Ulivi e xylella, a che punto siamo

Pubblicazione: 27/12/2018

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All’olio extravergine d’oliva anche Keys, passato alla storia come lo scopritore della dieta mediterranea, ha dedicato più di qualche riferimento nei suoi testi: l’Italia era per il famoso ricercatore una delle “terre delle olive”. E dagli anni ‘50 ad oggi le ovazioni a questo alimento e condimento si sono moltiplicate e quello made in Italy è tra i più apprezzati. Purtroppo è tanto rinomato quanto limitato: ogni anno ne consumiamo molto di più di quello che siamo in grado di produrre. Tra le tante ragioni ce ne sono alcune strutturali che coinvolgono investimenti e ammodernamenti mancati, ma negli ultimi tempi anche quelle naturali hanno creato più di qualche danno: tra tutte, ad abbattere la nostra produzione è stata soprattutto la Xylella fastidiosa.

Che cos’è la xylella fastidiosa?

È un batterio trasmesso da un insetto chiamato Philaenus spumarius, più nota come sputacchina. Il microrganismo causa il CoDiRo, complesso del disseccamento rapido dell’olivo, colonizzando e ostruendo lo xilema, cioè l’insieme dei vasi capillari attraverso i quali vengono trasportate acqua e nutrimento dalle radici fino alle foglie. Dal tronco alla parte aerea, la pianta rimane a secco.
La malattia si manifesta dapprima con la bruscatura delle foglie seguita dall’imbrunimento diffuso dei rami e del fusto, infine dal disseccamento della chioma.
La correlazione tra CoDiRo e Xylella fastidiosa è già stata confermata qualche anno fa.

La xylella in Puglia

La presenza dell’agente patogeno nell’area di Gallipoli era già stata rinvenuta nel 2013; l’infezione in seguito si è diffusa in modo pressoché continuo in tutta la provincia di Lecce, poi in quella di Brindisi e in tutta la zona di Oria.
La xylella, però, è un parassita endemico delle Americhe in particolare di Costa Rica, Brasile e California.
Com’è arrivata in Puglia?
Con il commercio di piante ornamentali infette originarie proprio della Costa Rica. Alla diffusione in seguito hanno pensato gli insetti che si nutrono della linfa. Tra tutti i vettori, quello maggiormente coinvolto è proprio la sputacchina, un minuscolo insetto che ha fatto un grande danno: solo la Puglia vale ben il 30% della produzione olivicola italiana.

Xylella 2018

La questione è tutt’altro che risolta e per avere una visione chiara e autorevole di quanto si fa, si sa, e si deve sapere è utile fare riferimento alle fonti ufficiali.
Sull’argomento a metà dicembre 2018, in chiusura d’anno, è stato sentito in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati il Ministro delle Politiche Agricole che ha riassunto le ultime attività.
Il batterio da quarantena si sta combattendo con una duplice finalità:
evitare la diffusione dell’infezione abbattendo gli alberi già colpiti dalla malattia nella cosiddetta zona cuscinetto;
iniziare un processo di sviluppo a salvaguardia dell’economia olivicola pugliese con, ad esempio, il rimpianto di cultivar resistenti.
Per la tutela degli ulivi monumentali secolari si stanno valutando, invece, gli innesti con cultivar resistenti.
La situazione è delicata sotto diversi fronti, anche quello politico. L’Europa ha promosso una procedura di infrazione contestando all’Italia l’inosservanza degli obblighi per favorire il contenimento dell’infezione con l’eliminazione delle piante in un raggio di 20 chilometri dalla zona infetta. Ciò renderà necessario un nuovo approccio da parte del Governo in accordo con la Regione Puglia. Tra gli interventi previsti:
la lotta fitosanitaria a basso impatto ambientale a tutti gli insetti vettori;
le ispezioni e i campionamenti anche nelle aree attualmente indenni.

In conclusione

Bisogna ammettere che a fronte di una crescita dell’apprezzamento dell’olio extravergine di oliva Made in Italy vi è un documentato deficit di produzione, che ha talvota favorito “traffici” poco vergini.
La Puglia, però, non è solo una terra d’olive ma è anche terra di persone, che devono poter fare fronte alle perdite con la certezza di una linea condivisa con le istituzioni. Queste ultime hanno l’arduo compito di saper essere un riferimento certo.

Articolo di Francesca Antonucci del blog Foodholmes

Bibliografia:

  • Xylella fastidiosa. Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/xylella-fastidiosa (consultato il 23 dicembre 2018)
  • Isolation and pathogenicity of Xylella fastidiosa associated to the olive quick decline syndrome in southern Italy. Saponari M et al. Sci Rep. 2017; 7: 17723. doi: 10.1038/s41598-017-17957-z.
  • Intercepted isolates of Xylella fastidiosa in Europe reveal novel genetic. Loconsole G. et al. European Journal of Plant Pathology 2016; 146: 85-94.
  • Xylella: Centinaio, al via Piano Straordinario 2018. Comunicati stampa. Ministro delle Politiche Agricole alimentari. https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13315 (consultato il 23 dicembre 2018)
  • Monitoraggio nazionale Xyella fastidiosa – Decreto ministeriale 13 febbraio 2018. Servizio Fitosanitario. https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13250 (consultato il 23 dicembre 2018)
  • Azioni di contrasto alla diffusione della Xylella Fastidiosa per il 2018-2019, in applicazione della decisione di esecuzione (UE) 789/2015 e s.m.i. Osservatorio Fitosanitario Xylella Fastidiosa Regione Puglia. http://www.emergenzaxylella.it (consultato il 23 dicembre 2018)

Immagini cretits-free tratte da Pixabay

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