Le Penne – Il Piave Mormorava

Pubblicazione: 24/05/2016

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Giornata Nazionale delle Penne

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Ambasciatrice Ilaria Talimani per il Calendario del Cibo Italiano- Italian Food Calendar

«Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro maggio… ».

Il 24 maggio è una delle date che più sono impresse nella memoria collettiva degli Italiani: anche se è probabile, purtroppo, che siano in pochi ad associarla all’evento storico che ebbe luogo in quel lontano 24 maggio 1915, con l’ingresso dell’Italia nel Primo Conflitto Mondiale. E’ fuori di dubbio che se mai tutti ricordiamo questo giorno è solo grazie alla canzone di guerra che lo ricorda, nella sua seconda strofa: quella Canzone del Piave che resta ancora oggi una delle marce più conosciute e più amate da tutti gli Italiani. Volevamo ricordarla anche noi, nel Calendario del Cibo – e lo abbiamo fatto con un’associazione di idee quasi automatica, fra le penne e gli Alpini, uno dei Corpi che maggiormente si distinsero negli anni della Grande Guerra. Il sapore del divertissement non vuole offuscare il ricordo delle vittime di questa e delle altre guerre che insanguinarono la nostra storia, ma vuole semmai riportare alla memoria, in un modo più lieve e più in sintonia con il nostro Calendario, il ricordo di quei tragici eventi. (A.Gennaro)

All’alba del 24 maggio 1915 l’Italia sparava i primi colpi di cannone contro le truppe austriache: entrava così in guerra con l’intenzione di liberare il Trentino e la Venezia Giulia dal dominio austriaco e completare il processo di Unità nazionale.

“La Leggenda del Piave” scritta da Giovanni Ermete Gaeta (in arte E.A. Mario) condensa in quattro strofe la storia dell’Italia e dei suoi soldati durante la Grande Guerra: la marcia dei soldati verso il fronte (“NON PASSA LO STRANIERO”), la ritirata di Caporetto (“RITORNA LO STRANIERO”), la difesa del fronte sulle sponde del Piave (“INDIETRO VA’ STRANIERO”) e la vittoria finale (“NE’ OPPRESSI, NE’ STRANIERI”).

Il Piave divenne così il simbolo della Patria, addirittura personificato come un soldato italiano, il capitano che guida i soldati alla vittoria. La Leggenda del Piave racconta la storia di una guerra non di offesa, ma di difesa della Patria, sostenuta dal popolo e valorosamente combattuta dai nostri soldati per la realizzazione dell’Unità d’Italia , che prima ancora di un progetto politico rappresentava un valore a cui gli Italiani con orgoglio anelavano e per cui erano pronti a sacrificare la propria vita.

I versi patriottici e ricercati, la soddisfazione per la grande battaglia vinta e la musica orecchiabile a tono di marcia fecero sì che in brevissimo tempo la canzone divenisse molto popolare fra le truppe. Il comandante supremo dell’esercito, il generale Armando Diaz, sintetizzò in un telegramma a Mario, quale enorme carica e sprone il suo componimento seppe infondere nei soldati : «La vostra Leggenda del Piave al fronte è più di un generale».

Erano così forti la partecipazione e il pathos generato che la Canzone del Piave divenne in breve il motivo musicale più famoso della Prima Guerra Mondiale, con un successo tanto immediato quanto duraturo: anche a  conflitto concluso, essa venne suonata come un secondo inno nazionale in momenti pubblici e commemorativi (v. inaugurazione del Milite Ignoto).

In un giorno in cui si celebrano lo spirito e il coraggio che hanno condotto il popolo italiano tutto a combattere per  conquistare e difendere l’Unità Nazionale, AIFB ha scelto di celebrare uno dei simboli dell’Italia: la pasta, e uno dei formati di pasta più amati dagli italiani, ovvero le Penne.

Le Penne sono un tipo di pasta a base di grano duro di forma cilindrica. Il formato,  ottenuto da un tubo di pasta di lunghezza variabile, presenta il caratteristico taglio obliquo “a pennino” tipico della penna d’oca, che anticamente era utilizzata per scrivere e che veniva tagliata di sbieco per ottenere una punta dal tratto sottile.

