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Pubblicazione: 01/12/2023
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Il Mito della Malvasia Aromatica di Candia è stato il leitmotiv del press educational tour organizzato dal Gal del Ducato, il Consorzio dei vini Dop di Parma, Parma Point e Welcome to Emilia: un progetto che ha come scopo la conoscenza, la valorizzazione e la promozione del territorio dei Colli di Parma attraverso l’arte e la gastronomia.
Dal 20 al 22 ottobre giornalisti e foodblogger si sono dati appuntamento a Parma per scoprire le bellezze storiche, artistiche ed enogastronomiche del territorio. Focus dell’evento la Malvasia Aromatica di Candia coltivata e prodotta sulle colline parmensi.
Filo conduttore del press tour la scoperta del territorio di Parma con focus sui prodotti enogastronomici locali: Parmigiano Reggiano DOP, Prosciutto di Parma e, naturalmente, la Malvasia Aromatica di Candia.
Sulla scia delle origini greche della Malvasia, il nostro viaggio non poteva che cominciare, dopo una bella visita guidata al centro storico, con pranzo al ristorante greco Atmosfera di Zacharias Kropotos, un’occasione per conoscere Giovanni Pattoneri, responsabile del progetto Gal del Ducato e Nubia Tagliaferro Project Manager.
Gli ottimi prodotti culinari proposti sono stati accompagnati dall’Assirtyco in purezza dell’azienda greca dell’Acaia Mega Spileo dal gusto secco, fruttato, aromatico e profumato, molto gradevole al palato.
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Nel corso del press tour abbiamo avuto modo di degustare la Malvasia Aromatica di Candia in tutte le sue sfumature.
Ed eccoci presso la cantina Il Poggio, poco lontano da Salsomaggiore Terme, guidati alla scoperta dei vigneti e delle cantine da Mattia Ravenetti.
La tenuta si estende su trenta ettari, a 380 metri sopra il livello del mare, con una ricca varietà di microclima, la presenza di un piccolo lago, un bosco e il terreno è composto da suoli argillosi, calcarei e sabbiosi.
Non manca la coltivazione di ulivi e la produzione di olio. Abbiamo degustato la Malvasia Aromatica di Candia nei diversi aspetti: frizzante, prodotta col Metodo Martinotti Il Parmigianino, frizzante metodo ancestrale La Vedovona, bianco fermo nel Gelasio e passito con Pensiero.
I vini proposti sono stati accompagnati da prodotti tipici locali: Parmigiano Reggiano, Culatello di Zibello, Prosciutto di Parma, carne alla brace. A queste eccellenze, e a molte altre, sono dedicati anche i Musei del Cibo di Parma.
Il pranzo presso l’Azienda Vitivinicola Lamoretti, con una splendida vista sul castello di Torrechiara, e l’incontro con Mauro Lamoretti, Presidente dell’Associazione Strada del Prosciutto e dei vini dei colli di Parma, ci ha permesso di conoscere la realtà del territorio e dei vini prodotti.
Abbiamo assaporato la Malvasia Aromatica di Candia nella versione frizzante in abbinamento con i tortelli alle erbe, uno dei piatti forti del territorio, e con le tagliatelle ai funghi porcini, altra particolarità locale. Interessante il Moscato frizzante di mosto d’uva parzialmente fermentato per accompagnare i dolci proposti.
Il successivo step, alla scoperta della Malvasia, ci ha condotto presso la Cantina Cerdelli. Una graziosa cantina e un vigneto di circa 5 ettari in cui si coltivano uve a bacca bianca e rossa.
Il produttore, Michele Cerdelli, ha vinto più volte il premio della Coseta d’Or, la caratteristica ciotola in legno in cui gli emiliani erano soliti bere il vino, con all’interno una placca dorata destinata ai vincitori della migliore Malvasia Aromatica di Candia. Michele Cerdelli chiama i suoi vini col nome dei filosofi, perché ognuno di loro ha delle sfumature che rimandano a personaggi illustri.
Così eccoci impegnati nella degustazione di vini bianchi e rossi. Si comincia con Socrate, un vino bianco spumante Brut, si continua con Democrito Malvasia Aromatica di Candia ferma, si prosegue con Talete, vino vincitore della Coseta d’or, una Malvasia Aromatica Frizzante DOC, per concludere con i rossi Eraclito, un Lambrusco dell’Emilia IGT, e Plutarco, Barbera dell’Emilia IGT Fermo Barricato, dal sapore deciso e persistenza lunga.
Il Gal, Gruppo Azione Locale, costituito il 29 Maggio 2015 da 32 soci pubblici e privati, nasce con lo scopo di gestire la realizzazione di progetti indirizzati allo sviluppo economico del territorio delle province di Parma e Piacenza.
