Il pane nero valdostano

Pubblicazione: 16/10/2017

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Il 14 e 15 ottobre 2017 si è tenuta ad Aosta la seconda Festa transfrontaliera de Lo pan ner, in partenariato con AIFB e la Région autonome Vallée d’Aoste, Assessorat de l’éducation et de la culture, Bureau régional ethnologie et linguistique.

Come nella più antica tradizione valdostana della preparazione del pane, che avveniva una sola volta l’anno, oltre 50 forni su tutto il territorio sono stati ripristinati e scaldati, e si sono cotti centinaia di pani: pani di segale, pani dolci, pani con fichi e uvette, secondo le ricette tradizionali.

Lo pan ner

Oggi come un tempo, l’atmosfera è stata calorosa, festosa e coinvolgente intorno ai forni, nel ricordo di un rituale che ha sempre rappresentato un elemento di forte identità culturale per questi villaggi. Donne, bambini, volontari hanno preso parte alla festa e sostenuto un momento collettivo di grande valore, raggiungendo appieno l’obiettivo di mantenere, sostenere e trasmettere il patrimonio alimentare alpino.

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La preparazione del pane nei territori valdostani, per tradizione e consuetudine prevedeva l’accensione dei forni una sola volta all’anno. Veniva svolta nel mese di dicembre, quando le coltivazioni erano ferme, il lavoro era più tranquillo e le vacche erano già in stalla a svernare.

Il quattro dicembre, giorno di Santa Barbara, si iniziava il riscaldamento dei forni del villaggio e tutta la comunità si predisponeva al lavoro, che sarebbe durato più giorni, di preparare il pane per il resto dell’anno. Scaldare i forni poteva richiedere anche più di un giorno, nel frattempo si preparava la miscela di farine da usare per la panificazione: la più diffusa, da sempre era la farina di segale, un cereale la cui coltivazione era molto radicata in Valle d’Aosta per la sua grande resistenza alle rigide temperature invernali di queste valli.

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Tutti gli abitanti del villaggio, per l’occasione erano chiamati a dare una mano, perché il lavoro collettivo in questo caso aveva anche una forte valenza di condivisione. Oltre ad essere un elemento identitario che va oltre i prodotti del territorio, nel fare il pane in questi villaggi si scambiano saperi, tecniche di produzione, si trasmettevano conoscenze e insieme saggezze d’altri tempi.

Nella sede espositiva Hôtel des États di Aosta, sarà visitabile fino al 19 novembre la mostra “Pan de bouque”. L’esposizione, curata da Daria Jorioz, presenta una selezione di opere di scultori locali che interpretano il tema della panificazione di tradizione in Valle d’Aosta. Gianfranco Anzola, Lea Bérard, Silvano Ferretti, Marco Joly, Ladislao Mastella, Giorgio Perin Riz, Dorino Ouvrier e Bobo Pernettaz, ciascuno con la propria cifra espressiva, narrano il nostro universo contadino con efficacia e autenticità. Un dipinto di Giuseppe Tecco anticipa l’esposizione in programma per il prossimo anno, in cui saranno pittori, disegnatori e grafici a illustrare “Lo Pan ner”.

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Nel fine settimana appena concluso, le nostre socie Maria Teresa Cutrone, Tiziana Bontempi, Antonella Marconi, Elisabetta Riva e Camilla Assandri e Monica Cesarato, sono state ospiti dei comuni di Saint Pierre, Saint Marcel, Cogne, Introd, Aymavilles, Torgnon, La Magdeleine, Challand Saint Anselme e Antey St. André e grazie a questa preziosa disponibilità hanno potuto essere parte attiva di questa manifestazione.

Un ringraziamento speciale va quindi alla Regione Autonoma della Valle d’Aosta e alle strutture ricettive grazie alle quali è stato possibile per le nostre socie condividere questa importante opportunità formativa.

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