche protettrice delle donne malate di tumore al seno.
E così arriviamo ai dolcetti tipici che non mancano mai, soprattutto in questo periodo, nei variopinti e ricchi banconi delle pasticcerie di Catania e provincia. A guardarli bene hanno proprio le forme di piccoli seni e solitamente vanno serviti a coppie. La nascita vera e propria di questi dolcetti non si conosce, ma sembrerebbe che già in epoca pagana si usasse consumare durante i culti dei misteri eleusini dei panetti dolci il cui aspetto riproponeva il seno della dea Demetra protettrice del grano e dell’agricoltura. Sembra anche che le usanze di alcuni riti che si svolgono durante la Festa di Sant’Agata a Catania, tra il 3 e il 5 febbraio derivino proprio da quelle feste pagane, proprio perché i dolcetti di cui sopra (che volevano rappresentare la fertilità della madre terra) richiamavano il martirio subito dalla “Santuzza” Catanese.
Le Minne di Sant’Agata fanno ormai parte della pasticceria etnea e non sono difficili da preparare in casa, bisogna solo organizzarsi bene con gli ingredienti e i tempi delle varie preparazioni.
Per il Pan di Spagna (tradizionale di Iginio Massari)
300g di uova intere ( circa 5 uova medie)
200 g di zucchero fine (tipo Zefiro)
150 g farina debole (una buona 00- io ho usato Petra 5)
50 g di fecola di patate
1,5 g di sale
Scorza di ½ limone
grattugiato
Preriscaldate il forno ventilato a 170°-180° C. Versate nella ciotola della planetaria le uova intere, zucchero, sale e la scorza del limone e montate con la frusta a filo per circa 20 minuti a media velocità.
Setacciate due volte la farina bianca e la fecola e incorporatele delicatamente a pioggia nel composto montato di uova, mescolando con una spatola dal basso verso l’alto.
Imburrate ed infarinate le teglie e cuocete a 170°-180° per circa 20-25 minuti per teglie alte 4-4,5 cm.
Fate raffreddare il Pan di Spagna, 10 minuti nella teglia e poi sformatelo e appoggiatelo su una gratella. Una volta che il Pan di Spagna sarà raffreddato conservatelo avvolto in pellicola trasparente per alimenti.
Per la crema di ricotta
½ kg di ricotta di pecora freschissima
175 g di zucchero a velo
20 g di cioccolato fondente tritato
½ cucchiaino di estratto naturale di vaniglia
Occorre che vi procuriate la ricotta il giorno prima, perché va messa in un colino sopra ad un altro contenitore, coperta da pellicola trasparente a scolare tutta la notte in frigo. Il giorno seguente versate in una ciotola la ricotta e aggiungete lo zucchero a velo, mescolate e passate ad un colino o setaccio. Otterrete una crema morbida. Aggiungete l’estratto di vaniglia, mescolate e versate i pezzetti di cioccolato tritato. Mescolate ancora e riponete coperto con pellicola trasparente in frigo fino al momento dell’utilizzo.
Per la pasta reale
125 g zucchero fine (tipo Zefiro)
125 g farina di mandorle
75 g di acqua
Colorante alimentare verde
Zucchero a velo per il piano di lavoro
In un pentolino dal fondo spesso versate lo zucchero con l’acqua e portate ad un principio di ebollizione e fate addensare (a fuoco basso ci possono volere anche 10-12 minuti). La giusta consistenza dello sciroppo, sarà quando prelevando con un cucchiaio di legno lo sciroppo, le gocce scendendo formeranno un filo. A questo punto spegnete il fuoco e aggiungete mescolando la farina di mandorle. Aggiungete qualche goccia di colorante alimentare verde e amalgamate bene tutto.
Rovesciate l’impasto su un piano di marmo spolverato di zucchero a velo e lavoratelo fino a formare un panetto che va conservato avvolto in pellicola trasparente per alimenti in frigo.
Per la bagna
½ bicchiere di Rosolio (ma va bene anche del Marsala)
150 ml di acqua
50 g di zucchero semolato
Versate tutti gli ingredienti in un pentolino e portate ad ebollizione, mescolate e spegnete il fuoco e fate raffreddare.
Per la glassa
350 g di zucchero a velo
3 cucchiai di succo di limone
2 albumi d’uovo
Amalgamate lo zucchero a velo con gli albumi usando una forchetta e aggiungete il succo di limone. Coprite con pellicola trasparente per alimenti e mettete da parte.
