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Pubblicazione: 06/12/2023
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I Presepi sull’acqua sono un evento natalizio che si svolge in Val d’Ossola, sulle Alpi settentrionali del Piemonte.
In questi paesi montani dove luci, suoni e colori si mescolano alla bellezza della natura e alle cime innevate, si svolge la manifestazione che vede protagonista Crodo con le sue frazioni, a pochi chilometri da Domodossola.
La manifestazione si svolge dal 2 dicembre 2023 fino al 7 gennaio 2024, in un percorso gratuito aperto 24 ore su 24.
L’evento, giunto alla nona edizione e voluto dal comune di Crodo con la collaborazione dell’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, si articola tra antichi borghi, fontane e lavatoi con ben 60 installazioni. Queste sono state realizzate dagli abitanti di questi luoghi in modo del tutto volontario.
La particolarità di questi presepi è che sono tutti costruiti sull’acqua (da qui il nome dell’evento): le installazioni si trovano su antichi lavatoi, vicino a fonti o fontane di case private, di strade o di piazze.
Prendendo l’autostrada Gravellona e puntando a nord verso la Svizzera, usciamo all’indicazione “Crodo”, il piccolo comune che separa la Valle Antigorio dalla Valle Formazza.
Per questo tour dei Presepi sull’Acqua possiamo avventurarci da soli con il nostro mezzo e seguendo le indicazioni della mappa (la possiamo scaricare dal sito dedicato o prenderla al centro visite). Sulla cartina troviamo tracciati i percorsi con il dettaglio delle distanze, altitudini dei vari borghi, inoltre ogni presepe è numerato e accanto è riportata la collocazione e il nome di chi l’ha creato.
Possiamo anche scegliere le escursioni guidate che partono dal Centro visite Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola (Info Point), in via Bagni 20. Lungo la statale di Crodo lo troviamo facilmente sulla destra: un grande palazzo bianco con un lungo colonnato.
Un consiglio spassionato è quello di prenotare per tempo: sul sito dei Presepi sull’Acqua troviamo il modulo di prenotazione e tutte le indicazioni utili (orari e prezzi) per le visite guidate che si svolgono in giorni particolari, nei festivi e nei weekend.
Le guide del parco ci accompagneranno con un pulmino tra le frazioni, i sentieri, strade asfaltate e mulattiere per farci godere la giornata in completo relax e in compagnia.
Per l’escursione è consigliabile un abbigliamento adatto con calzatura adeguata alla montagna e alla stagione.
Per la pausa pranzo abbiamo anche qui due scelte: portarci il pranzo al sacco, oppure godere dell’ospitalità in uno dei locali caratteristici, qualche ristorante o trattoria si trovano nei paesi.
Nelle frazioni alte ci sono diversi B&B molto carini e alcuni alberghi di lusso con annessa SPA. L’acqua di Crodo, infatti, è famosa per i suoi benefici terapeutici: oltre a dare origine al famoso Crodino viene impiegata per le terme, come quelle, poco distanti, di Premia, recentemente ristrutturate.
La frazione con la maggiore altitudine è Foppiano (1217 m) ma anche a est vi è una zona piuttosto elevata, nella zona al di là del Toce: oltrepassando il ponte potrai visitare quelli di Cruppo, Maglioggio e, in fondo, Verampio.
Ma andiamo a vedere il mio percorso e le installazioni che ho visto.
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Il primo presepe che si presenta davanti ai miei occhi è quello a cura del ristorante Marconi, davanti alla chiesa di Santo Stefano, nel centro di Crodo: impossibile non notare il possente campanile. Il grande presepe è collocato all’interno della fontana della piazza principale.
Capisco subito quanto una tale manifestazione sia rilevante per gli abitanti dagli sguardi filiali che rivolgono al proprio presepe, dalla cura continua con la quale lo trasformano, sistemando e aggiungendo pezzi e statuine o da come parlano dello spirito di comunità che si crea tra di loro.
Altre due fontane accolgono i presepi della scuola elementare e media di Crodo. Ci sono tanti foglietti colorati con pensierini di speranza e di pace, bandiere di diverse nazionalità che “riescono” a stare una accanto all’altra.
Da piazza Marconi mi avvio verso la salita e mi addentro in una piccola via dove è collocato un presepe sotto una tettoia all’interno di una scatola di legno. Accanto vi è un messaggio augurale e un quaderno. Spesso, più che le installazioni in sé, rimangono nella memoria le frasi scritte dalla famiglia che se ne è occupata.
