Raduno AIFB 2022: il cibo è un atto culturale

Villa Solatia Rettorgole radunoa AIFB

Dopo due anni di assenza, ritorniamo ad incontrarci con l’annuale Raduno che come Associazione Italiana Food Blogger organizziamo ogni novembre fin da quell’ormai lontano 2014, anno in cui si è costituita questa nostra associazione culturale.

Il Raduno è sempre stato il momento in cui lo stare insieme aveva come fine ultimo la formazione. Nei tre giorni dedicati a questo convegno annuale, le blogger di AIFB hanno frequentato corsi condotti dai migliori specialisti nelle materie e nelle competenze da sempre necessarie ai comunicatori del cibo.

I migliori esperti di Seo, Copywriting, Food photography e scrittura creativa si sono alternati ogni anno a quelli di taglio, tecniche di cottura, tecniche alimentari e prodotti innovativi.

Una full immersion formativa che poi, nei mesi successivi, trovava la sua messa in pratica in tutte quelle attività organizzate e sviluppate dal Direttivo di Aifb e dai partner dell’Associazione, come challenger, progetti interni e blog tour.

Raduno AIFB 2022: cosa cambia

Se da un lato, dopo due anni di assenza, il raduno rimane un appuntamento fisso e tanto atteso, dall’altro tutto cambia, perché siamo cambiate noi e pure il mondo intorno a noi. La pandemia ha accelerato quella trasformazione che il Direttivo incaricato nel 2019 si era ripromessa di mettere in atto, l’evoluzione di un progetto visionario che doveva tenere il passo con i tempi, mantenendo una propria identità.

In questi tre anni appena trascorsi la formazione è stata comunque continua perché pianificata online. AIFB ha organizzato quasi mensilmente dei percorsi formativi che si sono sviluppati su più incontri, per offrire ai propri soci la crescita necessaria a chi vuole comunicare con competenza e professionalità.

Le pagine di AIFB sono diventate un luogo di incontro con professionisti, imprenditori ed esperti in tutti quegli argomenti che fanno parte dell’ecosistema di conoscenze necessarie a creare un ulteriore bagaglio culturale per i nostri soci e per il nostro pubblico. Ed è per questo che la nostra Presidente, Anna Maria Pellegrino, ha pensato che il tema del Raduno quest’anno dovesse essere: “Il cibo come atto culturale”, per esprimere ancora una volta che le food blogger vanno ben oltre la realizzazione di una ricetta.

Il raduno, che si terrà nei giorni del 18-19-20 novembre, avrebbe potuto anche chiamarsi “Convivio”, riprendendo il nome del progetto dedicato al Dante Dì, oppure avrebbe potuto chiamarsi Evoluzione, riprendendo il tema del progetto dei “Piatti di Darwin”. Ma entrambi non fanno sempre parte di quel macro argomento che portiamo avanti con umiltà e competenza dal 2014?

Il cibo è un atto culturale.

Dove si svolgerà il Raduno AIFB 2022?

Niente hotel o sale per conferenze convenzionali ma una Villa disegnata da Andrea Palladio diventata oggi resort: sarà questa la location che accoglierà il nostro raduno. Un luogo speciale tutto per noi che, prima di formarci, vogliamo incontrarci, conoscerci e recuperare quei rapporti di amicizia e di collaborazione che troppo spesso nella nostra società vengono messi in secondo piano.

La nostra voce si esprime principalmente via web ma vogliamo conoscerci e confrontarci, affinché il digitale non sia solo un muro dietro al quale nascondersi ma un’ulteriore possibilità per connettersi con persone che hanno la nostra stessa passione e con le quali non avremmo mai potuto incontrarci se non tramite l’associazione, la cui vera essenza è proprio questa: percorrere un viaggio insieme.

Villa Solatia accoglierà noi e chi ci accompagna nelle suite, che sono spazi intimi che ci faranno sentire come a casa e nella barchessa, che sarà invece lo spazio comune dove chiacchierare e rilassarsi. La grande serra infine sarà il nostro salotto del tè formativo, regalandoci spazi verdi dove passeggiare ed ammirare i grandi alberi secolari e mettere in equilibrio il nostro tempo, troppo spesso vissuto a testa china su di uno schermo.

