24/10/2024
Frida Kahlo e il cibo: arte, cultura e passione
Gabriella Rizzo ci racconta Frida Kahlo, donna volitiva e passionale e artista iconica. Il suo rapporto con il cibo tra arte, cultura e passione.
Pubblicazione: 19/07/2017
Continua il Gran tour delle Marche: oggi facciamo tappa lungo la costa adriatica, per la precisione a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno). Questa cittadina, centro principale del tratto di costa marchigiana conosciuto anche come Riviera delle palme, vanta un importante porto dedicato alla pesca commerciale, ma anche all’approdo turistico e al diporto nautico. Il porto di San Benedetto del Tronto è il primo porto peschereccio della regione e tra i più importanti d’Italia per il numero di imbarcazioni. Il faro, che svetta imponente dal 1957 con i suoi trentuno metri di altezza, è un ulteriore vanto e un’attrazione turistica. Da Ancona a Ortona (in Abruzzo) è il faro più maestoso e maggiormente visibile di tutta la costa.
Gironzolando per le banchine – a nord la banchina del Mercato del pesce, a sud la banchina di Riva – si possono ammirare le molte barche ancorate e, al mattino presto o a metà pomeriggio, si può assistere al rientro dei pescherecci e allo scarico del pescato. Uno spettacolo caratteristico, poiché per trasportare le cassette di pesce vengono usati ancor oggi carretti in ferro trainati a braccia.
Nel cuore del porto si trovano il Mercato ittico all’ingrosso e il Mercato civico del pesce. Nel primo, dal martedì al venerdì, a partire dalle quattro del mattino, commercianti, grossisti, albergatori, ristoratori cercano di aggiudicarsi il pescato partecipando a una movimentata asta al ribasso fino a che tutto il pesce non sia venduto. Il secondo è invece una struttura al coperto dove chiunque può acquistare pesce fresco direttamente dalle famiglie proprietarie degli stessi pescherecci. In genere i banchi sono gestiti dalle donne, abili venditrici del pescato del giorno.
Entrando nel mercato del pesce si respira il fresco profumo del mare e si percepiscono la cultura e la storia della pesca. Qui, con le domande giuste alle persone giuste, si possono avere mille informazioni sulle tecniche di pesca, sulle specie ittiche della zona e su come cucinarle seguendo le ricette “di una volta”.
La pesca riveste un ruolo economico importante per tutta la regione e la sua produzione è tra le più rilevanti di tutta l’Italia. Le grandi imbarcazioni pescano principalmente a strascico, ovvero le reti vengono trainate sul fondale marino; una speciale menzione va fatta per la pesca della sogliola che si pratica con gabbie dotate di reti che vanno a raschiare in profondità il fondale, habitat usuale di questo pesce. Poi ci sono le volanti: imbarcazioni specializzate nella cattura di pesce azzurro. I molluschi vengono pescati da imbarcazioni più piccole con le draghe manuali. A circa sei miglia dalla costa si trovano prede medio-piccole, come il merluzzo, il totano, la triglia, la seppia o la razza. A circa venti miglia le imbarcazioni incontrano rane pescatrici, scampi e gamberi. Il Mare Adriatico è ancor oggi considerato come il tratto più pescoso del Mediterraneo.
Dal peschereccio alla tavola il passo è breve e da queste parti si dice che il Brodetto esiste da quando esistono i pescatori. Il brodetto è infatti una specialità culinaria delle Marche e lungo la costa si possono degustare le varie versioni: all’anconetana, di Porto Recanati e di Fano.
Ovviamente anche San Benedetto del Tronto vanta il proprio brodetto di pesce, che non è una banale zuppa di pesce ma, per i sanbenedettesi, una specie di mito, un concentrato di storia, un motivo d’orgoglio la cui ricetta si tramanda da secoli. Il brodetto viene proposto in tavola per le occasioni speciali, unisce e mette d’accordo generazioni diverse. Si narra che quello di San Benedetto sia la madre di tutti i brodetti; poi, col passare del tempo si è diffuso ed evoluto, dando vita a versioni più raffinate e personalizzate, conquistando notorietà anche all’estero.
La leggenda racconta che il brodetto sambenedettese sia nato a bordo dei pescherecci quando ancora il motore non era stato inventato e si andava a pescare al largo solo quando le condizioni climatiche lo consentivano, ovvero quasi solo d’estate. Era di certo un piatto povero che veniva preparato a bordo utilizzando quella parte del pescato che non era destinato al mercato perché danneggiato, o di taglia troppo piccola, o di una qualità poco richiesta. I pescatori, dovendo stare in mare a lungo, portavano con sé scorte di cipolle, pomodori, peperoni verdi e olio di oliva. E anche il vino bianco che, stando a lungo in mare, mutava di sapore fino a diventare aspro come l’aceto. Verdure e vino aspro finivano nel brodetto: un piatto che poteva durare per giorni e che rappresentava il pasto principale di questi uomini di mare.
Ancor oggi non esiste una ricetta ufficiale del brodetto, ma tutti concordano sulle varietà di pesce utilizzate che si possono suddividere in due gruppi: pesce con carne soda – coda di rospo, mazzolina, vocca in capo (pesce prete), scorfano, ragno e triglia – e pesce con carne morbida come busbana (o merluzzo), razza chiodata, palombo e seppie. Nel corso degli anni sono stati inclusi anche scampi, pannocchie, vongole e cozze.
In ogni caso, quando ci si sia procurati tutti gli ingredienti utili, in una pentola si fanno appassire le cipolle tritate in olio extra vergine d’oliva, poi si aggiungono le seppie. Dopo alcuni minuti si aggiungono i pomodori verdi tagliati grossi e pezzi di peperone verde. Si copre con acqua e si sala (in origine si usava direttamente acqua di mare) e si lascia cuocere coperto. Quando la verdura inizia a sfaldarsi e le seppie sono quasi cotte, si unisce il resto del pesce, aggiungendolo gradualmente in base al tipo di carne più o meno soda. Si ricopre e si cuoce a fuoco lento per alcuni minuti. Poco prima di servire si versa del buon aceto di vino bianco e si lascia sfumare. Si serve con pane abbrustolito.
Fonti:
Comune di San Bendetto del Tronto
Museo del mare
Box sorelle Ricci, presso il mercato del pesce
Foto di Martina Olivieri
Articolo di Martina Olivieri del blog Le ricette di Libellula
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