I lampascioni e gli altri ortofrutticoli pregiati

Il mio primo incontro con i lampascioni risale al secolo scorso, quando era ancora in vigore la lira. A prima vista non mi entusiasmarono, sembrandomi delle banali cipolline sottolio ma poi, una volta in bocca… il sapore! Eh sì, quell’esplosione unica di gusto che racchiude, in un solo boccone, tutto il calore e la tradizione della Puglia.

Foto di Rita Caputo

Si chiamano lampascioni o pampagioni e sono dei bulbi rosei di una pianta erbacea che cresce spontanea, del tutto simili a piccole cipolle e infatti si sviluppano nel sottosuolo. Ma, una volta ripuliti dalla terra e sbucciati, cioè ammollati per almeno dodici ore in modo da far perdere loro il sapore amaro, diventeranno un eccellente antipasto se messi sottolio. In alternativa, possono essere utilizzati in varie preparazioni: li possiamo infatti degustare fritti in pastella, oppure lessi e conditi con sale e olio, o anche arrostiti con tutta la buccia; ottimi infine nelle frittate. Per salvaguardare il loro caratteristico amaro intenso, si possono cuocere direttamente in pentola.

Li si trova un po’ ovunque in Puglia, infatti si fregiano del marchio Pat (Prodotto Agroalimentare Tradizionale); quelli freschi, raccolti a mano, vengono generalmente venduti dal mese di febbraio fino al mese di maggio.

Gli ortofrutticoli Dop e Igp della Puglia

La Daunia è quella zona della Puglia compresa tra le provincie di Foggia e Barletta, il cosiddetto Tavoliere delle Puglie. Da questi terreni fertili e ben esposti al sole nasce un prodotto ottimo come La Bella della Daunia Dop.

Si tratta di un’oliva definita da mensa, poiché non viene utilizzata per produrre l’olio ed è ottenuta dalla lavorazione della cultivar Bella di Cerignola. Nel 2002 è stata insignita della denominazione Dop. Di colore verde brillante e bella panciuta, La Bella della Daunia Dop può arrivare a pesare anche 18 g ed è un’oliva perfetta per l’aperitivo. Nella variante scura, ottenuta mediante ossidazione, ben si presta ad essere utilizzata come arricchimento di antipasti e contorni.

Il Carciofo Brindisino Igp è una qualità di carciofo particolarmente pregiato: si adatta a varie preparazioni culinarie ed è ottimo anche crudo. Il suo cupolino compatto è perfetto, e anche molto ricercato, per la conservazione sottolio.

È stato costituito il Consorzio di tutela carciofo brindisino Igp, con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il pregiato ortaggio che costituisce un’importante risorsa sociale per il territorio.

La zona del Gargano privilegia gli agrumi, caratteristica unica in tutta la costa adriatica.

Le clementine del Golfo di Taranto Igp fanno la loro comparsa nel territorio tarantino verso la fine dell’ottocento, grazie a Pierre Clément un sacerdote che ottenne questo ibrido dal mandarino e dall’arancia. Si fregiano della denominazione Igp dal 1992, posto che l’indicazione geografica è garanzia delle qualità organolettiche e dell’aroma peculiare di questo frutto. Infatti grazie al microclima mite e alla brezza marina, la clementina mantiene un sapore ben equilibrato tra il dolce e l’aspro. Una particolarità? Una clementina ha al massimo tre semi.

L’Arancia bionda del Gargano Igp piccola, profumata e rotonda ha tra le sue peculiarità il tempo di maturazione che va dalla fine del mese di maggio ad agosto e si conserva succosa sull’albero fino a settembre. La produzione è piuttosto limitata, dato che non supera le 30 tonnellate per ettaro.

L’Arancia duretta del Gargano Igp è una varietà antichissima e peculiare della zona del Gargano. Si contraddistingue per la polpa dura e croccante, da cui il nome di duretta. Questa arancia matura a Natale e la limitatissima produzione rende particolarmente ricercati questi frutti.

Ultimo, ma non meno importante, tra gli agrumi tipici ricordiamo il Limone Femminello del Gargano Igp. Si tratta della varietà di limone più antica d’Italia e lo si trova in due tipologie. La varietà è appunto quella del limone femminello e le tipologie sono rispettivamente il limone a scorza gentile, detto Lustrino e il limone oblungo, detto Fusillo. Il disciplinare Igp di questo limone prevede che i frutti maturino sulla pianta, essendo vietata la maturazione artificiale.

Un altro notevole frutto è l’Uva di Puglia Igp. Si tratta di uva da tavola delle varietà Italia bianca, Regina bianca, Victoria bianca, Michele Palieri nera, Red Globe rossa. Il disciplinare riconosce all’uva da tavola pugliese un legame con il territorio riconducibile alla fine del 1800. Trattandosi di uva i cui acini mantengono a lungo la croccantezza, nel tempo ha incrementato il mercato delle esportazioni sia verso altre parti d’Italia sia verso l’estero.

Gli ortofrutticoli con denominazione Pat

Tra i molti ortofrutticoli pugliesi con denominazione Pat inizio con il menzionare quello dal nome più peculiare: il Barattiere Pat. Si tratta di un particolare melone immaturo che, come tradisce il nome, nel passato veniva sovente barattato. Coltivato nella zona a sud di Bari, ha la buccia di colore verde e diventa gialla quando matura. Perfetto da utilizzare nelle insalate.

L’Albicocca di Galatone Pat, che è anche presidio Slow Food, vanta una storia personale davvero particolare. Si narra infatti che dall’Oriente venne portata a Galatone addirittura dai Templari. Questo frutto è piuttosto precoce, ha la forma piccola pari a quella di una noce e la buccia è screziata.

La Ciliegia Ferrovia di Turi Pat ha la forma di un cuore ed è rossa. Il nome è tutto un programma: si chiama in questo modo infatti perché il primo albero di questo frutto, di origine germanica, venne piantato vicino alla ferrovia del paese di Turi.

Il Fiorone di Torre Canne Pat è una particolare qualità di fico fiorone che viene coltivata in provincia di Brindisi. Si tratta di un fico di dimensioni generose, dalla buccia verde brillante e dalla polpa dolcissima con una colorazione che va dal rosa pallido al rosso intenso. In dialetto locale viene chiamato “Culumbr”.

La Mandorla di Toritto Pat viene coltivata sulla Murgia barese nel territorio di Toritto, in un ambiente incontaminato e protetto. Siamo infatti nel Parco nazionale dell’Alta Murgia. Si tratta di una mandorla dal sapore intenso ed equilibrato, perfetta per realizzare la pasta reale.

La Mela limoncella dei monti Dauni meridionali Pat è un frutto piccolino, con la buccia gialla, particolarmente adatta per la produzione di dolci. Ha infatti un tempo di conservazione piuttosto lungo dato che, raccolta tra settembre e ottobre, si conserva benissimo per almeno sei mesi.

L’ultimo che cito è anche il mio preferito, si tratta infatti del Cardoncello della Murgia Pat. È un fungo davvero prelibato che, seppur presente anche in altre parti d’Italia, ha nella zona delle Murge la più alta concentrazione. Si presta a tantissime preparazioni: da crudo a gratinato, da fritto a trifolato. Si narra inoltre che sia un potente afrodisiaco.

Fonti:

  • Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo MIPAAFT

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