Il Mito della Malvasia e le sue cantine

Il tour, organizzato all’interno del progetto di cooperazione transnazionale il “Mito della Malvasia”, ha lo scopo di promuovere e valorizzare la Malvasia e le zone di produzione.

Promotori del progetto 3 gruppi di azione locale:

  • Gal Parnonas, con sede nella regione di Arcadia in Grecia che rappresenta la città dove ebbe origine la storia della Malvasia (“Monemvasia”);
  • Gal del Ducato, dove sui Colli Piacentini e di Parma si coltiva la Malvasia di Candia Aromatica e nel cui territorio si svolgono iniziative dedicate alla sua promozione;
  • Gal dell’Istria Centrale, con sede in Croazia, il quale si trova sulla rotta che storicamente percorrevano le navi che trasportavano i vini e, dove ogni anno, si svolge “Vinistra” fiera del vino che ospita il concorso “Il Mondo delle Malvasie” in cui i vini piacentini hanno avuto importanti riconoscimenti.

In viaggio nei Colli Piacentini

Viaggiare per i Colli Piacentini vuoi dire immergersi in una magica atmosfera in cui troviamo piccoli incantevoli borghi, castelli infestati da fantasmi, arte e tanta storia (per arte e storia guarda l’articolo di Gabriella Rizzo).

La stagione autunnale, poi, con la sua tavolozza di colori e il profumo di erba bagnata, rende il paesaggio quasi fiabesco e invoglia a fare più di una sosta (leggi il pezzo di Silvia Tavella sulle emozioni di questi luoghi incantati e senza tempo).

Ma, bando alle ciance ecco due righe sull’origine della Malvasia, oggetto del nostro tour.

La Malvasia di Candia aromatica è coltivata nei Colli Piacentini, dove trova il suo ambiente ideale regalando risultati sorprendenti.

La maggiore concentrazione di vigneti si trova a Piacenza con circa 620 ettari dei 5000 vitati e, tra i 19 tipi di Malvasie esistenti in Italia, è quella più ricca e complessa con un corredo aromatico che le conferisce una grande unicità.

Le origini del vitigno sono molto antiche, e tra le ipotesi più accreditate vi è quella che sia originaria del Peloponneso, dove era coltivata già nel tardo Medioevo.

Il termine “Malvasia” deriva dal greco “Monemvasia” (che significa: un solo accesso), deriva dalla esistenza di un’unica porta d’entrata alla città, la quale era un piccolo borgo fortificato (ancora esistente), da cui nel Medioevo partivano per essere commercializzati, i cosiddetti vini “Cretici” vini dolci, prodotti con una mescolanza di uve appassite al sole con la tecnica che si usa ancora oggi.

Ma la storia della fortuna della Malvasia è legata alla Repubblica marinara di Venezia, centro di una potente comunità marittima che trasportava e vendeva questi vini in tutto il Mediterraneo.

È merito quindi dei veneziani, se la Malvasia nel corso dei secoli divenne uno dei vini più conosciuti nelle corti più importanti: e fu apprezzato e celebrato da personaggi storici di grande rilievo, quali: Dumas, Shakespeare, e Leonardo, per citarne alcuni.

La Malvasia che si produce sulle colline di Piacenza e Parma viene ottenuta dalla vinificazione dell’uva Malvasia di Candia aromatica ed è prodotta nelle seguenti tipologie:

  • Fermo;
  • Frizzante: secca, amabile, dolce;
  • Spumante: Brut, Extra Dry e Dry;
  • Metodo Classico;
  • Metodo Ancestrale;
  • Vendemmia tardiva e passita.

Il corredo aromatico ricco e complesso del vitigno, il clima favorevole e il grande lavoro dei vignaioli, conferiscono a questo vino una grande unicità e personalità.

La caratteristica peculiare di questa uva è la sua aromaticità e la “zuccherosa” dolcezza della sua polpa.

Gli abbinamenti ideali – a seconda ovviamente della tipologia – e in generale, si abbinano bene con i piatti della ricca tradizione Emiliana.

Le Cantine della Malvasia

Andiamo a conoscere le cantine del Mito della Malvasia, le aziende che all’ombra dei Colli Picentini producono questo particolarissimo vino.