Il programma del Raduno AIFB 2022

Il programma del raduno 2022 è la continuazione dei progetti online portati avanti negli ultimi tre anni ed è anche il punto di partenza di quella che sarà la comunicazione e l’attività di AIFB in futuro.

Venerdì 18 novembre 2022

  • dalle ore 15.00 accoglienza in Villa Solatia a Rettorgole: baci, abbracci e sistemazione nelle suite.
  • ore 18:30: quattro chiacchiere prima di cena con la dott.ssa Sonia Stefanovichj, consulente e formatrice per progettista che ha formato il Direttivo per rendere AIFB un’associazione adatta alla progettazione ed alla partecipazione dei bandi regionali ed europei.
  • ore 20:30: cena in osteria anzi da Non Solo Osteria. Cucina tipica ed “a chilometro vicino”.

Sabato 19 novembre 2022

  • ore 9:30: Assemblea soci e votazione nuovo Direttivo.
    Brunch in Villa.
  • 14:00: Food Design con Fabrizia Ventura – la terza lezione del percorso iniziato online.
  • 17:00: Sociologia del turismo – Storytelling, beni culturali, turismo esperienziale ed enogastronomico con il prof. Francesco Soletti.
  • ore 20:30: Continuazione dell’incontro nella Cena a tema, presso la Trattoria Molin Vecio, antico mulino appartenuto al Conte Caldogno nel Rinascimento

Domenica 20 novembre 2022

  • ore 9:00: Corso di formazione sui materiali di cottura e sulla comparazione delle diverse fonti di calore. Nuovi orizzonti della cottura a induzione con Zwilling Ballarini SpA.
  • ore 11:30: Turismo esperienziale in Villa Caldogno: come raccontare una villa palladiana e parlare di prodotti De.Co, progetto Heritage dal vivo – degustazione dei prodotti De.Co di Caldogno – partner Pro Loco Caldogno – Unpli Veneto.

Assemblea e nuovo Direttivo

La giornata di sabato è iniziata con l’Assemblea dei soci aperta da Anna Maria Pellegrino che ci ha guidato in una profonda riflessione sul rapporto tra cibo e cultura.
Il cibo, quale “aspetto universale e imprescindibile dell’esistenza umana” (cit. Felipe Fernández-Armesto) è un argomento indagato da numerose discipline (la storia, l’antropologia, la geografia, l’economia, la sociologia) e altrettanto numerose sono le testimonianze dalle quali è possibile attingere per approfondirne i diversi aspetti.

Fonti letterarie, cinematografiche, pittoriche, fotografiche che raccontano molto del piatto che stiamo preparando o che ci stiamo accingendo ad assaggiare, dando anche un significato più profondo che non sia il solo sostentamento.
In un’epoca in cui tutto corre veloce e il cibo è per lo più immagine effimera, l’attività dei food blogger è centrale per ripensare la narrazione del cibo. Quali esperti di comunicazione dobbiamo costruire un “racconto del cibo” che vada oltre la ricetta: un racconto fatto di luoghi, che si snodi tra le epoche intrecciandosi con le culture i miti e le tradizioni ma anche con i fatti che hanno cambiato la storia e le sorti geopolitiche delle nazioni.

Noi siamo cultura è il punto di partenza verso il futuro di AIFB.

Prima di partire per questo viaggio però, con Paola Sartori abbiamo guardato al percorso fatto fin qui facendo il punto sulle attività svolte nei tre anni appena trascorsi.
Nonostante la pandemia ci abbia tenuti fisicamente lontani, abbiamo continuato a crescere e lavorare insieme grazie alla formazione on line, a “L’ora del tè” e alle collaborazioni con grandi aziende. Grazie a Paola Sartori, che l’ha ripensato e costruito, ora abbiamo il nuovo sito di AIFB, la nostra nuova casa.
Abbiamo anche un grande obiettivo: trasformare il sito in una testata giornalistica on line per diffondere con maggior forza e competenza la cultura del cibo. Saranno anni di grandi cambiamenti, di grande lavoro ma anche di grandi soddisfazioni per tutti i nostri soci, che hanno eletto il nuovo Direttivo:

  • Anna Maria Pellegrino: Presidente e inestimabile fonte di cultura e ispirazione si occuperà della promozione di AIFB;
  • Paola Sartori: Project manager ed esperta food writer coordinerà il direttivo e scriverà per la redazione.
  • Micaela Ferri: Community e social manager si occuperà della comunicazione on line e scriverà per la redazione.
  • Marisa Trionfante: Community e social manager, insieme a Micaela Ferri si occuperà dei profili social dell’Associazione.
  • Carmensita Bellettieri: si occuperà dell’Ufficio Stampa e condividerà il suo sapere scrivendo per la redazione.
  • Gabriella Comini: Chief editor coordinerà la redazione e grazie alla sua formazione artistica, di spettacolo e infromatica ci guiderà in un percorso tra cibo e cultura.
  • Gioia Barbieri: Editor insieme a Gabriella Comini si occuperà della redazione e coordinerà la rubrica “Farina del nostro sacco”.

Quando si lavora insieme “ virtualmente” è più difficile comprendersi e farsi comprendere per questo abbiamo ribadito l’importanza della netiquette ovvero delle regole di buona educazione sul web.

  • Evitare l’uso del maiuscolo (che equivale a urlare) quando si scrive sui social, soprattutto in risposta ai messaggi altrui.
  • Evitare polemiche inutili, soprattutto sui gruppi Whatsapp: sempre meglio confrontarsi in privato.
  • E-mail: in questa pagina ci sono tutti gli indirizzi dell’Associazione, utilizzare quello destinato al messaggio che si vuole mandare.
  • Challenge e collaborazioni: leggere molto bene le condizioni e l’impegno richiesto prima di aderire.
  • Ricordare sempre la finalità di AIFB e i suoi principi e adeguare la propria comunicazione di conseguenza quando si parla o ci si presenta a nome dell’Associazione.
  • Partecipare: ogni socio e ogni idea sono importanti. Partecipiamo e collaboriamo!
Direttivo AIFB

Direttivo AIFB, con Antonio Caddeo in rappresentanza di Carmensita Bellettieri.

Momenti di formazione: chef design Fabrizia Ventura

Il primo momento di formazione è stato con la chef design Fabrizia Ventura a conclusione del suo corso sul Food Design.
La chef è un personaggio istrionico, affascinante, dalla personalità spumeggiante e coinvolgente.
Dopo le lezioni on line svolte nel corso dell’anno, in cui ha spiegato la progettazione di un piatto partendo dal bozzetto grafico e dai principi della psicologia visiva, abbiamo concretizzato quanto appreso.
Ci ha infatti assegnato il compito di creare un bozzetto di impiattamento di tre ricette della tradizione: canederli, carbonara, pane carasau/guttiau con alici di menaica e burrata. A noi la scelta se restare tradizionalisti o reinterpretare la ricetta. Il lavoro si è svolto a gruppi e ci ha dato un tempo ben preciso.
Con questo esercizio ci ha fatto “toccare con mano” e comprendere la difficoltà e il tempo che davvero si impiega per uno studio di impiattamento di una ricetta. Studio che fanno gli chef ogni volta quando presentano un piatto. Studio che richiede tempo, ore di lavoro, varie prove, prima di ottenere il risultato pensato e voluto.
Durante l’esercitazione la chef è passata tra i vari gruppi per osservare, ascoltare, consigliare, suggerire e rispondere alle domande.
Infine chef Fabrizia Ventura, in pochi minuti, ha realizzato i suoi tre piatti con i temi che aveva dato.
Possiamo notare la sua firma con la presenza dei colori a lei cari, quelli che le ricordano la sua amata Costiera, con il giallo dei limoni e il blu del mare. Il risultato finale lascia semplicemente senza parole: piatti belli, anche se bello non rende appieno l’appagamento visivo ed emozionale che si ha: sono delle vere opere d’arte, quasi un peccato mangiarle.