Infatti, anche nella successiva installazione, all’interno di un cortile, c’è un tavolino con un quaderno, se qualcuno vuole scrivere un saluto, e un foglio appeso, con una frase. È ben illuminato e una lucina rossa si muove a mo’ di fiaccola mentre il mulino gira. Una musica corale si diffonde e aggiunge atmosfera. Qui c’è anche Babbo Natale con la sua slitta. Bisogna stare attenti alle frecce che ci autorizzano a entrare, spesso si incontrano anche i padroni di casa che ce lo illustrano volentieri.
Mi accorgo che in quasi tutti i presepi troviamo messaggi o preghiere e un piccolo quaderno che fornisce la possibilità di comunicare una risposta al “pellegrino” di passaggio.
In mezzo a una stradina ce n’è un altro tradizionale (muschio con sopra tantissime piccole statuine, cielo azzurro, casette di legno e fiume di cartapesta), con a margine una cassetta riempita di caramelle colorate, un dolce pensiero per i bambini.
Alla fine della viuzza trovo il bivio che porta al percorso successivo: da lì iniziano i brevi tornanti in salita, sino alle pendici del monte Cistella. Da qui in poi devo continuare in auto, seguendo la strada asfaltata per qualche chilometro.
Prima mi fermo nella macelleria Crosetti, a gestione familiare da tempi immemori: il loro presepe lo hanno dedicato agli Alpini. Infatti, oltre a privati cittadini, scuole e gruppi di associazioni, constato che se ne trovano molti accanto a negozi storici che appartengono alle famiglie del luogo.
Dopo qualche curva arrivo al primo paesino, Smeglio, che è inglobato da Mozzio per cui nelle diciture dei presepi ci saranno scritte entrambe le frazioni.
A margine della strada ce ne sono due, davanti a case private, il primo su una fontanella è molto dettagliato e sembra che i fiori attorno, gli scalini di pietra e altri elementi naturali facciano da scenografia; il secondo, sul prato è introdotto da due scope che danno vita a degli omini natalizi, a metà tra uno spaventapasseri allegro e un Babbo Natale: attirano l’attenzione per il rosso acceso con cui sono “vestiti”; c’è una carriola con i fiori e un annaffiatoio dipinto.
Frecce di legno colorate con scritte buffe indicano dove si trova il presepe “vero”, quello sacro, questa volta molto tradizionale, giusto a pochi metri, attaccato al muro dell’abitazione.
Ognuno utilizza quello che ha in casa o che ha trovato nei boschi. Tanti materiali diversi: tessuto, pigne, carta, cortecce e pezzi di legno, lana. La protagonista è la fantasia.
Dopo la chiesetta della Madonna della Vita che merita una visita, trovo il presepe a essa dedicato, nella fontana di pietra a margine della stradina in salita: spiccano le statuine con ognuna un tocco di rosso e i gusci di castagne che fanno da base.
Non lasciatevelo sfuggire: è il presepe con il messaggio di Papa Francesco, quello del Lavatoio di Smeglio, raggiungibile dagli scalini, davvero stupendo: la riproduzione di monumenti, negozi e luoghi, appoggiati su pietre naturali e muschio, è precisa nei particolari, con lucine, barchette a vela nel “laghetto” e mulini in movimento e c’è anche la musica in sottofondo.
Uno l’ho trovato attraverso una mulattiera laterale, subito dopo. Molto semplice ma collocato accanto alle piccole case di pietra, anche se procedete in auto è bello ripercorrere i vicoli a piedi per un breve tratto.
Dal centro di Mozzio si gode di una bella vista sulla valle con in mezzo la grande chiesa di San Giacomo. Qui si trova il presepe sul Rio Urì, fantasioso con le sue sagome di legno, soprattutto di animali fatti con piccole pigne (bellissimi i porcospini) e una chioma di pino che li circonda, muschio e altre pigne più grandi diventano un prato su cui cade la “cascata” di un piccolo rubinetto antico; scatoline con l’effigie di un cuore sono appese con spaghi. Davanti c’è il parcheggio che sembra una terrazza panoramica, vi sono alcuni negozi e un laboratorio di miele.
Da lì, procedendo ancora, si diramano due vie: quella più stretta discendente passa attraverso vecchie case di pietra e una chiesetta minuscola con davanti una stalla; l’altra continua verso la prossima tappa: Viceno.