Azienda Torre Fornello, 100% green

A Ziano Piacentino, nel 1200 circa nascono i primi insediamenti rurali e sorge la fornace che darà il nome alla località: “Fornello”, dove si cuocevano mattoni di argilla e sassi di calce provenienti per la maggior parte, dalle cave della vicina Calcinaia .

La storia dell’Azienda Torre Fornello affonda le sue radici nel medioevo quando nel 1500, i conti Zanardi Landi edificarono le due costruzioni laterali attorno alla torre dando vita ad un meraviglioso giardino botanico, da qui, nel tempo, la costruzione aumenta di importanza: scuderia, stalla, fienile, cantine e la vinsantaia, mentre intorno la coltivazione della vite si estende fino all’orizzonte.

Nel 1600 viene eretto l’oratorio e la graziosissima Cappella dove si svolgono tutt’oggi funzioni religiose.

Nei primi anni ‘90, è stato ristrutturato l’antico borgo risalente al 1400, al quale è stata aggiunta una cantina di lavorazione.

Anche qui come in tutti i luoghi importanti dei Colli Piacentini c’è un fantasma che si aggira per le stanze della torre: una giovane nobildonna, bruciata sul rogo con l’accusa di stregoneria.

Torre Fornello è un’azienda poliedrica, un gioiello incastonato tra colline mozzafiato dai colori incredibili e vigneti a perdita d’occhio e posizionata sul confine con Lombardia, Piemonte e Liguria.

Enrico Sgorbati il titolare dell’azienda, e nostro guru, nel 1992 scelse di dedicarsi al vino seguendo le orme del nonno, e dopo anni durante i quali le uve aziendali erano vendute a terzi, decise di prendere in mano l’azienda, e fare la sua prima vendemmia ufficiale (con le proprie uve) nel 1998, gestendo in prima persona l’azienda e seguendo tutte le fasi di lavorazione in vigna e in cantina.

Enrico ci racconta dell’azienda, dei 61 ettari di proprietà dove si guarda al futuro con una produzione rispettosa e sostenibile, limitando al minimo l’intervento dell’uomo, grazie anche all’adozione del fotovoltaico (tutto il lavoro si svolge di giorno) e con l’utilizzo di mezzi elettrici per il trasporto.

A Torre Fornello è presente un unico cru: Monte Po, un terreno storico e dal terroir unico dove l’azienda ha deciso di coltivare le uve di Pinot Nero, un vitigno perfetto per la spumantizzazione, (ma non solo).

Le varietà autoctone coltivate sono: Malvasia di Candia aromatica, Ortrugo, Chardonnay, Barbera e Bonarda e, in aggiunta, alcuni vitigni internazionali quali Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero, Marsanne e Sirah.

I vini che abbiamo degustato hanno tutti un comune denominatore: le caratteristiche uniche del territorio da cui provengono, sono vini complessi, eleganti ed equilibrati.

Dai freschi e piacevoli vini frizzanti ai particolari Metodi Classici passando per i vini bianchi e rossi strutturati e dotati di una grande personalità .

Torre Fornello fa parte della FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti- un’associazione nata nel 2008 che ha lo scopo di tutelare il mestiere del Vignaiolo, rappresentandolo di fronte alle istituzioni e promuovendone la specificità.

Torre cantina Luretta

Torre Cantina Luretta

Cantina Luretta, tradizione e innovazione

Cantina Luretta si trova in località Gazzola, e ha la sua sede operativa nel Castello di Momeliano,  una zona che è stata teatro di numerose vicende storiche e dove si trova la maggior concentrazione di Castelli.

Luretta deve la sua nascita a Felice Salamini il quale, alla fine degli anni ottanta lasciò il suo lavoro per dedicarsi alla passione per il vino, incoraggiato dalla moglie Carla.

Profondo conoscitore dei vini francesi, la sua idea, o meglio, il suo sogno , era quello di produrre vini del territorio ma connotati da un’impronta internazionale.

Un lungo e impegnativo percorso che ha portato Luretta con i suoi ottimi vini ad essere, attualmente, una delle più conosciute della zona.

È loro il merito di aver introdotto il metodo classico d’origine francese in una zona abituata alla spumantizzazione con metodo charmat (vini frizzanti).

Oggi è il figlio Lucio, ad occuparsi dell’azienda insieme alla mamma Carla e ad un gruppo di preziosi collaboratori.

