Bee wrap: l’alternativa sostenibile alle pellicole alimentari

Bee wrap
Bee wrap

Oggi parliamo dei bee wrap, i panni in cera d’ api che sono diventati d’uso comune nelle nostre case. Sono panni di tessuti naturali, lino o cotone, imbevuti di cera d’api biologica. I bee wrap sostituiscono la pellicola alimentare e l’alluminio per conservare frutta, verdura e avanzi di pietanze in frigorifero. Sono riutilizzabili, si puliscono con un panno umido e sapone neutro e si usano quasi all’infinito; esistono anche in versione vegana, imbevuti con cera di soia. Inoltre, nel caso in cui si rovinino, possono essere rigenerati con poche, semplici mosse. Sono utilissimi, colorati, versatili e si possono preparare a casa: io l’ho fatto e, dopo qualche esperimento, ho ottenuto un buon risultato.
I panni in cera d’api servono per fasciare e conservare gli alimenti. Sono amici di frutta, verdura, sformati, biscotti e torte, ma temono il caldo, la carne e il pesce crudi.
Devo confessare che inizialmente questi panni cerati non mi ispiravano alcuna fiducia e pensavo che non fossero isolanti come la pellicola. Perciò i primi che ho ricevuto sono rimasti nel cassetto per un bel po’ di tempo. Poi però ho letto un articolo sulle proprietà della cera d’api e ho deciso di dar loro un’occasione.

Vantaggi nell’uso dei panni in cera d’api per alimenti

La cera d’api è straordinaria, ha molte qualità utili e benefiche, al pari degli altri prodotti dell’alveare. Infatti è ricca di proprietà nutritive, è antisettica e idrorepellente, ed è un materiale altamente malleabile. Viene adoperata nel settore alimentare per avvolgere i formaggi durante la stagionatura e come additivo alimentare (E 901) per lucidare e proteggere in modo naturale alcuni frutti, ad esempio le mele. Tutto questo mi ha convinto a provare ad adoperare i panni cerati per sostituire pellicola e fogli di alluminio che, oltre ad inquinare moltissimo, possono essere nocivi per la salute. All’inizio i bee wrap a mia disposizione erano esclusivamente di piccolo formato, la qual cosa mi impediva di sperimentarne veramente l’utilità. Così ho acquistato una confezione più grande, e la sorpresa è stata massima: i panni cerati funzionano benissimo, si adattano con gentilezza al contenitore da coprire, ai frutti già tagliati e al mezzo limone destinato alla rovina nella porta del frigorifero. Preservano dall’umidità e dal sapore degli altri alimenti e si puliscono molto facilmente. Infine sono perfettamente atossici per le persone e non sono pericolosi per l’ambiente. Un panno cerato dimenticato al parco o al mare sarà forse brutto da vedere, ma si dissolverà completamente in poco tempo senza lasciare alcun residuo. Potremmo dire lo stesso della pellicola alimentare e dei fogli di alluminio?
Imparare ad adoperare i bee wrap per conservare gli alimenti in frigorifero, o per fasciare un panino nello zaino, sarà un piccolo gesto utile al cambiamento indispensabile per salvaguardare l’ambiente.

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I bee wrap in cucina ph. Silvia Tavella

Come si realizza un panno in cera d’api in casa: homemade bee wrap

Bee wrap fatti in casa

Bee wrap fatti in casa ph. Silvia Tavella

 

In previsione delle feste di Natale ho deciso di provare a fare i bee wrap in casa. Questi panni cerati, infatti, sono perfetti anche per confezionare i biscotti di Natale per amici e parenti, o per abbellire il tappo dei barattoli di marmellata e conserve. Anche da soli tuttavia, i bee wrap profumati di miele saranno un regalo gradito, ancor più se fatti in casa con vecchie stoffe colorate. Prevediamo di prepararne diverse misure, anche più grandi di quelle che troviamo in commercio. Una volta freddi, ci permetteranno di coprire torte, teglie e tegami, e di riporli in frigorifero.
Per capire come realizzare i bee wrap in casa ho letto molto. Le indicazioni migliori – le più ecologiche – suggeriscono di usare stoffe biologiche. Io ho deciso di non farlo e di adoperare invece vecchie stoffe di cotone e di lino a tinte chiare, che sono state lavate moltissime volte: un grembiule che ho amato tanto e quel che resta di una gonna di mia madre. Prima di usarle, però, le ho lavate un’ultima volta usando solo sapone di Marsiglia biodegradabile, per eliminare eventuali impurità. Così facendo si possono riciclare gli scampoli di stoffa che abbiamo in casa senza comprare niente di nuovo. Questo secondo me ha due vantaggi: aggiunge valore affettivo al dono e rinforza il circolo virtuoso del riciclo. Raccomando però adoperare solo tessuti naturali e chiari o, per lo meno, di essere certi che non stingano in alcun modo.

Ma veniamo al dunque. Per realizzare i panni cerati a casa ci serviranno:

● qualche pezzo di stoffa di cotone;
● 500 grammi di cera d’api naturale;
● 50 grammi di olio di cocco, o di jojoba, o di mandorla;
● il ferro da stiro;
● due grossi fogli di carta da forno.

