La tavola delle feste sostenibile

La tavola delle feste

Ci sono cose nella vita che non hanno prezzo, e poter trascorrere preziosi momenti di convivialità con chi amiamo è una di queste. Ed è appunto per queste occasioni che oggi vi parlo della tavola delle feste. In circostanze speciali, ma anche per quei momenti tutti nostri, saper decorare la tavola, ci regalerà un mondo di souvenir belli da vedere e buoni da mangiare, che soddisferanno tutti i nostri sensi.

Quella che segue è una raccolta di suggerimenti (che non vuol essere in alcun modo esaustiva), frutto delle mie esperienze professionali in fotografia, food e prop styling e ristorazione, dove ho imparato tantissime cose sul campo – rubando con gli occhi – e documentandomi a riguardo. Non sono un’esperta di galateo, tendo a seguire regole di praticità e buon senso.

I presupposti per apparecchiare una tavola delle feste contemporanea sono legati alla filosofia delle 3R della sostenibilità: riduci, riutilizza e ricicla.
Dall’idea alla pianificazione, passando per un inventario di tutto ciò che abbiamo già in casa e, con un po’ di immaginazione, possiamo riutilizzare. Riduciamo così la lista della spesa, a vantaggio anche del budget, e magari riusciamo anche a ridurre un po’ lo stress generalmente associato alle festività. Penserete “sembra facile!” ma facendo un po’ di mente locale, e qualche lista di cose da fare e/o comprare, il processo tende a fluidificarsi diventando così più scorrevole.

“La pazienza, la perseveranza e il sudato lavoro creano un’imbattibile combinazione per il successo.” (Napoleon Hill)

Quindi, a meno che non si tratti di appuntamenti formali, che richiedono delle rigorose regole di etichetta (che qui non troverete), largo alla sperimentazione. Ci vuole quel po’ di audacia nell’osare e dosare accostamenti, anche apparentemente improbabili, come piatti e posate spaiati: fanno tanto “happy mood”.

Ed eccoci giunte al momento della lista. Che sia brunch, colazione/pranzo o cena, che storia vogliamo raccontare?
I colori propri a ogni stagione sono sempre un’ottima ispirazione di partenza. Per esempio, la tavolozza tipica del Natale (almeno per noi che viviamo a nord dell’Equatore) è solitamente un mix di oro, rosso, verde e bianco, il gusto personale farà il resto. A questo proposito, Mr. Arthur Inch – un famoso maggiordomo inglese – diceva: “Decorare una tavola in modo che abbia un bell’aspetto va oltre la selezione del servizio perfetto di porcellane, bicchieri e argenteria. Come per il tubino nero, sono gli accessori a fare la differenza.” Dal suo libro Dinner is served (La cena è servita – del 2003), un breve manuale, molto istruttivo, che consulto periodicamente.

Come apparecchiare la tavola delle feste sostenibile

Decorazioni tavola di Natale

Decorare la tavola di Natale con le mele. Ph. Rosangela Giannoccaro

 

Come apparecchiare la tavola delle feste? Ecco cosa serve per una mise en place essenziale:

  1. il tavolo, ovviamente. Ma anche tavolini, tavoloni o tavolacci possono andar bene. E questo vale anche per un servizio in piedi: dovrete pur appoggiare le vivande da qualche parte. In questo caso posizionate le sedie in maniera che lascino libero accesso al tavolo, ma possano comunque essere di conforto agli ospiti più stanchi.
  2. tovaglie e tovaglioli, con tovagliette e/o runner. Sono accessori che servono sia per proteggere il tavolo durante i pasti, che per decorarlo. Solitamente di stoffa (cotone e lino sono i materiali più pratici); tra amici via libera anche alla carta.
    – La domandona per la tovaglia è: “stirata o con le pieghe?” Decidete liberamente.
    – Riguardo ai tovaglioli, se di stoffa, meglio stirati. Si possono piegare nei modi più svariati, a meno che non abbiate optato per la carta. Per il posizionamento? A sinistra o a destra, sopra il        piatto o sotto il piatto, qui scatta il buon senso. Molto dipenderà anche dallo spazio disponibile tra le sedute.
  3. piatti, posate e bicchieri. Una volta deciso il numero delle portate, si passa al calcolo dei nostri accessori essenziali per consumarle. Il minimo solitamente consiste in:
    – un sottopiatto e un piatto piano;
    – (a destra) un coltello (lama verso il piatto) e un cucchiaio;
    – (a sinistra), un paio di forchette;
    – (in alto a destra) un bicchiere per l’acqua e uno per il vino.
  4. Niente plastica please!

Se dovessero essere di più, una semplice regola è iniziare con gli utensili più esterni rispetto ai piatti.

Nota – Ricordiamoci di divertirci. Katharine Hepburn diceva: “Se segui tutte le regole, ti perdi tutto il divertimento.” Appunto!

Riguardo alle decorazioni in generale. Sono elementi importanti che, come la punteggiatura per un testo, scandiscono il ritmo e i toni del racconto, per la pace e l’armonia sensoriale dei nostri cinque sensi.