I vigneti di proprietà sono circa 70 ettari a conduzione biologica, e, oltre alle uve autoctone, anche qui sono presenti vitigni internazionali.

Nel silenzio delle cantine del Castello riposano i vini e gli spumanti, coccolati dalla temperatura ideale della cantina, a tenergli compagnia, una cella di affinamento per gli straordinari prosciutti che abbiamo assaggiato e… il fantasma di una principessa che si aggira per le sale.

La cantina Luretta

cantina Luretta

La produzione dell’azienda (circa 270 mila bottiglie), comprende tre Spumanti Metodo Classico di ispirazione internazionale, a cui si affiancano i vini tipici dei Colli Piacentini e alcuni uvaggi internazionali. Completa la linea un originale Vermut realizzato in collaborazione con la liquoreria Friulana: un uvaggio di Malvasia di Candia aromatica con erbe e spezie da abbinare ai salumi piacentini.

Alla signora Carla Asti si deve la scelta degli originali nomi dei vini: la Principessa Metodo Classico (100% Chardonnay), Bocca di Rosa (dedicato a Fabrizio de Andrè), l’Ala del drago, le Rane, il grande Metodo Classico “On attend les invités” (100%pinot nero ) ecc.

L’amore per l’arte della proprietaria si percepisce anche dall’allestimento della sala, qui infatti sono spesso ospitati e organizzati eventi culturali.

La deliziosa ed elegante signora Carla (la signora del Pinot Nero), ci ha accompagnato nelle degustazioni e la professionale sommelier Antonella Ottaviani ci ha deliziati con i suoi racconti in una esperienza intensa e indimenticabile.

panorama vini cantina Luretta

vini Cantina Luretta

La Tosa, da hobby a grande passione

Parlare della Tosa mi riesce facile;  è un’azienda che seguo (e bevo) da anni, conosco Stefano Pizzamiglio e conosco bene il suo amore immenso per le sue vigne, che cura come fossero figli ai quali dedicarsi senza un attimo di tregua.

Stefano è un grande esperto di vino un trascinatore, quando parla di vino i suoi occhi si illuminano è il vero vignaiolo da “mani nella terra” e te lo spiega, te lo racconta con i suoi mille aneddoti.

Vorrei avere tempo… più tempo per ascoltarlo ancora e ancora, da lui c’è molto da imparare.

La storia della Tosa incomincia proprio da quando da hobby diventa una grande passione: nel 1984 lasciando la professione “sicura“ di medico (ereditata dal padre) i fratelli Pizzamiglio decisero di lasciare Milano e di trasferirsi a Vigolzone paese di origine della mamma.

Una passione che porta Stefano ad un percorso di studi all’Università Agraria di Piacenza, da qui un’esperienza in Franciacorta e poi varie esperienze in Francia.

La sua filosofia è produrre “vini più buoni possibili nel modo più naturale possibile”.

vini rossi La Tosa

vini rossi La Tosa

I 19 ettari di vigneto dell’azienda, di cui tredici di proprietà e sei in affitto, vengono condotti secondo quelle che sono le regole dell’agricoltura biologica, nel massimo rispetto dell’equilibrio ambientale e naturale.

La Tosa è un’azienda in continua evoluzione dove si sperimenta e si studia sempre, e ospita anche l’originale e unico “museo della vite e del vino” che raccoglie centinaia di oggetti sul tema (minuziosamente ricercati da Stefano e Ferruccio), con un particolare allestimento multimediale e sezioni didattiche dedicate ai bambini e con una magnifica collezione di libri e documenti antichi a tema vitivinicolo e agronomico, raccolti in una biblioteca attigua al museo.

Il bellissimo agriturismo dove si celebrano anche matrimoni ospita un eccellente ristorante (dove abbiamo pranzato), in cucina la moglie e la cognata di Stefano che preparano deliziosi piatti legati alla tradizione e realizzati con materie prime di produzione propria o reperite nelle aziende vicine.

Anche La Tosa fa parte della FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti)

 

Cantina Visconti, in armonia con la natura

L’ultima Azienda che andiamo a visitare è Visconti a Vernasca. .

Vigoleno (nel comune di Vernasca), è un bellissimo borgo dove Vi consiglio assolutamente di passare per una visita, con tutta tranquillità, con lentezza, perchè è un borgo da vivere, da annusare: respirate l’aria pulita e ascoltate il silenzio, osservate la magia dei colori che la natura offre.

