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Pubblicazione: 30/10/2017
Torino è stata per diversi secoli la capitale del Regno di Savoia, con quel suo tipico “garbo parigino” tanto caro a Guido Gozzano. Imponente e regale, il centro della città è famoso anche per i caffè storici, rimasti inalterati nel corso dei secoli. Piccoli gioielli che raccontano storie di vita, luoghi dove il tempo si è fermato e dove, ancor oggi, entrare significa fare un emozionante un tuffo nel passato.
Per raccontare i caffè storici bisogna tornare al ‘700 e a un’usanza che era di gran moda nelle corti dell’epoca: la Merenda Reale, goloso rituale della nobiltà per spezzare il digiuno tra il pranzo e la cena. Protagonista indiscussa di questo appuntamento era la cioccolata calda, preparata rigorosamente con acqua e cacao, accompagnata dai bagnati, golosi biscotti da inzuppare.
Passano gli anni, il culto per il cioccolato rimane e si arriva al XIX secolo; momento in cui nascono molti altri caffè, che in breve tempo diventano luoghi d’incontro, dove si fa cultura e si discute di politica. Uno di questi è il famoso Al Bicerin, piccolo locale di fronte al Santuario della Consolata, tappa obbligata per tutti coloro che vengono a visitare Torino. La sua fondazione, da parte dall’acquacedraio e confettiere Giuseppe Dentis, risale 1763 e all’inizio non aveva questo nome, ma era un locale semplice che proponeva bibite, cioccolata calda e altre bevande.
È qui che, all’inizio dell’800, viene inventata una nuova bevanda, servita in piccoli bicchieri senza manico (bicerin), a base di cioccolata calda, caffè e latte, sempre accompagnata dai “bagnati”, altri biscotti e dolcetti della tradizione piemontese. Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fiur – simile all’odierno cappuccino – , pur e barba – caffè e cioccolato – e ‘n poc ‘d tut – ovvero un po’ di tutto con tutti e tre gli ingredienti miscelati – ed è stata quest’ultima formula, la più golosa, ad avere maggior successo e a prevalere sulle altre.
La Merenda Reale a questo punto della storia era diventata un appuntamento del mattino, subito dopo la messa, alla quale ci si recava rigorosamente a digiuno. Il successo del bicerin e del locale Al Bicerin che lo serviva è da ricondurre alla sua posizione strategica: proprio di fronte al Santuario della Consolata, luogo di culto amatissimo e molto frequentato. Alla fine della messa la gente si riversava nel locale per rinfrancarsi anche nei periodi di quaresima, perché il consumo di cioccolata era permesso, non essendo considerata un cibo vero e proprio.
Il bicerin piano piano cominciò a essere servito un po’ ovunque in città, diventando addirittura uno dei simboli di Torino; un appuntamento goloso che divenne abitudine di tutte le classi sociali, che, subito dopo la messa, prendevano d’assalto i caffè del centro.
Al Bicerin, come abbiamo detto, fu fondato da un uomo, ma ben presto la gestione venne affidata a sapienti mani femminili, che diedero un tocco di garbo e delicatezza e lo resero un luogo frequentabile anche per le signore. Un tempo infatti i caffè erano esclusivo dominio maschile: qui gli uomini si ritrovavano per bere, fumare, parlare e le donne “rispettabili” non potevano frequentare luoghi così poco adatti a loro. Al Bicerin, grazie alla gestione tutta al femminile, per molti anni è stato uno dei pochi luoghi dove le donne potevano anche mostrarsi sole in pubblico.
Insomma di può bene dire che Al Bicerin è un locale che ha fatto la storia di Torino; non soltanto da un punto di vista gastronomico, ma anche sotto il profilo culturale, politico e sociale, dettando involontariamente delle regole e creando tradizioni che ancora oggi sono parte fondante dell’anima di questa bellissima e regale città.
Bibliografia:
Guido Gozzano, A Torino, 1911
Credits: foto d’apertura
Caffè al Bicerin http://www.bicerin.it
Autrice Veronica Geraci del blog Foodiegirl
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