Creatività, stile e stagionalità saranno le linee guida per gli ornamenti fai-da-te. Ecco alcuni suggerimenti:

  • i segnaposto – dalle fragranti erbe aromatiche all’agrifoglio (porta fortuna) e/o pigne, ai cartoncini riciclati o bigliettini vintage, è il momento di orchestrare gli elementi che guideranno i nostri ospiti ai loro posti.
    Quando ci sono più di 5 invitati, meglio decidere in anticipo come/dove farli sedere – dovrebbe aiutarli a sentirsi a loro agio anche con vicini che non conoscono;
  • il centrotavola composto da decorazioni edibili è incantevole. Ci si può sbizzarrire con punti di colore che seguono la tavolozza cromatica stagionale o personale.
    Largo sia a ingredienti freschi (la frutta, in generale, è bellissima; ma ci sono anche le zucchette decorative), che secchi (frutta secca, frutta a guscio, caldarroste, tarallucci, semi tostati), con qualche schiaccianoci;
  • per tavolate spaziose potremmo aggiungere anche nastri colorati e candele, quest’ultime da tenere fuori dalla portata dei bambini e/o ospiti pasticcioni;
  • e poi c’è la musica di sottofondo.

A proposito di centrotavola, Mr. Inch scrive: “Non esiste una regola che decreti che la decorazione centrale debba essere un candelabro d’argento affiancato da vasi di fiori. In epoca moderna, le scelte sono quasi infinite: dai contenitori splendidamente disposti di frutta fresca come limoni e lime, alle composizioni floreali”. Aggiungerei, basta che non siano troppo alti o voluminosi da costringere gli ospiti a spostarsi ogni volta che vogliono parlare con il dirimpettaio.

Vi sembrerà banale, ma una volta definite le basi, incorporare anche “i piattini sbeccati del servizio buono di nonna” apparirà realizzabile. Certo non sarà kintsugi, ma è pur sempre un bel modo per riutilizzare elementi che già abbiamo in casa, a portata di mano; sono pezzi ricchi di ricordi di pasti importanti: il servizio buono di mia nonna era solo per i momenti importanti.

Per chi non lo sapesse, kintsugi (o kintsukuroi) è l’arte giapponese di ricomporre pezzi di ceramica rotti, utilizzando una speciale lacca impreziosita con polvere d’oro, argento o platino.
L’effetto finale, una volta ricostruiti i contenitori, regala bellissime cuciture metallizzate che luccicano tra i frammenti incollati, conferendo un aspetto unico a ogni pezzo. Un approccio verso il rotto-riparabile costruito sull’idea che, abbracciando difetti e imperfezioni, si possano creare opere d’arte.

La tavola delle feste inclusiva

Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto.” (Anthelme Brillat-Savarin)

Condividere i pasti è un momento di comunione per tutti, un modo per connettersi, pertanto attiviamoci per avere una tavola delle feste inclusiva. In questo mondo ricco di culture e tradizioni, potremmo avere ospiti che – vuoi per scelte etiche, di salute, o per motivi religiosi – non mangiano alcune cose, o hanno esigenze particolari: che facciamo, non li invitiamo? Niente panico, certo che li invitiamo, organizzazione e strategia sono i primi ingredienti da mettere sulla lista della spesa.

Dal menù alla mise en place ecco qualche consiglio:

  1. per ospiti con restrizioni alimentari: senza glutine, senza lattosio, vegetariani e/o vegani; la lista è lunga.
    – Raccogliamo in un elenco gli ingredienti no, e consultiamo i ricettari (anche quelli storici) della nostra bella e inclusiva cucina italiana, sono ricchi di piatti per tutti i gusti, con svariate     portate naturalmente “senza”. Con un po’ di preparazione potremo offrire pietanze deliziose che soddisfino le restrizioni dietetiche, in modo che tutti possano godersi il loro posto a tavola.
    – Dedichiamo un angoletto della cucina alle preparazioni “speciali” e, con attrezzi puliti e un po’ di contenitori con coperchio, dovremmo limitare il rischio contaminazione per gli ospiti con  intolleranze alimentari. Informiamoli comunque dei rischi!
  2. gli ospiti mancini, dove li facciamo sedere? Nell’angolo a sinistra del tavolo. A meno che non sia tondo, in quel caso si lascia un po’ di spazio in più a sinistra, per evitare che ci si urti con il vicino. Un bel gesto di attenzione è apparecchiare per loro, basta invertire l’ordine (destra/sinistra) di posate e bicchieri.
  3. per i “musoni” delle festività, a prescindere. Di chi parlo? Li/le riconoscete subito, perché alzano gli occhi al cielo e, con fare imbronciato, dicono: “ah, no! Io non festeggio, odio questa (ricorrenza); le varianti sono tantissime. Per loro appunto, bisognerà spostare l’attenzione dalla festività verso qualcosa di condivisibile, anche la sola opportunità di potersi rivedere è un buon motivo per celebrare.

“Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene.” (Virginia Woolf)

In ultima analisi, la presentazione ideale della tavola delle feste dipende dallo stile e dal gusto personale, abbinati al senso di generosità e ospitalità che daranno il benvenuto. E riserviamoci del tempo per fare quattro chiacchiere con i nostri ospiti, goderci il pasto, o almeno qualche drink: ce lo siamo meritato.

A questo punto non mi resta che ringraziarvi per aver trovato il tempo di leggere l’articolo, spero tanto vi possa essere d’aiuto. E, mi raccomando, restate sintonizzati sui canali di AIFB per gustosissimi aggiornamenti, con e senza glutine.

Auguro a tutti Buone Feste!

3 commenti

  1. Carissima Orsola, mi sono bevuta il tuo articolo come un bicchiere d’acqua fresca. Grazie, tanti suggerimenti e soprattutto, leggerezza e saggezza insieme. Una bellezza!
    Buon Natale

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