Funeral Party: il banchetto funebre

Funeral Party: il banchetto funebrefu

Il banchetto funebre e i rituali legati al cibo dopo la dipartita di una persona si perdono nella notte dei tempi. Era usanza nell’antica Roma accompagnare l’ultimo viaggio del defunto con cibi e oggetti propiziatori, ma in realtà si può andare ancora più lontano lungo la linea temporale.

La storia del cibo e del lutto inizia con il cannibalismo, i defunti venivano letteralmente mangiati dai membri della tribù; in questo modo si credeva di poter far proprie le virtù dei propri cari. Noi siamo abituati a parlare di cannibalismo vendicativo, cioè il fatto di mangiare il proprio nemico per umiliare gli sconfitti, ma il discorso della cura dei propri defunti è molto più sottile. In alcune comunità questa usanza è ancora presente ai giorni nostri. In alcune tribù della Papua Nuova Guinea la persona cara viene mangiata per trasmettere il proprio spirito ai discendenti, mentre esiste una tribù in Amazzonia in cui il corpo del caro estinto viene mangiato per dimostrare che il corpo è solo un involucro di carne, un contenitore per l’anima.

Quando usanze così simili vengono trovate in popolazioni così distanti tra loro è chiaro che questo è un rituale che si è evoluto dall’inizio dell’esistenza umana.

All’occhio della società moderna questi potrebbero sembrare comportamenti disgustosi, ma proviamo a pensare a ciò che nel mondo cristiano viene fatto tutte le volte che si celebra una Messa. Il corpo e il sangue di Cristo, racchiusi in un pezzetto di pane e in un sorso di vino, un’allegoria calzante per questo rituale ancestrale.

All’inizio ho accennato all’usanza degli antichi romani di accompagnare il defunto con doni e cibo, ma ancor prima di loro gli Egizi erano soliti lasciare cibo come pane e birra nelle tombe per i defunti per il loro nutrimento spirituale. Dipinti di bovini e uccelli sui muri avrebbero fornito ulteriore sostentamento una volta che il cibo mondano si fosse esaurito. Molto spesso nelle tombe dei signori importanti veniva allestito un vero e proprio banchetto per il loro nutrimento spirituale che veniva poi consumato dai partecipanti al funerale. Le vettovaglie rimaste, con tanto di piatti e tovaglie, venivano sigillate nella tomba e accompagnavano il defunto nell’ultimo viaggio.

Ma il passaggio al banchetto funebre moderno quando c’è stato?

Storia e tradizione del banchetto funebre

È con il Medioevo che il rituale del banchetto funebre si evolve. Troviamo una forte simbologia nei piatti che venivano preparati, strettamente collegati all’usanza di nutrirsi dei propri cari, ma appunto diventano un simbolo, quindi un piatto di carne cucinato appositamente, un pane che veniva lasciato lievitare sul defunto, in modo che potesse trattenere in sé lo spirito e la bontà, e una volta cotto era servito ai partecipanti al funerale.

C’è una curiosità che mi ha colpito molto legata al cibo mangiato durante un funerale nel tardo medioevo in Inghilterra e Irlanda: il “mangiatore di peccati”. Veniva pagata una persona per mangiare il pane durante il funerale, in questo modo tutte le azioni cattive fatte dal defunto venivano assorbite dal mangiatore e il caro estinto poteva proseguire il suo viaggio senza peccati.

Verso la fine del XVIII secolo le tradizioni alimentari funerarie diventano più raffinate e nella cultura europea e statunitense nasce l’abitudine di offrire piccole torte a chi partecipava alle veglie per la sepoltura.

Anche in Italia le cose non sono molto differenti, in quasi tutte le regioni ci sono delle tradizioni legate al cibo e al rituale di offrirlo ai parenti e agli amici venuti in visita.

Come abbiamo letto nell’introduzione la nascita del banchetto funebre è da far risalire all’antica Roma e nei secoli questa tradizione non si è mai allontanata.

E’ usanza portare ai parenti del defunto del cibo perché si pensa che non abbiamo la forza per prepararsi qualcosa di buono e rigenerante, oppure perché troppo provati dalla morte del parente. La stessa cosa, ma in senso opposto, è l’offrire a chi viene in visita qualcosa per rifocillarsi dopo il lungo viaggio. Il cibo è quindi sempre un mezzo di conforto.

A conferma del fatto di dover portare del cibo ai parenti del defunto in Italia c’è anche la tradizione che vuole che per cinque giorni non si debba cucinare.

Perché si mangia dopo un funerale e cosa è consuetudine offrire

Il mangiare dopo un funerale è strettamente legato, come abbiamo visto, al rituale di scacciare dal defunto tutti gli spiriti maligni, i brutti ricordi e le brutte azioni. Questa è una cosa che accomuna tutte le culture ed è forte anche ai giorni nostri.