Formazione con il Professor Soletti

Il sabato pomeriggio si è concluso con l’interessante intervento del Professor Francesco Soletti dedicato alla Sociologia del turismo.
Storico redattore del Touring Club Italiano, ora docente di Sociologia del Turismo presso l’Università Milano- Bicocca, ci ha spiegato come l’enogastronomia sia strettamente connessa alla cultura nelle sue molteplici declinazioni (l’architettura, la pittura, la scrittura, il teatro), al territorio e alle sue trasformazioni, ai rapporti sociali, ai cambiamenti urbani.
“Di una singola ricetta si può fare storytelling”, afferma il professore.
Ogni piatto, ogni ricetta, porta con sé tutto questo e la ristorazione per fare cultura deve prevedere tre momenti in cui far emergere questi aspetti:

  1. l’aspettativa: ovvero l’immagine che si crea nella mente prima vedere il piatto o prima di prepararlo;
  2. la degustazione: sapori, aromi, profumi, consistenze e forme. Elementi che compongono il piatto e che sono evocativi di emozioni e ricordi;
  3. il racconto: il contesto storico, socio-culturale, economico, produttivo che ha portato alla nascita del piatto che si è degustato.

Per farci comprendere ancora meglio tutto questo, il Professore ci ha narrato i piatti che avremmo degustato a cena nella storica Trattoria Molin Vecio, contestualizzandoli nel territorio di Caldogno e delle campagne venete, nel periodo storico in cui sono nati.
Il professore si congeda con “La tradizione può anzi deve cambiare per adeguarsi ai cambiamenti”.
Un intervento interessante che ha lasciato molti spunti di riflessione e voglia di approfondire i legami cibo-territorio.

Formazione con Ballarini

La seconda giornata del raduno si è aperta con il corso di formazione sui materiali di cottura e sulla comparazione delle fonti di calore tenuto da Roberto Alberti, Brand Ambassador di Zwilling Ballarini Italia.

Conoscere i materiali di cottura e le loro peculiarità è fondamentale per chi, come noi, si occupa di cibo. Saper scegliere gli utensili da cucina e le fonti di calore più adatti alle nostre esigenze ci permette infatti di “trattare con rispetto” il cibo e di esaltarne le caratteristiche organolettiche.
Per questo motivo ogni cibo ha la propria pentola: la padella per rosolare, saltare, arrostire; il tegame per gli spezzati; la rostiera per gratinare e arrostire.

E ancora la terracotta e la ghisa per i legumi e le lunghe cotture; l’acciaio e l’alluminio rivestiti con materiale antiaderente per l’uso quotidiano.
Il materiale non è, però, l’unico parametro guida nella scelta di padelle e tegami: anche il prezzo ha un’importanza sostanziale.

Roberto Alberti ci ha poi spiegato che un buon prodotto è frutto di anni di ricerca tecnologica che non è focalizzata solo sui materiali ma anche sui processi produttivi. L’intero ciclo produttivo deve essere in linea con le norme sulla tutela ambientale, sempre più stringenti, e rispettare i rigidi parametri imposti dagli enti di controllo internazionali.
Parametri che sono stabiliti sia a tutela dell’ambiente sia a tutela del consumatore. Prima di scegliere una pentola o una padella è fondamentale accertarsi che sia prodotta seguendo la normativa sui MOCA (Materiali ed Oggetti destinati al Contatto con Alimenti) che prevede la certificazione di tutta la filiera produttiva, dai materiali alle tecnologie utilizzate, e che garantisce che il prodotto finale sia idoneo al contatto con gli alimenti.
Tutte queste fasi rappresentano un costo (ma anche una garanzia di qualità) per le aziende produttrici e vanno a influire sul prezzo finale. Per questo occorre diffidare di pentole e tegami venduti a prezzi stracciati o mancanti delle certificazioni.

 

Zwilling Ballarini

Roberto Alberti, Brand Ambassador Zwilling Ballarini Italia, con Anna Maria Pellegrino

Cene al raduno

Le cene, così come tutti gli altri momenti di ristoro, sono state parte integrante del raduno.