Cominciamo dicendo due parole sulla cera. L’ideale sarebbe acquistare la cera d’api da un apicultore. Io l’ho fatto, ma in commercio troverete la cera già pronta in gocce. Avendo a disposizione un panetto di cera naturale, consiglio di scioglierla in forno a bassa temperatura (80° C) dentro una teglia bassa e larga. Io ho usato una vecchia teglia di alluminio usa e getta: la cera è difficile da pulire e sapevo di poter buttare la teglia dopo l’uso. Otterremo un foglio di cera sottile che, una volta fredda, si potrà spezzare facilmente in piccoli pezzi.
Se invece disponiamo di cera in gocce, questa operazione non sarà necessaria.
Tagliamo la stoffa di diverse misure. In commercio si trovano in genere tre misure: piccola (18 x 20 cm), media (25 x 28 cm), e grande (33 x 35 cm); ma a casa non ci sono regole, e ognuno potrà realizzare le misure che preferisce in base alle proprie necessità. Io ho preparato anche bee wrap abbastanza grandi da poter fasciare un panino o coprire una teglia. La misura piccola, invece, sarà perfetta per coprire una ciotola o per avvolgere mezza mela, mezza cipolla o mezzo limone.

Accendiamo il ferro su una temperatura media senza usare il vapore. Tagliamo un grande foglio di carta da forno e spennelliamo velocemente con olio di cocco, poi posiamo la stoffa che vogliamo lavorare. A questo punto disponiamo la cera (in gocce o in pezzi) sulla tela e copriamo con il secondo foglio di carta da forno. Non ci resta che stirare: la cera, a contatto con il calore, si scioglierà imbevendo in modo uniforme la stoffa, mentre l’eccedenza verrà spinta ai lati della tela dal movimento del ferro e fuoriuscirà sulla carta, pronta per un nuovo panno. Togliamo quindi con cautela la stoffa dalla carta, e aspettiamo che raffreddi: il bee wrap diventerà presto rigido, pronto da adoperare.
Il gioco è fatto! La preparazione dei panni cerati, come ogni esperimento, ha bisogno di un po’ di pratica, ma qui ogni errore è facilmente recuperabile, togliendo o aggiungendo piccole quantità di cera.

Attenzione solo a non ungere troppo la tela con l’olio: se un po’ di grasso aiuta, troppo impedisce l’assorbimento della cera da parte della stoffa.
Inoltre, se possibile, raccomando di usare forbici a zig zag per ritagliare la stoffa, così il bordo dei panni resterà preciso e non sfilaccerà neanche dopo molti utilizzi.
Non lesiniamo la carta forno: se la cera dovesse colarne al di fuori, sarebbe poi difficile pulire l’asse da stiro; ma se resta sui fogli potremo poi conservarli insieme con la cera e la stoffa avanzata, e adoperarla per nuove avventure.

Quanta cera mettere sulla tela? Questo è molto soggettivo. Dipende dallo spessore della stoffa, dalla qualità della cera e dal calore delle nostre mani: saranno loro infatti a modellare i bee wrap intorno ai recipienti, perché ne prendano la forma.

Versione vegana

Se tra noi ci fossero delle persone vegane, non si scoraggino! I bee wrap si possono realizzare anche senza materia di provenienza animale, semplicemente sostituendo la cera di soja alla cera d’api. So che molte persone sono critiche rispetto alla pratica di prelevare la cera dagli alveari, sostenendo che affatichi in maniera eccessiva le api, costrette a produrne di nuova. Soprattutto, ho letto che alcuni ritengono inutile utilizzare la cera d’api, dal momento che la cera di soia, completamente vegetale, la sostituisce in modo egregio. E infatti la realizzazione dei panni cerati vegani a base di cera di soia è identica nel procedimento a quanto ho spiegato prima.

Concludo ricordando che il ferro non è l’unico metodo per realizzare i bee wrap, so che si possono ottenere anche in forno, posando sulla carta forno la stoffa e la cera e scaldando a bassa temperatura. Ho provato, ma mi sono trovata molto meglio con il ferro, che fa un lavoro più preciso ed accurato.

Quindi, popolo ecologico, prepariamoci per tempo e stiriamo – cera d’api o cera di soia che sia – ma stiriamo. Ci ringrazieranno tutti. Pietanze e alimenti saranno ben felici dei loro nuovi amici, gli avanzi di stoffa emozionati e pronti per una nuova vita, mentre Madre Natura sarà contentissima di non avere più tra i piedi le microplastiche che risultano dai nostri imballaggi tradizionali.

Ma gli ultimi a ringraziare saremo noi, felici di una nuova piccola avventura che ci permetterà di regalare a Natale tanti panni cerati, ecologici e colorati, realizzati con le nostre mani.

7 commenti

  1. Ho iniziato ad usarle da qualche tempo, ma non sapevo si potessero preparare anche a casa. Grazie Silvia per queste informazioni.

  2. Silvia che belli, io ho sempre usato quelli che si acquistano, non ho mai provato a farli, devo cercare la cera d’api.
    Unica cosa devo anche io per forza metterci un elastico ben fermo quando li metto in frigorifero perchè con il freddo, diventano rigidissimi, altrimenti non sono più ermetici. Grazie

  3. Grazie della bella novita’,mi piace molto il tuo blog,ti ho conosciuta a Tv2000 e mi sei subito piaciuta,complimenti!LAURA

  4. Ciao ,belle novita’ nel tuo blog,ti ho conosciuta a Tv2000 e ti seguiro’ x scoprire

    cose che non conoscevo.Buon Natale

  5. Buongiorno, sono interessata a questa ottima alternativa alla plastica. E’ possibile avere la dichiarazione di conformità al contatto con gli alimenti del prodotto? Ringrazio e saluto cordialmente.

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