Il Piemonte è terra di alta gastronomia e di piatti suntuosi, ma anche di sagre, di fiere e di feste popolari che deliziano gli occhi e il palato specialmente nel tardo autunno, quando le foglie cambiano colore e si fanno sentire i primi freddi.
Tra tante manifestazioni di questo tipo ho deciso di parlarvi della Fiera dei Santi di Dogliani e della cisrà. Dogliani è un piccolo comune in provincia di Cuneo, basso Piemonte, adagiato in una conca naturale di dolci colline langarole.
Ogni autunno, il 2 novembre, Dogliani si anima per questa manifestazione, che nel tempo si è conquistata fama di festa genuina e popolare. Il Borgo – cioè la parte bassa della cittadina – è sede della fiera vera e propria con circa trecento espositori e venditori ambulanti sia di specialità enogastronomiche, sia di artigianato. Ma la sua rinomanza è dovuta principalmente al piatto simbolo della fiera: la cisrà, ovvero una corroborante minestra di trippa e ceci.

Il 2 novembre alle prime luci dell’alba, nei pressi della chiesa barocca della Confraternita, si ripete l’antichissima consuetudine della distribuzione della cisrà. Si dice che, a partire dal ‘600, i membri della Confraternita dei Battuti erano soliti offrire una scodella di questa minestra calda a tutti i fedeli che arrivavano alla fiera dai dintorni, a volte dopo lunghi e faticosi cammini a piedi sulle colline.
Ancora oggi la cisrà è preparata secondo l’antica ricetta gelosamente custodita dalle cuoche locali e si dice che il suo sapore straordinario sia dovuto al fatto che se ne cuoce una gran quantità. Non per nulla i tanti volontari si avvicendano per giorni e giorni intorno ai pentoloni di minestra. Si pensi che durante la scorsa edizione (2016) ne sono stati distribuiti ben quindici quintali, pari a circa quattromila porzioni.
L’invitante profumo della cisrà invade le strade del paese e i visitatori infreddoliti possono sedersi già dal mattino presto a gustare una bella ciotola di minestra, accompagnandola con l’immancabile bicchiere di vino di Dogliani.
Questa sostanziosa preparazione, che da piatto povero e popolare è diventato una ricercata prelibatezza, deve la sua bontà agli ingredienti di prim’ordine che la compongono: i ceci di Nucetto (curiosità: un tempo erano destinati alla cisrà solo i mezzi ceci, quelli non vendibili); le verdure degli stessi produttori che partecipano al Mercato dei Contadini delle Langhe e le trippe sapientemente trattate.

Inoltre la cisrà si consuma in una tipica scodella in ceramica che è diventata negli anni un immancabile pezzo da collezione per gli appassionati e che contribuisce a sottolineare la sua rustica autenticità.
Ringrazio Enrico Cassinelli del sito Langhe.net e Giulia dell’ufficio turistico del comune di Dogliani per l’aiuto prezioso.
foto della cisrà: qui – foto della scodella: qui