01/10/2024
Il ricettario ufficiale di Netflix
Il ricettario ufficiale di Netflix è un libro di cucina decisamente sopra ...
Pubblicazione: 14/11/2022
Lista degli argomenti
Tra il X e l’XI secolo, in un periodo storico in cui le case erano poco più che capanne in legno, a Genova si costruirono le prime case in mattoni con i tetti coperti di ardesia. Il motivo era semplice: a causa del vento forte, il rischio di incendio era altissimo. Nacque così un reticolo intricato di strade, che ancora oggi tracciano i molti itinerari medioevali che si possono percorrere passeggiando per il centro storico di Genova. Nel medioevo le botteghe degli artigiani che svolgevano il medesimo lavoro e commerciavano la stessa merce si affacciavano sulle stesse strade, che da loro presero il nome. Nacquero allora Via degli Orefici, Via di Scurreria (nota per le stoffe), Via dei Giustiniani (che ospita i falegnami) e Via dei Macelli di Soziglia. In seguito tutte queste strade hanno cambiato aspetto e si sono impreziosite del barocco genovese, ma restano il cuore del nostro affascinante centro storico.
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Sono molte le botteghe storiche che si trovano ai Macelli di Soziglia, una via che, dai viali eleganti della circonvallazione ottocentesca, scende diritta verso il cuore del centro. D’impianto medioevale, Via dei Macelli di Soziglia ospitava i macelli e i negozi di carne. Era anticamente costituita da un porticato aperto, un torrente che smaltiva il sangue degli animali ed una serie di negozi. Anche se il porticato medioevale è stato chiuso (ne vediamo ormai solo le tracce) e se il rio dei macelli scorre sotto l’attuale lastricato, i Macelli restano, per noi genovesi, la via delle carni.
Potrei dire che in questa strada tutti i negozi sono botteghe storiche, e non direi una bugia. Infatti fin da subito incontriamo sui portali in marmo dei negozi i simboli dell’antica corporazione dei macellai, che in passato è stata ricca e potente. Anche se le cose sono molto cambiate e non tutte le saracinesche ospitano solo macellerie, una antica resiste.
La macelleria Nico, situata proprio all’inizio della via, è aperta fin dalla fine del Settecento e conserva un bel portale, il banco in marmo bianco elegantemente intarsiato, volte a botte e un antico pavimento alla genovese. Il suo grande bancone è famoso a Genova: il proprietario era certamente un patriota. Fece scolpire in altorilievo alcuni personaggi del Risorgimento italiano: Garibaldi, Mazzini e Nino Bixio. Vi è anche una figura femminile, che rappresenta l’unità d’Italia. È insomma una macelleria in cui troviamo figure illustri scolpite insieme a mucche, tori e vitelli. Questo negozio è un gioiello, una bottega storica tipicamente genovese. Attenzione, però: da Nico il mugugno (parola onomatopeica che riproduce il suono del brontolio) è libero e l’attuale proprietario lo sa. Entrate quindi, ma con cautela e, se possibile, fate un acquisto: la carne di Nico è Fassona piemontese di ottima qualità.
Non posso trascurare la Bottega dello stoccafisso, un negozio che frequento da quando avevo le calze corte. Punto di riferimento di tutti i genovesi per stoccafisso e baccalà, ha grandi vasche di marmo, volte a botte e un banco di gastronomia tradizionale ligure. Tutti a Genova mangiano lo stoccafisso, tradizionalmente accomodato alla stessa maniera in cui cuciniamo anche le trippe (con patate olive e pinoli), oppure bollito, con fave secche patate e pomodoro: “Stocchefisce e bacilli”, il piatto tradizionale del giorno dei morti.
Il negozio è diviso a metà: a sinistra un bancone in marmo e le grandi vasche in cui lo stoccafisso resta a bagno in attesa di essere cucinato; sul bancone ci sono funghi secchi, olive e pinoli, grandi vasi di mostarda, latte di tonno, aringhe e sardine. Appesi al muro in bella mostra (corsie e ganci in ferro sono d’epoca) non mancano gli stocche, rinsecchiti e a bocca aperta. A destra si trova invece un elegante banco tradizionale di salumi, formaggi e gastronomia.