La sera di venerdì abbiamo cenato presso Non solo osteria, locale sito in Caldogno a pochi passi da Villa Solatia.
Una sala riservata e un menù ad hoc sono stati il primo vero momento di incontro tra soci.
La cena si è aperta con un gustoso antipasto di polenta fritta, accompagnata da formaggio e salame. A seguire un bis di primi: bigoli con ragù di anatra in bianco e risotto con broccolo. Entrambi gustosi, saporiti e cotti alla perfezione. Il secondo, è stato il pezzo forte della cena: guancia di maiale con polenta. La carne, succulenta e sapida, era accompagnata da un contorno di patate e cavolo viola.
A chiudere la cena la “torta putana” un dolce della cucina povera, tipico della zona, a base di pane raffermo, uvette, mele e pinoli. In accompagnamento una morbida crema pasticcera.

Abbiamo trascorso il sabato sera alla Trattoria Molin Vecio: una location curata ed elegante ricavata all’interno di un mulino del ‘500 circondata da frutteti e da un orto botanico.
La cena si è aperta con una degustazione della “Stortina veronese” salume tipico del Basso Veronese e Presidio Slow Food. A seguire il Cinciamenai antica minestra contadina preparata con verza, farina gialle, fagioli, lardo e cipolla. Un piatto sostanzioso e saporito, che racconta la vita di campagna e la fatica del lavoro contadino. Come secondo piatto il “Cappon in canavèra, radici còti e purè”: carne di cappone infarcita con sedano, carote e cipolle e cotta all’interno di una vescica di vitello a vapore e in sospensione.  Un piatto, un racconto: quello delle famiglie aristocratiche dell’ 800.
Abbiamo terminato con il “ Bussolà del Fasolo De-Co con zabaione al Clinto” dolce da credenza con uvette e canditi.

Coffee break e brunch time

In ogni raduno o convegno che si rispetti sono previsti degli intervalli tra le varie attività, e con AIFB abbiamo avuto dei signori coffee break. Il primo a metà mattina, una dolce pausa golosa con i prodotti del forno Zenere che ci ha deliziati con un assortimento di petit friandises per tutti i gusti. La stessa panetteria Zenere ha contribuito a sostenerci per le colazioni proponendoci una vasta scelta tra torte, brioche e biscotti.
Il brunch è stato un assortimento di panini del forno Zenere tipici del posto con i quali accompagnare un assortimento di prodotti caseari campani e locali, affettati, e le zuppe di legumi della Tuscia, il tutto accompagnato dai vini del territorio della cantina SetteAnime, serviti dalla nostra preparatissima socia e sommelier Alessandra Pocaterra. Ogni momento è buono per un po’ di cultura, si nutre il corpo e si nutrono le menti.
Ovviamente in linea con il tema del raduno anche il coffee break del pomeriggio è stata una pillola formativa: la nostra presidente Anna Maria Pellegrino ci guida a riconoscere, valutare, servire e degustare panettoni e pandori, gentilmente offerti dal forno Follador di Pordenone.
Anna Maria, mentre con calma apre le scatole dei grandi lievitati, ci affascina con il suo sapere raccontandoci come fosse un romanzo, con pillole di storia e di antropologia, una storia. Il panettone non è il Pan de Toni, ma è un grande pane dolce, ricco, ed è legato al periodo più buio e cupo dell’anno, in cui inserire tutto quello che la dispensa può offrire, come rituale di speranza verso la primavera e verso il nuovo raccolto, un’eredità dei riti pagani.
È legato al rito e alla simbologia del pane: pane come companatico, ingrediente che si consuma insieme, che si condivide, dal forte valore simbolico (che attualmente è venuto meno). Non solo, l’impasto del panettone contiene le uova e nel periodo buio sono il simbolo della vita, mentre in primavera, periodo con le luci, l’uovo diventa simbolo di perfezione e di rinascita.
Arriviamo quindi alla differenze di questi prodotti da forno tra i pasticcieri e i panettieri. Il pandoro è inteso come dolce, mentre come abbiamo detto il panettone è un pane ricco. Per i panettieri i prodotti realizzati sono meno dolci, mentre per i pasticcieri sono più dolci. Ma quello che gioca un ruolo fondamentale è l’esperienza gustativa personale. Entrambi i lievitati servono a coccolare i nostri sensi nel periodo buio e freddo dell’anno, ma raccontano cose diverse a cominciare dalla forma: il panettone è basso e tondeggiante, il pandoro si sviluppa in verticale. Dopodiché la nostra docente passa a spiegare la parte pratica di come si osservano, toccano, tagliano, servono e assaggiano i lievitati. Sono diversi anche in questo ed è proprio vero che esistono due “scuole”, “case” di pensiero: panettone o pandoro?
Una cosa è certa nel pandoro si devono sentire solo vaniglia Bourbon e buon burro, il panettone andrebbe mangiato da solo data la sua ricchezza in profumi e sapori, non necessita di alcun accompagnamento con creme, salse o altro.
Come si fa a raccontare questa merenda narrata con dovizia di dettagli? Difficile, sarebbe stata da filmare, anche per far comprendere la ritualità dei passaggi fluidi e armonici, come una danza, di Anna Maria mentre racconta e si muove rilassata e tranquilla con perizia a maneggiare e poi affettare questi grandi lievitati in perfetti pezzi da far assaggiare a tutti noi presenti.

