La Mela

Pubblicazione: 27/09/2016

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Giornata Nazionale della Mela

Ambasciatrice Ilaria Talimani per il Calendario del Cibo Italiano – Italian Food Calendar

La Mela è uno dei frutti più coltivati e consumati al mondo; anche se un vero frutto non è, poiché mangiare una mela significa, in realtà, mangiare un fiore. Il vero frutto è il torsolo che contiene i semi: la polpa, invece, deriva dallo sviluppo del calice del fiore.

Le sue origini sono lontane nel tempo: durante alcuni scavi archeologici in siti neolitici sono stati rinvenuti resti di mele tagliate a metà e carbonizzate, il che ha fatto  pensare ad un processo di essiccazione al fine della conservazione.

Originaria dell’Asia centrale, e più precisamente della zona del Kazakhstan, la Mela è giunta in Grecia e in Egitto attraverso il Medio Oriente: con le conquiste dell’Impero Romano arrivò poi in Italia e, successivamente, in Gallia, Britannia e Germania.

In seguito al profondo decadimento dell’agricoltura, successivo alle invasioni barbariche, la coltivazione delle mele e la tutela delle diverse qualità di questo frutto fu appannaggio quasi esclusivo dei monaci benedettini: ma dal Rinascimento, grazie ad importanti opere di bonifica ed irrigazione, il paesaggio italiano si arricchì di grandi meleti.

Oggi il melo è l’albero più coltivato al mondo, non solo per la bontà dei suoi frutti ma anche per la facilità di conservazione e trasporto. La Mela, quindi, è il frutto più consumato ed utilizzato in cucina: un po’ perché la grande diffusione la rende particolarmente economica, ma soprattutto per il suo sapore gustoso e croccante, lievemente dolce che incontra il gusto della maggioranza dei palati, tanto che è il primo alimento dei neonati dopo il latte materno. Inoltre è molto apprezzata per la sua versatilità. Si può mangiare con o senza buccia, prima o dopo il pasto, a scuola, in ufficio o per strada; a spicchi, a lamelle, grattugiata, frullata, centrifugata, essiccata; cruda o cotta.

Ne esistono circa settemila varietà, con un colore che spazia dal giallo al verde, dal rosso all’arancione, dal rosato al ruggine. La polpa può essere dolce, croccante, aspra, farinosa, fondente, zuccherina, intensa e profumata.

Un po’ di cifre: la produzione mondiale di mele raggiunge i 66 milioni di tonnellate all’anno. Il più grande produttore resta l’Asia (55%) seguito dall’Europa (15%). Con un consumo pro capite di 20 kg annui, l’Italia è tra i maggiori consumatori al mondo. E la Mela è il primo prodotto ortofrutticolo italiano esportato: con i suoi 2,2 milioni di tonnellate l’anno, l’Italia si colloca ai primi posti in Europa e copre il 3% della produzione mondiale. Inoltre, siamo il principale produttore europeo del frutto consumato fresco.Il nostro paese è, dunque, tra i maggiori esportatori, ma al tempo stesso anche un importante importatore.

Oltre il 60% della produzione viene dal Trentino Alto Adige, dalla pianura padano-veneta, seguita dalla provincia di Cuneo.

Il frutto giunge a maturazione, secondo le varietà, tra la fine dell’estate e l’autunno.

Prestandosi ad un’ottima conservazione, le mele che si raccolgono in autunno possono essere fruibili fino a gennaio; dopodiché vengono immesse nel mercato quelle conservate in atmosfera modificata.

In base all’utilizzo si possono distinguere le varietà: da tavola, da cuocere, industriali e da sidro.

La selezione riguarda una decina di qualità che sono anche le principali e più conosciute: Annurca (originaria della Campania) Braeburn (Nuova Zelanda), Fuji (Giappone), Gala Mondial e Royal (Nuova Zelanda), Golden e Red Delicious (USA), Granny Smith (Australia), Imperator (Italia), Pink Lady (Australia), Renetta (Francia).

Mentre quattro sono le mele che possono vantare il riconoscimento europeo di qualità DOP e IGP in Italia: Mela della Val Di Non, Mela Alto Adige, Mela Annurca, Mela della Valtellina.

Le nuove coltivazioni, rispondenti alle mutate esigenze, hanno finito per far dimenticare le mele antiche. Per fortuna oggi le stiamo riscoprendo, anche grazie alla nascita dei Presidi Slow Food a sostegno dei piccoli produttori, impegnati nel recupero delle antiche tradizioni e saperi e nel rispetto delle stagioni e dell’ambiente. Si tratta principalmente delle antiche Mele piemontesi e della Mela rosa dei Monti Sibillini (Marche); a queste si aggiungono quelle antiche che hanno fatto la loro ricomparsa recentemente come la Annurca e la Renetta.

