I meloni lombardi, Mantovano e di Calvenzano

Pubblicazione: 12/05/2017

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Mantova, splendida cittadina lombarda, dal 2008 nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità dell’Unesco, è famosa non solo per palazzi, chiese e monumenti, ma anche per l’ambiente naturale particolare; per aver dato i natali al poeta latino Virgilio e al corridore automobilistico Tazio Nuvolari; per le sue specialità gastronomiche e per gli eccellenti prodotti del territorio. Tra questi la zucca e il Melone mantovano, che si fregia della denominazione d’origine Igp (Indicazione Geografica Protetta).

Il marchio Igp associato al Melone Mantovano è un argine alla confusione dei sapori e di valori e un buon punto di partenza per il marketing che, come sappiamo, è fondamentale. Anche perché nell’epoca della globalizzazione il tema della tipicità e dell’unicità di un prodotto, che è frutto della relazione tra territorio, clima, coltura e cultura locali, rischia di passare in secondo piano.

La denominazione Melone mantovano Igp comprende due varietà: la retata e la liscia. Il melone retato, a sua volta, comprende moltissime sottovarietà di meloni, diversi per zona e periodo di trapianto, ma simili per aspetto, caratteristiche organolettiche e condizioni di conservabilità. Questa prima varietà domina il mercato interno italiano con una percentuale di diffusione pari al 70% e, nell’immaginario del consumatore, rappresenta il melone per eccellenza. La conservabilità è di oltre una settimana ed è disponibile da maggio a ottobre. Il melone liscio, che si presenta sul mercato nelle tipologie Honey Moon, Bacir e Saphir, è disponibile da giugno a settembre, è profumato e dolce, ma senza essere stucchevole.

La dolcezza dei meloni si misura in gradi Brix, che indicano la quantità di zuccheri presenti nel frutto. Come previsto dal Disciplinare di Produzione garantito dal Consorzio il valore minimo per il Melone mantovano Igp dev’essere di dodici gradi. Il calibro, invece, è compreso tra gli 800 g e 1,8 kg.

Una curiosità: contrariamente a quanto si dice è inutile tastare “l’ombelico del melone” per tentare capire il livello di maturazione, o annusarlo per stabilirne la bontà. Nel caso del melone retato l’unico parametro qualitativo è il peso: un melone molto pesante in proporzione alle sue dimensioni è generalmente colmo di zuccheri, quindi più pesante è meglio è!

In occasione di Expo Milano 2015, ho avuto l’occasione di conoscere la famiglia Lorenzini, proprietaria di un’azienda agricola a Santa Croce di Sermide (Mantova), all’estrema propaggine sud-est della Lombardia, che si sviluppa su una superficie di quasi cinquecento ettari. I prodotti agricoli dei Lorenzini sono commercializzati con il marchio Lorenzini Naturamica® e garantiscono la tracciabilità è la possibilità di conoscere la storia documentata di ogni frutto.

Il loro sistema, attivo già dal 2001, funziona così: ogni melone che abbia quattordici gradi Brix viene timbrato con un proprio codice alfanumerico. Questo codice univoco rende il melone tracciabile e riconoscibile: se ne possono sapere la varietà, il vivaio di provenienza, l’appezzamento o la serra di impianto, la data di trapianto, la concimazione ricevuta, il calendario dei controlli effettuati, le operazioni colturali principali, la data di inizio raccolta e la data di confezionamento. I consumatori possono digitare nella pagina dedicata del sito internet dell’azienda Lorenzini il codice del prodotto appena acquistato e sapere tutto del melone che gusteranno a pranzo.

Continuiamo a parlare di meloni lombardi, ma spostiamoci ora poco più a nord, nel territorio denominato Gera d’Adda, in provincia di Bergamo, dove sorge Calvenzano. Il Melone di Calvenzano è una varietà autoctona di questo ristretto territorio. Definito retato o ricamato per via delle caratteristiche venature rugose della scorza, è un melone di peso considerevole – dai 2 ai 5 chili – e dalla forma allungata.

meloneMANTOVANO

 In un passato relativamente recente, in particolare tra il 1920 e 1930, il melone è stato importantissimo per l’economia di Calvenzano. Durante la belle epoque veniva richiesto anche da rinomati ristoranti di Parigi e pare sia passato anche per le dispense della residenza estiva dei reali d’Inghilterra, i quali, secondo testimonianze di alcuni produttori, fecero pervenire un attestato di stima alla Cooperativa Agricola di Calvenzano.

 Nel dopoguerra la produzione andò via via scemando fino quasi a interrompersi del tutto, tranne che in qualche piccolo orto familiare. Solo grazie all’impegno di pochi appassionati della Cooperativa Agricola, una quindicina di anni fa è stato ritrovato qualche seme, salvando così questo prezioso prodotto e facendo ripartire la coltivazione. Alcuni ricercatori dell’Università degli Studi di Valencia (Spagna) stanno studiando il Dna di questa specifica varietà di melone. I primi risultati confermano la sua particolarità, sono solo nell’aspetto – la buccia molto rugosa e la pezzatura notevole – ma anche nel gusto – è mediamente meno dolce degli altri meloni – e nelle qualità organolettiche.

 Il Melone di Calvenzano, raccolto nel mese di luglio quando si verifica un picco produttivo che dura solo due settimane, è infatti utilizzato da sempre in cucina per gustose conserve: la confettura (dolce) e la senapata (adatta per abbinamenti con carni e formaggi stagionati). Se ne fanno anche liquori, gelati e sorbetti.

meloneCALVENZANO

Concludendo possiamo ben dire che non è proprio vero che “un melone vale l’altro”. Quando, la prossima estate, vi accingerete ad acquistare un melone fatelo con la consapevolezza che in Italia possiamo vantare un numero indescrivibile di eccellenze che vanno scoperte e fatte conoscere il più possibile. Questo non solo per garantire la sopravvivenza economica delle aziende agricole, ma anche per tutelare la biodiversità.
Fonti :
https://www.patrimoniounesco.it/
http://www.expo2015.org/
http://www.lorenzininaturamica.com/home-2/
http://www.lorenzininaturamica.com/rintracciabilita/
http://www.melonemantovano.it
https://it.wikipedia.org/wiki/Brix
http://www.pianuradascoprire.it/da-gustare/melone-di-calvenzano-36
http://www.ecodibergamo.it/stories/Economia/73362_melone_di_calvenzano_cresce_la_produzione_e_arrivano_i_sorbetti/http://www.turismo.it/gusto/articolo/art/bergamo-a-calvenzano-il-melone-ritrovato-id-12177/

Autrice Antonella Marconi del blog Sapori in concerto

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