Cosa ci portiamo a casa?

Si torna arricchiti da ogni esperienza e anche questo raduno non fa eccezione.
Alla fine di questi pochi e intensi giorni ci portiamo a casa tanta formazione di primo livello, ma non solo. Come si fa a quantificare il bagaglio emotivo?
In questa location da sogno siamo stati coccolati in molti modi. Ci siamo trovati in questa favolosa villa Palladiana con tutti i confort, tutta per noi, in cui lavorare e rigenerarci allo stesso tempo, in cui lo sguardo trovava riposo e pace nelle distese del prato e dei giardini già addobbati a festa con le illuminazioni natalizie. Nella barchessa, tutta vetrate sul parco, usata per la nostra formazione e le pause, riscaldata da una splendida stufa camino, e magicamente l’atmosfera di questo camino ha riscaldato anche noi.
Ci siamo trovati vecchi e nuovi soci, per i nuovi forse un po’ di ansia, di emozione e timore, ma subito svaniti da questa atmosfera rilassante e dall’accoglienza di tutti. Non importa quanta strada abbiamo dovuto percorrere, e il fatto che magari ci si conosceva solo tramite un computer o un cellulare, e a volte nemmeno quello, è stato come incontrare vecchi amici che non si vedevano da tempo: subito si rompe il ghiaccio e baci, abbracci e chiacchiere.
Ma questo non è tutto, anche se è già tantissimo, oltre a tanta bellezza, in cui comunque si è lavorato e abbiamo assistito a formazioni di primo livello, a casa ci portiamo anche una borsa piena di regali inaspettati e riservati solo a noi che abbiamo vissuto il raduno in presenza.
Iniziamo con una mini borsa termica contenente dei cremosissimi stracchini del Caseificio Castellan Urbano, una confezione di pignoletti, deliziosi petit friandises tipici di Caldogno (VI), fatti proprio con la farina di Pignoletto, da qui il nome, della panetteria Zenere. Abbiamo anche ricevuto un libro a tiratura limitata numerata del Professor Francesco Soletti, La celebrata Stortina delle Valli Grandi Veronesi, un libro edito dalla Regione Veneto, Le ricette dei Nonni, riscoperte e riproposte dalle Pro Loco del Veneto. Ma non abbiamo finito, in una enorme elegante borsa beige impermeabile era riposta la bistecchiera Taormina della Zwilling Ballarini insieme alla guida alla scelta dei materiali e ai metodi per la cottura degli alimenti.
Il raduno ci ha arricchito in molti modi: emozioni, formazioni, legami, amicizie, ma anche materialmente visto che ripartiamo tutte molto più cariche di quando siamo arrivate.

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