Questa bottega è imperdibile, consiglio a chiunque passi dal centro storico di Genova di dare almeno un’occhiata.
In un bel locale storico ha riaperto, ormai da qualche anno, una macelleria insolita ed eccellente, Macelli 44. Parliamo del punto vendita della Cooperativa Agricola Monte di Capenardo, un allevamento di bovini biologico e brado. Sia Macelli 44 sia l’allevamento di montagna a pochi chilometri dal centro valgono una visita. Troverete informazioni e curiosità in un interessante articolo dedicato, ma oggi vorrei parlare dei locali che ospitano questa macelleria biologica. Ci accoglie una piccola vetrinetta quadrata, che si affaccia invitante poco prima della porta: è una cella di stagionatura, dove riposano appesi salumi naturali, che costituiscono un biglietto da visita perfetto. Il negozio, dal banco semplice, ha una grande vetrata che affaccia sulla piazza, ed è in marmo grigio. Sotto al piano vendita poi, c’è un ampio locale anch’esso in marmo grigio (purtroppo non visitabile), sul cui grande bancone i macellai disossano le carni e le preparano per la vendita. Entrate, per curiosare e chiedere spiegazioni: i ragazzi sono gentili e disponibili. Attenzione però, il negozio è aperto dal mercoledì al sabato ed è molto frequentato.
Non posso dimenticare la rosticceria De Micheli, che si annovera a buon diritto tra le botteghe storiche ed ha il pregio di tenere il passo coi tempi senza perdere identità. Ai Macelli fin dal 1900, recentemente si è rinnovata ed è diventata un negozio elegantissimo, gestito con classe dalle nuove generazioni di famiglia. Ha una bella insegna rossa e le vetrine sono degne delle migliori pâtisseries francesi: bocconcini di cappon magro perfetti come pasticcini colorati e lucidi, il pesto genovese, mini pasqualine, polpettone, lasagne e quant’altro. All’interno il negozio mantiene il fascino d’un locale di antica tradizione, ma la gastronomia classica si è vestita elegante. Da De Micheli si trova tutto il meglio della cucina genovese, che possiamo portare a casa: non perdete un assaggio.
Via dei Macelli di Soziglia non è solo botteghe storiche. In questa strada, infatti, troviamo molto di più. Il centro storico di Genova, fatto di vie strette, di case alte e di bruschi cambiamenti, non resta mai uguale pur rimanendo sempre fedele alla sua natura, insieme ruvida e sincera. Le due anime di Genova convivono perfettamente in Via dei Macelli: quella brontolona che viene disturbata da ogni cambiamento, e quella che invece spalanca le porte alle nuove tendenze. Per questo consiglio davvero una passeggiata attenta in Via dei Macelli di Soziglia, un itinerario insolito dove si incontrano laboratori musicali e teatrali, moderni negozi biologici e anche uno storico negozio di vestiti usati. Ma non solo: ai Macelli troverete anche un ciabattino, un sarto, un atelier di composizioni floreali verticali eco-sostenibili ed un fruttivendolo speciale. Allo stesso modo dei negozi, anche le persone che incontriamo ai Macelli formano un’umanità tra le più varie: signore più o meno eleganti, giovani e anziane che fanno la spesa insieme alle prostitute, impiegati in pausa pranzo insieme a operai del porto o dei cantieri, studenti e molti turisti. La meraviglia di Via dei Macelli, in fondo, sta nel suo essere un crogiuolo di umanità, un osservatorio privilegiato a cavallo tra il vecchio e il nuovo, che accoglie le storie di tutti.
A Ca’ do Dria, un posto davvero speciale, non è una bottega di liutaio, non è un museo musicale e non è una sala di registrazione, ma tutte queste cose insieme, In vetrina, strumenti e dischi d’epoca, all’interno un’atmosfera speciale.