Una menzione a parte merita la specie particolare della Mela Cotogna, frutto quasi dimenticato, che appartiene alla famiglia delle Pomacee, cresciuta e coltivata dai Babilonesi e originaria dell’Asia Minore e del Caucaso. Ancora oggi si può trovare allo stato selvatico con fiori bellissimi e molto profumati e grossi frutti dal sapore dolciastro. Considerata sacra, durante il periodo dell’Impero Romano era utilizzata in numerosi preparati terapeutici e cosmetici. Nel Medioevo e nel Rinascimento accompagnava piatti a base di carne, con abbinamenti che si ripropongono ancora oggi.

La parola “marmellata” deriva dal termine portoghese “marmelo” che significa appunto mela cotogna. Ed in effetti, per le sue proprietà gelificanti, la Mela Cotogna è utilizzata nella preparazione di gelatine e marmellate di vario genere; mentre, a livello industriale, troviamo la Cotognata.
Un suggerimento: quando iniziano a maturare possono essere posizionate nell’armadio della biancheria, dove sprigioneranno un profumo molto delicato.

“Una mela al giorno toglie il medico di torno”?

Pare che questa frase sia stata pronunciata per la prima volta nel 1904 da J.T. Stinson all’inaugurazione dell ‘Expo di Saint Louis; per altri, invece, sarebbe stata coniata da tale T.A. Duke , esperto di fitoterapia del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, grosso modo nello stesso periodo.
A prescindere dalla paternità, il detto ha fatto il giro del mondo e rende onore, con ragione, al celeberrimo frutto. La Mela è considerata un farmaco della natura, un rimedio per tantissimi problemi, un alleato indispensabile per la salute.

E’ ricca di vitamina A, B e C, favorisce la digestione e, grazie a suoi polifenoli, ha effetti antiossidanti.

Il segreto delle straordinarie proprietà nutrizionali e salutistiche delle mele è una fibra solubile, la pectina, di cui esse sono particolarmente ricche. Per questo motivo, se consumate con regolarità, aiutano il controllo dei trigliceridi e del colesterolo nel sangue, facilitano il processo digestivo e, dato l’effetto rigenerante sui tessuti, aiutano le persone anziane a prevenire e combattere i mali dell’età. Sono anche ben tollerate dai diabetici perché povere di zuccheri e regolatori dell’assorbimento della glicemia.

In passato la mela è anche stata un rimedio efficace per svariate patologie: dall’acne all’artrite, dalla bronchite al colesterolo, dall’emicrania all’indigestione, dal mal di gola alle distorsioni.

Per il suo alto contenuto di acqua (pari all’ 85% del suo peso), la mela mantiene idratato l’organismo ed in particolar modo la pelle. Con un consumo abituale si garantisce un’ ottima igiene dentale, effettuando anche un’azione sbiancante dei denti. Inoltre, depura l’organismo conferendo alla pelle un aspetto più sano. Diffusi sono i preparati come maschere, creme, tonici e decotti alla mela. La Mela Cotogna è in grado di contrastare l’invecchiamento della pelle, combattendo l’insorgenza delle rughe.

Questo frutto è un valido aiuto durante una cura dimagrante o addirittura può essere l’unico alimento assimilabile durante la dieta.

Infine, le mele sono considerate preziose nella prevenzione di ictus e di tumori: non a caso l’AISM e UNAPROA organizzano ogni anno ad ottobre, in più di 300 piazze italiane, la vendita di mele a favore della raccolta fondi per le persone affette da sclerosi multipla.

La Mela, fra Mito e Simbologia

Secondo la tradizione biblica fu la Mela a far cadere in tentazione Adamo e Eva, dando così origine al peccato originale.

Ormai, nell’immaginario collettivo, viene sempre associata al loro peccato; tale associazione è tanto radicata che, nella nostra tradizione linguistica, in anatomia si parla di “pomo d’Adamo”. Il sapore dolce e allettante e il suo colore rosso vivo, la portò ad essere associata alla seduzione del peccato, anche a causa della similitudine delle parole latine malus e malum; nell’arte barocca, per esempio, la morte è rappresentata con un teschio ed una mela.

In ambito profano, invece, per via della sua forma sferica diviene un simbolo cosmico, suggerisce la totalità del cielo e della terra, quindi simbolo del potere massimo terrestre e divino insieme.

Nella mitologia scandinava, ad esempio, è il cibo degli Dei e così nella Grecia antica, dove rappresenta la fecondità: i giovani sposi, durante la cerimonia, usavano compiere il gesto di mangiare insieme una mela per garantire la fertilità della coppia.

I frutti del melo, secondo la mitologia classica, sono legati a poteri divini. La leggenda narra, infatti, che il primo albero di melo nacque per volere degli Dei in onore di Melo, impiccatosi dopo la morte di Adone, suo grandissimo amico.