Ci sono ovviamente delle differenze da regione a regione, oltre che da nazione a nazione, ma tutte hanno come minimo comune denominatore l’offrire o preparare del cibo per i funerali.

Cosa si offre di solito ad un banchetto funebre? Dipende appunto da dove ci troviamo.

Ci sono dei cibi che nel tempo non si sono evoluti, sono nati secoli fa e ancora oggi vengono preparati e consumati in queste occasioni.

In particolare i piccoli dolci che si offrivano nei paesi anglosassoni, di cui vi ho parlato prima, furono chiamati funeral cookies, piccoli Lady Finghers avvolti in carta su cui venivano scritte poesie, frasi tratte dai testi sacri o frasi amate dal defunto, quindi erano sigillate con ceralacca nera.

Dall’altra parte dell’oceano i biscotti erano fatti di pasta frolla aromatizzata con melassa, zenzero e cumino e realizzati dentro stampi di legno intagliati a mano che recavano sopra il disegno di una croce, un cherubino, la testa di un morto o un cuore.

In epoca vittoriana, i biscotti funebri, insieme a tutte le altre usanze legate alla morte e al lutto, divennero più formalizzati e barocchi. Come le torte nuziali, i biscotti funebri erano un alimento base dell’attività di panetteria e la concorrenza per i clienti era vivace. Gli annunci sui giornali di alcuni fornai affrontavano la rapidità con cui la maggior parte delle persone doveva organizzare i dettagli del funerale e promettevano “biscotti funebri fatti su ordinazione con il più breve preavviso”.

Le confezioni di biscotti commerciali erano riccamente stampate con pubblicità di prodotti da forno e citazioni bibliche edificanti e poesie. Come i santini della chiesa, servivano come ricordo dell’evento stesso. La tecnologia di stampa in rapida evoluzione ha consentito ai fornai di offrire design sempre più dettagliati e messaggi personalizzati.

Qualcosa di dolce è presente in tutte le culture, da est a ovest e da sud a nord. Che sia un biscotto, una caramella o pane e miele, il dolce rappresenta la serenità e la calma dopo il dolore.

Il pane è il secondo cibo rituale più servito in queste occasioni, che come abbiamo visto ha l’origine più antica.

funeral bisquit

Funeral bisquits in Merchant’s House Museum. Jessica Hester/Atlas Oscura

Cibo per consolare, comfort food

Il pranzo di consolazione dopo il funerale ha radici antiche: era un rito pagano, che prevedeva il banchetto addirittura al cimitero sulla tomba del defunto. Si chiamava refrigeria, ad indicare il sollievo morale che riceveva, grazie a questo momento conviviale, chi stava soffrendo per la perdita della persona cara. Con l’avvento dell’era cristiana si è mantenuta l’usanza del pranzo con l’obiettivo di favorire i legami familiari e sociali, la solidarietà e la concordia tra coloro che sono accomunati dall’affetto verso colui che ci ha lasciato. Ci sono anche motivi pratici, viaggiare non è sempre semplice né economico e chi abita lontano compie un sacrificio non da poco se decide di recarsi ad un funerale: da parte dei parenti del defunto si sente il dovere di accogliere quell’amico o quel parente con gratitudine, offrendogli un pranzo. Ci sono poi coloro che hanno vegliato pregando e digiunando presso la camera ardente e dopo la cerimonia funebre sciolgono quel digiuno.

Siamo abituati ai banchetti funebri d’oltreoceano, i funeral party, ma cosa si mangia per confortare e confortarsi in queste occasioni?

In Italia abbiamo visto che c’è l’usanza di portare qualcosa di dolce e del pane, mentre i nostri amici anglosassoni hanno l’abitudine di donare cibi più sostanziosi.

L’immagine che ho ben impressa nella mente è il vicino di casa del caro estinto che si presenta con una teglia calda di cibo. Sformati, pasta al forno, pasta al formaggio, panini al prosciutto passati al forno, già il forno va per la maggiore in queste circostanze, per ovvi motivi di comodità. Facili da riscaldare, questi cibi possono sostenere la famiglia in lutto per diversi giorni e possono essere riposti comodamente in frigorifero per essere consumati.

Aggiungiamo all’elenco i biscotti tipici e torte deliziose, per creare la giusta atmosfera per l’ultimo saluto.

 

Contributo dei soci

Marisa Trionfante ha preparato le Funeral Potatoes, conosciute anche come patate al formaggio e sono una tipica ricetta degli Stati Uniti che vengono servite durante il brunch come cibo consolatorio in un momento triste. Però sono così confortanti che oramai è diventato tradizione servirlo nei momenti importanti. Vengono anche preparate per il giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day) come contorno, e per i pranzi  o cene nel quale ogni invitato contribuisce portando un piatto. Il convivio in cui ogni ospite contribuisce con un piatto diverso fatto in casa è chiamato potluck, che significa, appunto, pasto alla buona ma anche fortuna. Per saperne di più, e per sapere come prepararle andate sul blog di Marisa.

 

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