A Ca’ do Dria significa “a casa di Andrea”: potremmo tradurre “Da Andrea”. Il nome fa riferimento ad un vecchio locale che accoglieva e ristorava i pescatori genovesi in porto, di ritorno dal mare. Fabrizio de André ne canta nella sua famosissima Crêuza de mä. E si chiama proprio Andrea il fondatore di questo formidabile posto. Lui lo definisce così:
“Mi è stato più volte chiesto perché ho chiamato il mio lavoro, A Ca’ do’ Dria. Eccoci… Volevo citare un testo di una famosa canzone di Faber, che è Crêuza de mä. Nel testo diceva:
In ta’ ca’ do Dria chi ghe saia’
in ta Ca do’ Dria che u nun l’è in maina’…
Ossia… In casa di Andrea chi ci sarà, nella casa di Andrea che non è un marinaio.
Perché tutto ciò?
Perché io ho navigato, ma non mi sono mai sentito un vero marinaio; ho suonato e cantato in giro per il mondo, ma non mi sono mai sentito un vero musicista. In compenso ero e sono o Dria, e volevo che questa mia creazione fosse un ritrovo musicalmente semplice per artisti e gente comune uniti da una sola idea,
quella della socialità. Da me c’è sempre (e finché potrò ci sarà) una mano tesa per tutti, dall’artista di strada al mostro da palcoscenico. Per non parlare della gente comune, che entra solo per sentirsi dire buongiorno, oppure per chiedermi: hai un euro per un caffe?
Questa è A Ca’ do Dria.”
Poco più avanti incontriamo La Valigia di Ada, un laboratorio teatrale e creativo per bambini che negli anni ha fatto molte cose interessanti. Lo spazio che ospita questo studio artistico è molto bello, così come la sua vetrina, ma la cosa più bella sono i bambini, sporchi di colla e colori, chiacchierini e indaffarati.
La Valigia di Ada è stata fondata circa dieci anni fa da due allieve del maestro Luzzati, e recentemente l’associazione si è fusa con Il Teatro Appeso a un Filo, che costruisce marionette a filo e le mette in scena. Insieme portano avanti il laboratorio creativo per bambini e il teatro per ragazzi. Quando passo guardo sempre con interesse cosa succede all’interno. I bambini in genere sono impegnati in qualche avventura, ad esempio costruire il proprio libro pop-up. Durante l’estate e nei sabato pomeriggio d’inverno trascorrono qui molte ore, a leggere, ritagliare, incollare e costruire: un’impresa diversa ogni settimana. Anche La Valigia di Ada contribuisce al mondo variegato di Via dei Macelli di Soziglia, ed è un’impresa tutta al femminile.
Almanacco è un negozio di abiti usati, con una grande insegna e due belle vetrine. Dalla sua porta, spesso aperta, esce l’odore caratteristico del baule della nonna. Il negozio merita una visita se siete amanti del vintage, perché è aperto dal 1979 e vende abiti usati di gran classe. Non solo: fin dal 1988, Almanacco appartiene ad un’elegante signora che si chiama Silvia e seleziona con cura stoffe e modelli degli abiti che vende. Anche in questo caso parliamo quindi di un negozio che ha tantissimo da raccontare, e che ha assistito ai cambiamenti di Via dei Macelli. In questa strada batte il cuore del biologico e del sostenibile del centro storico. Acquistare abiti vintage oggi non è più solo una moda, ma si è arricchito di significati etici ed ecosostenibili. Almanacco, elegante nel suo genere senza essere snob, è ormai una pietra miliare. Silvia predilige gli anni Sessanta, ma il suo negozio vende anche altro: anni Settanta, Ottanta e Novanta. Silvia pizzica il meglio, in modo da avere in negozio una sorta di concept store, una collezione di prototipi. Perciò Almanacco è frequentato anche da stilisti, che vengono a cercare le idee e i modelli migliori da riproporre nel mondo della moda.