Nella mitologia la Mela è creata da Dionisio per regalarla ad Afrodite, la dea dell’amore. Da sempre considerata simbolo di bellezza, fertilità e prosperità, questo frutto è legato a molti episodi mitologici: sono tre le mele d’oro che tentano Atalanta e le fanno perder la scommessa con Ippomene; sono mele d’oro anche quelle del giardino dell’immortalità che Ercole, nella sua undicesima fatica dovrà conquistare; ed è ancora una mela d’oro, quella per eccellenza, il pomo della discordia, che provocherà lo scatenarsi della guerra di Troia.

Nel corso dei secoli la Mela ha comunque perso la sua accezione negativa, passando da simbolo di tentazione e peccato ad emblema di amore e redenzione, anche nell’iconografia cristiana dove è spesso rappresentata accanto alla Madonna con il Bambino.

Oltre che nella mitologia ricorre in innumerevoli fiabe e leggende: la favola di Biancaneve, o la leggenda di Guglielmo Tell, eroe nazionale del popolo svizzero. Per poi giungere a quella di Newton, che gli ispirò la legge fisica sulla gravitazione universale.

Oggi è possibile trovare riferimenti simbolici della Mela in vari ambiti culturali. La “Grande Mela” è l’appellativo con cui è conosciuta New York e dovuto al fatto che i jazzisti, negli anni ’30, chiamavano in slang “mele” le città; la mela presta il nome alla Apple Corps, la casa discografica fondata dai Beatles e che diverrà “pomo della discordia” sull’utilizzo dello stesso nome in una guerra durata trenta anni con la Apple, azienda informatica statunitense fondata da Steve Jobs. Nelle telecomunicazioni la troviamo citata nello slogan della Vespa Piaggio “chi Vespa mangia le mele”.

Nella storia della sua simbologia, la Mela passa anche attraverso la storia dell’arte. La troviamo per la prima volta rappresentata all’interno dell’arte greco-romana, che rivolge lo sguardo verso il mondo naturale e le sue diverse rappresentazioni. Nell’arte medievale, in particolare nell’iconografia della Madonna, da simbolo del peccato diviene simbolo di redenzione. Protagonista ancora dell’iconografia cristiana per gran parte del Rinascimento, con l’eccezione delle “sfrenatezze” botaniche e allegoriche dell’Arcimboldo. Ai manifesta, invece, nell’arte moderna come elemento caratterizzante della natura morta caravaggesca: per la prima volta la mela è rappresentata ammaccata, simbolo della decadenza della vita ed insieme invito a viverla al meglio, data appunto la sua caducità.

Nell’arte contemporanea è un soggetto distintivo dei quadri di Magritte, in un’assoluta monocromia assume diversi significati simbolici. La scelta non è casuale: la Mela, infatti, all’apparenza un frutto semplice e comune in tutto il mondo, in realtà è uno fra gli oggetti più misteriosi e con più valenza e significati simbolici esistenti.

Per concludere, l’annotazione romantica: trovare l’altra metà della mela significa trovare l’anima gemella. La fonte è niente meno che Platone, con la celebre teoria del Simposio, per cui in origine gli uomini erano due persone unite, separate poi da Zeus perchè troppo perfette e troppo arroganti. Il paragone platonico, a dire il vero, è con la sogliola (“ciascuno di noi… fu tagliato in due come le sogliole”) e come si sia arrivati alla mela non è noto: ma le suggestioni evocate nel corso della storia da questo frutto sono tante e tali da giustificare anche questa valenza, in una sorta di riscatto, da “frutto proibito” a simbolo di amore felice ed appagante.

Fonti:
Lorena Fiorini – Mele e torte di mele, Newton Compton ed.
Platone, Simposio
www.alimentipedia.it/mela.html
www.essereebenessere.it
www.cavour.info/tuttomele
http://www.colturaecultura.it/articolo/la-mela-tra-storia-e-leggenda
http://www.laltrafacciadellamela.altervista.org/bellezza.html

Partecipano come contributors:
Ilaria Talimani, Tutto quello che avreste voluto sapere sulla mela e non avete mai osato chiedere
Sara Sguerri, Sorbetto alla Mela Verde con Menta e Prosecco
Anna Calabrese, Il dolce di mele della signora Ghita
Stefania Pigoni, Biscotti integrali alle mele
Giuliana Fabris, Arista in cocotte con scalogni e mele
Leyla Farella, 15 ricette di Dolci con le mele
Enrica Gouthier, Bocconcini di mele e zucca
Francesca Antonucci Mistofrigo, Risotto funghi e mele
Tiziana Bontempi, Roselline di mele
Laura Bertolini Dadolata di mela alla cannella con ricotta agli agrumi
Cristina Tiddia, Risotto alla mela
Silvia Vuono, Tagliata di tonno con mele e cipolle in agrodolce

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