Nell’ampia piazza accanto al parcheggio scorgo un lavatoio con presepe, piccolino e semplice, fatto dai ragazzi del paese, altri se ne trovano incamminandosi nel Vecchio Borgo che tra casette di pietra e stradine innevate, sembra una cartolina: il primo che raggiungo, nel lavatoio della piazzetta, sembra anacronistico e surreale, ci sono palme e cammelli!
Ancora 2 km di auto e mi trovo a Campieno (873 mt), che fa parte della frazione di Cravegna. Il presepe in questione è fatto con tante tessere di legno dai colori sgargianti e madreperlati, al centro dei quali spicca la riproduzione del “Bacio di Klimt”. Delizie locali da assaporare nella natura e in compagnia dell’arte, cosa volere di più?
Non mi do per vinta e riprendo a camminare: dall’altra parte della strada ce n’è un altro, sempre su un lavatoio, molto semplice ma con una statuina di Gesù Bambino molto grande e dorata. Le casette, alcune diroccate, sembrano di un’altra epoca e mi invogliano a salire lungo la mulattiera innevata.
Per ricollegarsi alla statale di Crodo basta continuare nella stessa direzione, disegnando un percorso ad anello, fino al cartello di Cravegna (850 m). Nella piazza del paese ecco il presepe della “fontana con orologio”. Penso che si riferisca a un normale orologio, ma ho una sorpresa: dietro al grande presepe si scorge l’ingranaggio del vecchio orologio della torre campanaria che veniva ricaricato da un addetto, dopo un preciso lasso di tempo, per far suonare le campane.
L’artigiano mi racconta della sua passione, che possiede fin da piccolo; a ogni Natale si faceva regalare una statuina nuova. Ci tiene a sottolineare che il suo è tradizionale, però di originale ha la targa, esposta al centro, le cui parole stampigliate, ormai consumate dal tempo, dimostrano l’autenticità dell’orologio racchiuso nella teca di vetro.
Questi presepi sono simboli in questo viaggio dell’anima: gli abitanti di questo comprensorio mettono a disposizione le loro case, le piazze, i negozi per condividere un messaggio di amore col fortuito passante. Ho iniziato da sola questo cammino, eppure…non mi sentivo sola: altri turisti, abitanti, famiglie o camminatori solitari, sia del luogo che forestieri, spesso stranieri, si “palesavano” accanto a me, sbucando da sentieri innevati o da una macchina. Sembrava quasi di conoscerci a vicenda: a volte basta scambiarsi un sorriso per capire che “il messaggio del Natale”, che ci crediamo o no, è indirizzato a tutti noi, agli abitanti di questa terra meravigliosa.
Grazie alla visita dei Presepi sull’acqua abbiamo l’occasione di scoprire la valle con i suoi particolari borghi e conoscere le eccellenze enogastronomiche locali.
Passeggiando troviamo negozi dalle origini centenarie, prodotti locali genuini delle valli, salumi, carne e formaggi tipici, prodotti col latte delle malghe limitrofe, miele, pane e dolci.
All’inizio del mio percorso ho fatto scorta di eccellenze gastronomiche, in locali che rappresentano un punto fermo per gli abitanti: la Latteria Antigoriana di Crodo produce yogurt e formaggi da 50 anni, come il Cistellino, l’Aleccio e l’Ossolano Dop, col latte degli allevatori locali delle valli.
Attaccato vi è un Antico Forno con dolci e pane di ogni tipo; sempre nella stessa via si trova l’indicazione per la macelleria Crosetti, in piedi da cent’anni e con ogni tipo di carne, anche di selvaggina (salami di cervo e cinghiale); ho assaggiato il lonzino alle erbe montane, la bresaola ossolana. Mi hanno mostrato il “violino di capra” dalla forma allungata come lo strumento musicale e sembra che per tagliarlo si debba tenerlo sul braccio come per “suonarlo”, pezzi unici pregiati che si possono vendere solo interi (carne essiccata della coscia di capra).
Ma se abbiamo tempo, fermiamoci in un ristorante ossolano: gli gnocchi ossolani di zucca e farina di castagne sono imperdibili e spesso vengono serviti su una fonduta di toma di montagna o sul pregiato Bettelmatt (si produce solo in sette malghe). Essendo in montagna non può mancare la polenta e i sughi caratteristici di carne a cui va abbinata.
Queste zone ricche di natura incontaminata e di storia sono un luogo magico, ancora poco conosciuto, che non mi stancherò mai di esplorare e raccontare.
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