Entrare da Almanacco è sempre un’emozione, e chiacchierare con Silvia piacevolissimo. Andate a curiosare.
La Pulsatilla è una bio-erboristeria tutta al femminile. Il negozio è profumato e interessantissimo, ed è uno dei miei posti del cuore. Le proprietarie sono due giovani signore, Ilaria Tedone e Lucia Bollo. Gentili e competenti, offrono soprattutto consulenza per il benessere della persona, a livello curativo, energetico e personale. Inoltre qui si possono trovare tè e tisane di ottima qualità, prodotti per la cura della persona profumati, naturali e biologici, detersivi alla spina biodegradabili e molto altro. I cosmetici biologici della Pulsatilla – smalti, ciprie, matite per occhi e labbra – non hanno niente da invidiare alle migliori marche di cosmetici tradizionali. Quest’erboristeria è aperta dal 2012, ed è in continua evoluzione sulle nuove tendenze del biologico e sull’attenzione all’ambiente, facendo un lavoro accurato di selezione dei materiali e degli imballi.
Anche questo è un locale storico: alzate gli occhi a guardare i resti visibili dell’antica struttura a porticato, che permetteva di tenere gli animali all’aperto e di gestire gli spazi della macellazione. Sono tra i pochi rimasti in Via dei Macelli di Soziglia.
La Pulsatilla fa parte delle imprese al femminile di questa strada, per le quali servirebbe un capitolo a parte.
Via dei Macelli è il posto ideale dove mangiare e la scelta è ampia. Come ho già detto, in questa strada c’è una rete di esercenti che offrono materie prime locali e, spesso, biologiche. Qui i ristoratori si stimano e spesso collaborano, nel tentativo di offrire il meglio e di migliorare il clima della via in cui lavorano: una realtà davvero interessante.
Segnalo qualcuno dei posti che conosco e che mi piacciono.
Appena all’inizio di via dei Macelli c’è Patalin, una piccola osteria da non perdere. Un buchetto con una ragazza giovane al bancone, due tavolini all’aperto e una piccola sala interna, al piano superiore. Da Patalin si mangiano solo patate a pasta gialla, morbide e povere di amido. Si mangiano a cominciare dalla buccia perché sono biologiche e si mangiano letteralmente in tutte le salse. Le patate infatti sono solo il contenitore di molti ripieni, squisiti e sempre nuovi. Patalin, pur cucinando solo patate, è frequentatissimo e rispecchia la via in cui si trova. Qui mangiano tutti: gli impiegati dei prestigiosi uffici della vicina Piazza Soziglia e gli studenti, le signore eleganti e le coloratissime prostitute di Vico della Rosa, i vegetariani e i carnivori. Jessica, la giovane proprietaria, collabora con Macelli 44, da cui prende la carne biologica (da provare “La rivoluzionaria”, patata del mese di settembre con polpette di carne biologica, spezie e spinaci freschi) e con la gastronomia vegana Jaa Nu, specializzata in preparazioni senza glutine, che le fornisce il pane. Aperto da martedì a sabato, ma attenzione: martedì solo a pranzo!
In Piazza dei Macelli di Soziglia troviamo Jaa Nù, una gastronomia vegana eccellente.
Da Jaa Nù si trova una cucina vegana inclusiva, dove nessuno è messo da parte. Con le loro preparazioni, le giovani proprietarie cercano, ogni giorno, di “invogliare l’onnivoro” con piatti diversi, che prendono spunto dalla cucina tradizionale riproposta in chiave vegana. Marta ed Elisa sono gentili e sorridenti, e il banco del loro negozio è come loro: colorato, giovane e allegro. Inoltre Jaa Nù è specializzato in preparazioni senza glutine. I piatti di Jaa Nù si possono portare a casa o consumare sul posto. Dal martedì al sabato, orario continuato fino alle 19.