Sono uno dei pochi formati di pasta con una data di nascita certa, quanto meno per quanto concerne la produzione a macchina. Originariamente nate in Campania, dove venivano fatte a mano, è in Liguria che se ne velocizza la loro produzione: nel 1865, infatti, Giovan Battista Capurro, un pastaio genovese, brevettò un macchinario che permetteva di tagliare in diagonale, a forma di penna appunto, la pasta fresca senza schiacciarla.

“Fino al giorno d’oggi – si legge nel documento di richiesta del brevetto, conservato all’Archivio Centrale dello Stato di Roma – non si poteva ottenere il taglio diagonale che colle forbici a mano, metodo che, oltre a riuscire troppo lento e dispendioso, presentava l’inconveniente di produrre un taglio irregolare e di schiacciare le paste”.

In origine, poi, diversamente dagli altri formati di pasta, venivano colorate utilizzando lo zafferano puro, che oltre a donare un colore più marcato conferiva anche un sapore particolare.

Le Penne nascono lisce, con un formato variabile dai 3 ai 5 cm (penne o mezze penne); la variante rigata si affermò soltanto in seguito. Da quel momento il partito delle penne si divide in due fazioni: chi le ama lisce poiché rappresentano l’archetipo della penna, ed esaltano particolarmente il sugo di pomodoro, gli aromi delle spezie, la delicatezza delle verdure; e chi le ama rigate per l’ottima tenuta di cottura, e soprattutto per la profonda rigatura che permette alla pasta di amalgamarsi al condimento esaltandone al meglio le sfumature di sapore. Inoltre, proprio la ruvidezza della superficie le rende croccanti al palato. Esaltano al meglio la loro versatilità e possono essere un’ottima base per pasticci al forno.

Esistono tutt’oggi molte altre varianti: rigate, piccole, mezze penne, pennoni, a candela, e tutte caratterizzate dal taglio distintivo. Esistono anche le “Penne di Natale ”, lisce e particolarmente lunghe, cucinate a Napoli e in Liguria (dove sono dette maccheroni) per il tradizionale timballo di Natale o in brodo. In Sicilia, forse a memoria del taglio effettuato con la forbice, vengono invece chiamate maltagliati e condite con un sugo ricco, aggrassatu.

La loro versatilità in cucina rende le penne uno dei formati di pasta di più largo consumo in Italia.

Grazie alla loro forma cava, che trattiene bene il condimento, si sposano alla perfezione con ogni tipo di sugo.

Le penne rappresentano un’istituzione nel mondo della pasta e, secondo una ricerca recente, sono al secondo posto, dopo gli spaghetti, nella classifica dei formati di pasta preferiti dagli italiani.

FONTI

https://www.youtube.com/watch?v=STRD20k5rYM

http://www.quattropassinellastoria.it

http://www.fortunatogaltieri.it/la_leggenda_del_piave.html

http://www.ilpost.it/2015/05/24/leggenda-del-piave/

La cucina italiana – la pasta – Condè Nast

http://www.lacucinaitaliana.it

http://www.alimentipedia.it/penne.html

http://www.dissapore.com/grande-notizia/10-formati-pasta-piu-venduti-italia/

http://www.leitv.it/cucina/pasta-e-sugo-come-abbinare-il-formato-giusto-al-miglior-condimento/

http://www.pastificiodeicampi.it/storia-della-pasta.html

Partecipano come Contributors:

Valentina de Felice, I magnifici anni 80: le Pennette al Salmone 

Sara Sguerri, Penne al Farro con Mazzancolle e Pesto di Rucola 

Lucia Melchiorre, Penne carciofi, speck e noci 

Erica Zampieri, A A Abbronzatissima 

Anna Calabrese, Penne all’arrabbiata 

Cecilia Mazzei, Penne limone e menta 

Laura Bertolini , Penne in insalata con pomodori secchi, basilico fritto e caprini

La Salvia di Silvia, Penne (Pi-Quadro) Risottate al Ragù d’Oca

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