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Pubblicazione: 27/11/2018
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Attraversando le strade che da Trieste portano verso il Carso, può accadere di imbattersi in una frasca appesa a un angolo, corredata da una freccia rossa di legno. È questo il tradizionale segnale che informa i viaggiatori che da lì a breve incontreranno sul loro percorso una osmiza.
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Il termine osmiza deriva dallo sloveno osem, che significa otto, in ragione del numero di giorni all’anno in cui l’Imperatore del Sacro Romano Impero concedeva la vendita dei propri prodotti agli agricoltori dell’Impero.
Infatti, nel tardo 1784, l’imperatore Giuseppe II D’Asburgo emanava un editto con il quale consentiva ai contadini del Carso la vendita a terzi dei prodotti in eccesso derivanti dalla coltivazione, dalla viticoltura e dall’allevamento per otto giorni all’anno.
La tradizione è rimasta e, oggi come allora, le osmize restano aperte solo in determinati periodi dell’anno. I contadini avvisano gli abitanti del Giuliano e i turisti della loro apertura appendendo lungo le vie proprio una frasca e una freccia rossa, ad indicare la strada per raggiungerli.
Le osmize sono dei luoghi incantati, in cui perdersi e godersi la vicinanza alla natura. Sono delle meravigliose terrazze incastonate nel Carso, giardini con i porticati colmi di fiori e di edera, cortili arredati con panche e tavole in legno, e cantine in cui si respira aria di casa, rustiche e campagnole, dove poter saggiare il vino tipico della zona: vini legati a territorio come il Vitovska, Malvasia e Terrano, e gustare degli ottimi formaggi e salumi preparati in loco secondo la maniera tramandata da generazione in generazione, le immancabili uova sode condite solamente con sale e pepe, e per finire un classico strucolo de pomi.
Per i triestini sono un appuntamento fisso, un’occasione per mangiare e bere bene, stare in compagnia degli amici e della famiglia, magari giocando a carte, parlando di “mule e muloni”.
Le osmize sono tutte da scoprire e da vedere. Ognuna con il suo scorcio e con il suo oste pronto a raccontarvi una storia, facendovi provare i prodotti che lavora e produce. Per scoprire quale osmiza è aperta durante un soggiorno nel Giuliano o proprio a Trieste, basta consultare il sito www.osmize.com, che viene continuamente aggiornato e che segnala ogni apertura.
Articolo e foto di Eleonora Garzia del blog Cooking Lele
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