Se volete mangiare bene da ogni punto di vista, non perdete questo locale nella bella e assolata piazzetta di Via dei Macelli. Parliamo del Bistrot della macelleria biologica Macelli 44, che propone carni e salumi biologici a km 0 e non solo: troverete formaggi locali, ottimi vini e birre artigianali. Il locale è appena stato ristrutturato ed ha mantenuto la sua struttura originaria, guadagnando però un gran fascino. L’Agri-bistrot è perfetto per un pasto completo, per uno spuntino, un aperitivo o una merenda. È aperto da mercoledì a sabato e la domenica a pranzo.
Proseguendo appena un poco, nascosta dalle impalcature che in questo periodo popolano la città, troviamo la porta de I canovacci. A Genova i canovacci non sono solo quelli teatrali: per noi sono gli strofinacci da cucina, in tela di cotone o lino, resistenti e colorati. Questo ristorante conserva il ricordo del negozio precedente, che vendeva, appunto, canovacci, e dell’osteria ancora precedente e storica: Le tendine rosse. Ora qui si mangia bene, ma non solo. I canovacci infatti hanno una formula mista: sono un po’ bottega e un po’ ristorante. Le due simpaticissime proprietarie sono sorelle, e il loro locale si fonda su due cardini: amore per la cucina e amore per la terra. Qui le materie prime si scelgono con cura, e le ragazze de I canovacci pensano sia bello condividere anche la cambusa del cuoco. Quindi vendono sfuse molte delle cose con cui cucinano. Questo bel locale ad angolo impegna proprio il punto in cui via dei Macelli incontra Via della Maddalena. I suoi tavolini all’aperto infatti sono appoggiati, un po’ in salita (o in discesa, dipende dai punti di vista), nella piccola Piazza della Maddalena: non una vera e propria piazza, piuttosto un crocevia, proprio di fronte all’incantevole chiesa barocca che porta lo stesso nome. Gli spazi interni sono in parte d’epoca e in parte ricostruiti dopo il secondo dopoguerra. Il cuoco Biagio, di origine siciliana, è il marito di una delle proprietarie. Ma cosa si mangia a I Canovacci? Cibo semplice e squisito. Il menù ha sempre lo stesso impianto di antipasti, primi secondi e dolci. Poche proposte ogni giorno diverse. Le portate seguono la stagionalità e sono a base di ingredienti il più possibile biologici e a km 0. Quindi la domanda quotidiana sembra essere: «Cosa cuciniamo domani?».
La sfuseria dei canovacci è aperta solo al mattino, e il ristorante solo a pranzo.
Concludo con questa bella considerazione delle ragazze dei Canovacci, sul perché lavorano bene ai Macelli, in armonia con i colleghi: «Ognuno di noi ama ciò che fa e coltiva bene il suo orto, pensando che insieme i nostri appezzamenti, tutti colorati diversi, possono essere un bellissimo quadro».
Spero di aver lasciato tutti con l’acquolina in bocca e il desiderio di visitare il centro storico di Genova, di cui questo è solo un assaggio.
Prima di andar via, fate un salto a vedere la grande edicola votiva in marmo di Piazza dei Macelli di Soziglia, che protegge tutti quanti in questa strada e merita una pausa. L’edicola dei Beccai è particolare perché, diversamente dalle altre, non è posta in alto, ma quasi all’altezza dei passanti. Fu donata alla città dalla corporazione dei macellai, i beccai, nel 1724.
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Brava Silvia, non solo ottima e fantasiosa cuoca ma eccellente ed invitante guida della Superba.
Ti voglio bene e sono orgogliosa del tuo cammino.
Paola
Grazie Paola, mi commuovi.
Bravissima Silvia. È da tempo che non percorrevo i vicoli del centro storico e, grazie al tuo articolo, in una giornata piovosa e grigia come è stata quella di ieri, ho potuto assaporare i profumi , i ricordi storici e quelli di famiglia così fortemente legati ai Macelli di Siviglia a me molto cari. Ancora complimenti .