Assemblaggio
Tagliate il Pan di Spagna a strati di circa 4-5 mm di spessore e ricavatene dei dischetti utilizzando un coppa pasta del diametro di 5 cm. Spennellateli leggermente con la bagna. Stendete la pasta reale su un piano di lavoro spolverato di zucchero a velo ad uno spessore di 3 mm e rivestite l’interno di stampini semisferici (dello stesso diametro del coppa pasta con cui avrete ricavato i dischetti di Pan di Spagna), precedentemente “infarinati” sempre con zucchero a velo. Riempite con la crema di ricotta e coprite con il Pan di Spagna, lasciando la parte asciutta verso l’esterno.
Sformate i dolcetti su una gratella, sotto alla quale avrete messo della carta forno (vi servirà per evitare che la glassa vi sporchi il piano di lavoro) e colatevi sopra la glassa.
Finite la decorazione con una ciliegina candita.
Partecipano come contributors:
Marianna Bonello, Minne di Sant’Agata
Alessandra Adorno, Minne di Sant’Agata
Marina Della Pasqua, Le Minne di Sant’Agata
Laura Distefano, Minnuzzi di S.Agata o Cassatelle di S.Agata
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Ma che meraviglia!
Grazie..se si organizzano bene i tempi per Pan di Spagna, pasta di mandorle e glassa… ad assemblare sono semplicissime e soprattutto…buonissime
Accidenti che triste storia….povera bambina. Se questi dolci sono simili alla cassata devono essere buonissimi. Con frolla o con pan di spagna sono comunque stupende.
Sono buonissime se ami appunto la CAssata…. ti direi..vieni a trovarmi… ti inondo di dolci Siciliani a vita! E comunque si povera bambina…. ma quanta forza aveva già così giovane!
Bellissimo articolo, foto stupende e che dire… vorrei assaporarne almeno una… devono essere buonissime!!! Complimenti, Marianna.
Marianna, se passi da queste parti tutte quelle che vuoi…. se no davvero non sono difficili da fare! Il consiglio però è venire a CAtania in questi giorni… è bellissimo e le minne di Sant’Agata sono più buone che in qualsiasi altro periodo dell’anno
Dacatanese doc ecco le mie Minne di S.Agata http://lafarfalladicioccolato.blogspot.it/2016/02/minnuzzi-di-sagata-o-cassatelle-di.html
Grazie Laura, non sai che piacere mi faccia vedere che sei riuscita a venire qui e a partecipare a questa bella Festa del calendario …
Flavia, un post bellissimo che mi ha fatto venire una gran voglia di Minne di Sant’Agata. Bravissima e foto stupende!!!
Cara Mapi, abbiamo fatto insieme la cassata, immagina quindi quel sapore senza canditi…. però te lo dico subito..prossima volta …. facciamo i cannoli…. un bel fazzoletto in testa per evitare l’eau des frittes n.5 e via andare..altra ricetta e altra tradizione 😉
Te lo ripeto anche qui. Come forse sai Flavia tutto quello che è tradizione ha per me un fascino speciale e la ricetta che hai condiviso con l’Associazione è davvero un regalo speciale di cui ti sono grata 🙂 Un abbraccio
Quello che questo Calendario Nazionale del cibo Italiano ci sta regalando è molto ma molto di più…. immagino già gli anni a venire..pensando a come andrà riempendosi di storie ricette e curiosità…. grazie ancora per aver contribuito a questa giornata che qui a CAtania oggi è davvero speciale
Grazie mille Flavia per questo bel racconto e per la splendida esecuzione della ricetta! Non appena capiterà in Sicilia, non mancherò di provare questo splendido dolce!
Mariangela
complimenti per l’articolo!!! adoro la Sicilia e tutta la sua cucina…mi toccherà organizzare un viaggetto per provare le minne!!!!
Mi sono innamorata. Della commovente storia della Santuzza, che conoscevo ma che ogni volta mi emoziona, delle piccole minne perfette che hai preparato, della devozione di una città per la sua patrona, del modo in cui ce l’hai raccontata…mi manca solo non poter celebrare questa giornata in maniera completa: con un paio di meravigliose Minne di Sant’Agata.
Un abbraccio e grazie cara Flavia.
interessantissimo leggere di queste storie!
ciao e grazie!
Ciao Flavia, non sapevo quasi nulla riguardo le Minne di Sant’Agata, grazie a te ho appreso molte cose. Come mi piacerebbe poter gustare i tuoi invitanti dolcetti… 😉