Valorizzare la Malvasia Aromatica di Candia, ricostruendone l’origine fino ai nostri giorni, fa parte di un disegno più ampio che vede ben tre GAL impegnati a livello europeo:
L’etimologia della parola Malvasia deriva dal nome del porto della città greca del Peloponneso di Monemvasia. L’aggiunta Candia non è altro che la denominazione del luogo di provenienza delle uve, ossia Creta.
Ma come arriva la Malvasia dalla Grecia sui Colli Piacentini e di Parma?
Il primato spetta ai Veneziani che dal 1250 hanno un florido commercio di vini che trasportano dalle isole greche nel bacino del Mediterraneo e via terra, in Italia, attraverso l’Istria e la Croazia.
La Repubblica della Serenissima nel 1419 annette la città portuale greca di Monemvasia situata nel Peloponneso. La città era famosa perché qui confluivano i vini delle isole greche, in particolare da Candia, l’attuale Creta.
Le navi veneziane, di ritorno dall’Oriente, caricavano i vini che poi portavano in patria e nel resto dell’Europa. Il florido commercio continuò fino all’occupazione turca di Monemvasia avvenuta nel 1540 e di Creta nel 1669. Tuttavia i veneziani, intuendo l’importanza del commercio del vino, riuscirono a strappare i tralci di vitigni e a trasferirli in Italia e nel resto del Mediterraneo dove si diffusero in tutta Europa.
La particolarità di questo vitigno, il sapore aromatico al palato e un bouquet floreale all’olfatto decreta il successo presso le principali corti europee del Rinascimento.
Leonardo ottiene, da Ludovico il Moro, un vigneto di Malvasia Aromatica di Candia dopo aver dipinto “L’ultima Cena”. Lutero allude alla Malvasia nei suoi sermoni, Shakespeare cita più volte la Malvasia nelle sue tragedie. Goldoni, Casanova, Dumas parlano del celebre vino nei loro scritti.
Giuseppe Garibaldi è talmente colpito dalla Malvasia, conosciuta sulle colline di Sala Baganza, che vuole piantarla a Caprera e ottiene in dono alcuni vitigni dalla marchesa Araldi.
Il compositore e musicista Giuseppe Verdi possiede una vigna coltivata a Malvasia tanto da far degustare l’aromatico nettare a un astemio come Gabriele d’Annunzio. In un telegramma indirizzato a Verdi il poeta scrive:”Ebro della tua chiarissima ambra, voglio riabbracciarti nel Vittoriale domenica prossima. Stop. Temo che l’invito non ti sia pervenuto. Il tuo Gabriele d’Annunzio”.
I terreni rossi, fossili e argillosi, ricchi e variegati, delle colline di Piacenza e Parma, offrono un humus ottimale per la coltivazione della Malvasia Aromatica di Candia.
Si tratta di un uvaggio a bacca bianca solido e compatto che ha trovato, nel suolo emiliano, un ottimo habitat per le qualità organolettiche che sprigiona dopo la fermentazione e l’imbottigliamento.
Alla vista il calice di Malvasia Aromatica di Candia si presenta di colore giallo e paglierino in diverse sfumature, al naso un bouquet floreale gradevole e aromatico, al palato gradevole e dalla persistenza che varia da media a lunga.
Le uve sono vinificate nelle versioni:
I metodi di vinificazione sono:
Come tutte le tradizioni che si rispettino anche la Malvasia Aromatica di Candia occupa un posto speciale nei colli di Parma in cui è prodotta.
Le principali aziende e produttori si sfidano nel festival che si svolge a Sala Baganza a maggio in cui è assegnato il premio “Cosèta d’Or” riservato al vino “Malvasia secco frizzante” prodotto sul territorio pedecollinare parmense. A Sala Baganza ha sede anche l’importante Museo del vino che fa parte del circuito dei sei Musei del Cibo del territorio parmense.
Un secondo festival, riservato alla premiazione della Malvasia dolce dei colli di Parma, si svolge a settembre nella frazione collinare di Maiatico. Ai produttori vincitori sono assegnati i premi “Medaglia Longhi Adolfo” e “Calice d’Argento” per le migliori Malvasie dolci dei Colli di Parma.
Dalla Grecia all’Italia il miracolo della Malvasia continua, attraversa i secoli ed è vivo nelle tradizioni e nella cultura del territorio, tanto da divenire un alimento simbolo che ben si sposa con i prodotti della cucina locale.
Frizzante, ferma, secca o dolce la Malvasia è, e resta, un vino da degustare, assaggiare e promuovere. Sebbene in tutta la Penisola esistono ben diciannove Malvasie diverse, dal nord al sud, quella aromatica di Candia con i suoi colori, gusti e odori resta tra le migliori produzioni meglio riuscite.
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