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Pubblicazione: 30/07/2017
Il nostro Gran Tour d’Italia fa ancora tappa nelle Marche, terra di piccole meraviglie, di sapori e tradizioni che si tramandano, di mani che lavorano con tenacia e determinazione.
Questa l’essenza di una regione così ricca e tutta da esplorare. Molti i prodotti tipici che portano in tavola questo mix unico fatto di gusto, tradizione e passione e, tra questi, ci sono quelle piccole bontà che meritano oggi il centro della scena: le Mele rosa dei Monti Sibillini.
Un presidio Slow Food, una piccola perla dolce, succosa e fragrante che ancora oggi si può incontrare tra i 450 e i 900 metri di altitudine grazie alla volontà di piccoli produttori che hanno deciso di salvare quelle poche piante che, in silenzio e senza tanto clamore, crescono ancora, con una buona dose di caparbietà (o, meglio, con tigna come si dice in marchigiano), in questa terra non facile.
L’aspetto della Mela rosa dei Monti Sibillini è peculiare e la distingue nettamente dalle più comuni mele in vendita nei supermercati e mercati. È piccoletta, irregolare e schiacciata; una striatura rosa segnala quando è matura; ha un profumo floreale, dal gusto antico. Si può ben considerare un frutto del passato: era nota ai tempi dei Medici, ma era citata già nel 65 A.C. da Orazio nelle sue Satire:
Quanto a sapore, le mele di Tivoli sono inferiori a quelle del Piceno, che però fanno più figura.
Oggi nelle Marche trova nuovi estimatori diventando simbolo di una terra – l’areale collinare pedemontano con la sua molteplicità di biotipi – che guarda al futuro mantenendo il rispetto delle proprie origini. Va ringraziata la Comunità Montana dei Sibillini per aver salvato e rivalorizzato i pochi alberi che il tempo ci aveva consegnato ancora intatti e piantumato con nuovi esemplari circa otto ettari di terreni.
Occorre tanta forza a una pianta per resistere al tempo e al progresso. L’albero della Mela rosa dei Monti Sibillini è rustico, molto adattabile, proprio come lo spirito marchigiano. Se il melo fosse una donna potremmo descriverla come riflessiva, dotata di una saggezza eterea, calma, controcorrente rispetto a chi vuole mettersi in mostra e piacere a tutti i costi, autentica e genuina e quindi sempre apprezzabile.
Il tempo della fioritura è un evento prezioso e delicato; i fiori sono eleganti e di una raffinatezza senza tempo. Il gusto dei frutti è ricco e dalle mille sfaccettature, zuccherino e succoso; il profumo è intenso e aromatico. La raccolta si protrae sino a ottobre, ma si conservano intatti sino a primavera, diventando se possibile ancora più buoni, con una polpa più dolce e morbida.
Le regole stabilite dal disciplinare di produzione del Presidio Slow Food prevedono tecniche di coltivazione ecocompatibili e garantiscono la qualità dei frutti, oltre a individuare l’area di produzione, ovvero i territori dei comuni di Amandola, Comunanza, Force, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria in Matenano, Smerillo, compresi nelle province di Fermo e di Ascoli Piceno. Oggi possiamo conoscere da vicino questo piccolo frutto così speciale anche visitando direttamente le aziende agricole, oppure partecipando a festival gastronomici nella stagione del raccolto.
La Mela rosa dei Monti Sibillini è ottima anche per le confetture e perfetta per le torte di mele. Io però la preferisco al naturale, sincera e semplice così com’è: un morso che sa di rosa.
Credits immagini:
http://www.origineonline.it/prodotti/la-mela-rosa-dei-monti-sibillini
https://www.piceno24.it/2014/10/24/5139/sibillini-in-rosa-le-mele-dei-nostri-monti/
Fonti:
http://www.ambiente.marche.it/Portals/0/Ambiente/Natura/Parchi%20e%20Riserve/GeneraleParchiRiserve/BiodiversitaAgrariaMarche.pdf
https://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/mele-rosa-dei-monti-sibillini/
http://www.youpiceno.it/enogastronomia/montedinove-monti-sibillini-mele-rosa.html
http://www.youpiceno.it/wp-content/uploads/RICETTEmelaWEB.pdf
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