E poi… regaliamoci una sosta enogastronomica al ristorante “Bollicine & torta fritta”, che si trova proprio davanti all’ingresso del Borgo, le specialità della casa sono salumi e formaggi tipici accompagnati dalla torta fritta e il buon vino della zona, e po, i piatti della tradizione piacentina. Ottimo servizio cortesia e disponibilità.

Il relax della visita e l’ottimo pranzo accompagnano il viaggio verso la Cantina Visconti.

L’azienda sorge sulla collina “punto di incontro” tra la vallata dello Stirone sulla destra e dell’Ongina sulla sinistra, la bellezza del posto è indescrivibile, lo sguardo si perde nelle colline che circondano l’azienda, dove vigneti e ulivi si susseguono composti e ordinati, ora mi sento in pace con il mondo in una terra baciata dal sole.

Il sorriso aperto di Giuliano Visconti ci accoglie in azienda e qui iniziamo il nostro viaggio: un’esperienza a tutto tondo che coinvolge tutti i sensi. Giuliano ci tiene a specificare subito che i vini prodotti sono naturali e vinificati secondo il metodo ancestrale.

La storia dell’azienda incomincia negli anni sessanta quando Pietro trasforma la vecchia stalla in cantina per la lavorazione delle uve.

La cantina passa poi nelle mani dei figli Giovanni e Massimo e oggi , Giuliano, Nicola e Michele figli di Giovanni e Nicola figlio di Massimo sono chiamati a continuare l’opera.

Visconti è una delle poche cantine che hanno mantenuto la tradizione della produzione del Vin Santo di Vigoleno, una chicca enologica prodotta ormai da pochissimi viticultori (sei), e che all’epoca veniva considerato come un semplice vino da messa. Prodotto con uve Santa Maria e Melara con una piccola aggiunta di Bervedino e/o Ortrugo o Trebbiano Romagnolo, dopo la vendemmia i i grappoli vengono dolcemente appoggiati sui graticci per l’appassimento (l’articolo dettagliato sul mio blog), le regole di produzione sono dettate dal rigido disciplinare redatto dalla “Associazione Pproduttori Vin Santo di Vigoleno” di cui Giuliano è presidente.

L’azienda conta 13 ettari di vigneti di proprietà dove il rispetto per la vigna è sempre al primo posto: lavorazioni manuali, trattamenti non invasivi e basse rese.

Le uve coltivate sono: Chardonnay, Malvasia, Ortrugo, Sauvignon e Trebbiano Romagnolo, Bonarda, Barbera, Merlot e Cabernet Sauvignon le rosse.

I vini che abbiamo degustato sono eleganti, ed equilibrati, il Vin Santo di Vigoleno è un’ esplosione di profumi e sapori: sa di frutta candita e crema pasticcera è dolce e potente in bocca. Abbinatelo ai dolci, ma azzardate con formaggi piccanti o erborinati e non lo lascerete più.

Un tour coinvolgente che ha stuzzicato la mia curiosità e che mi ha fatta innamorare di un territorio troppo spesso sottovalutato anche dal punto di vista enologico.

Qui ho assaggiato dei vini strepitosi che nulla hanno a che fare con i vini di qualche decennio fa.

Il lavoro, la fatica dei vignaioli appassionati che qui ho avuto la fortuna di conoscere ha trasformato vini semplici da bere, portandoli a dei livellli altissimi e mi auguro che tutto il lavoro immenso che stanno facendo venga presto riconosciuto come meritano.

Ho trovato nella Malvasia di Candia aromatica, oggetto del nostro tour, un vino unico e poliedrico che sa essere semplice e complesso, fresco e strutturato e con un potenziale di invecchiamento straordinario.

 

Mi auguro di tornare presto nella cantine che ho visitato e ringrazio ancora per le cose belle che mi hanno insegnato: un bagaglio di emozionanti esperienze di vita.

3 commenti

  1. Il Malvasia di Candia Aromatica è un vino eccellente! Fate un salto in queste cantine e non rimarrete delusi: ospitalità, gentilezza e grande amore per il vino.

  2. Grazie Alessandra per il tuo racconto della Malvasia di Candia Aromatica. Un vino eccellente che racconta una storia bellissima intrecciata con quella dei produttori piacentini.

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