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Pubblicazione: 29/10/2020
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Il Priamar di Savona è la fortificazione di maggiore importanza di tutta la Liguria di Ponente che si presenta con una forma molto articolata e complessa. Il termine “Priamar” sta a significare “pria a mà”, appunto “pietra sul mare”. Si erge, infatti, in una posizione strategica in grado di dominare una vasta porzione di orizzonte, da ponente a levante. È a pochi metri dalla zona denominata Vecchia Darsena, zona di movida e cuore pulsante del porto di Savona, dove da un lato una banchina è ancora riservata all’ormeggio delle barche che forniscono ottimo pesce e dall’altro attraccano le enormi navi da crociera e i traghetti per il Mediterraneo. La si può raggiungere in un quarto d’ora dal casello autostradale o in pochi minuti dalla stazione ferroviaria. Per informazioni sugli orari e sulle mostre temporanee conviene consultare il sito dei musei di Savona info@museoarcheosavona.it
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Il colle su cui si erge la fortezza ha ospitato il primo insediamento cui risalgono le origini della città, già dall’età del bronzo medio (2000 – 1550 A.C.). Gli scavi archeologici hanno poi rinvenuto resti di ceramiche del IV e V secolo A.C., di provenienza Etrusca, Provenzale e Greca.
Il primo vero e proprio apparato fortificato viene costruito nel 1213, da Genova, per poter controllare meglio la città, attenzione non per allontanare i nemici che arrivavano dal mare ma per sedare eventuali malcontenti savonesi, e fu chiamato inizialmente Castello di Santa Maria poi, Castello Nuovo. Con la sottomissione definitiva della città da parte di Genova nel 1528, la cattedrale, il convento, il complesso vescovile e le abitazioni private vengono distrutte, anche il porto viene interrato. La nuova struttura militare cinquecentesca ideata dall’architetto Giovanni Maria Olgiati, è da allora che viene denominata fortezza, prende il posto della vecchia città e viene divisa in due blocchi, il maschio – la parte più alta del Priamar e la cittadella la parte ovest della fortezza, più bassa e allungata. Nel corso del ‘700, la fortezza è teatro di aspre battaglie durante la guerra di successione austriaca, tra genovesi e austro piemontesi, conquistata da questi ultimi nel 1746, poi ripresa da Genova nel 1750. Nel 1815, con l’annessione della Liguria al Piemonte, la fortezza conclude la sua storia militare, diventando poi una prigione. Nel 1878 la fortezza viene radiata dal novero delle fortificazioni italiane del Regno d’Italia, avviandosi così ad una progressiva riconversione in area industriale o per passeggiate. I lavori di restauro del complesso si avviano dal 1950, riportando il Priamar al suo odierno splendore. Oggi la fortezza del Priamar è un imponente complesso che può essere meta di una gita anche solo per passare un pomeriggio passeggiando, o rilassandosi nelle zone verdi seduti all’ombra di un pino marittimo. Nelle giornate più limpide, se si è particolarmente fortunati, si possono scorgere all’orizzonte persino le coste della Corsica.
Uscendo dall’autostrada un cartello ci informa che Savona è la città del chinotto. Originario della Cina, dalla quale ha preso il nome, il Chinotto di Savona, presidio Slow Food, fu importato in Italia nel XVI secolo. La sua coltivazione rimase una produzione di nicchia fino al 1800, quando a Savona fu fondata la “Società Cooperativa dei chinotti” che, imitando le Camere Agrumarie del sud Italia, gestiva la coltivazione, la trasformazione e la vendita dei frutti. Nel 1877 fu poi aperto il primo laboratorio di canditura in Liguria, con il trasferimento a Savona dell’azienda francese Silvestre-Allemand.
I liguri benché siano un popolo che si affaccia sul mare ma non hanno una particolare vocazione marinara nelle loro ricette che compaiono soprattutto nei secondi sotto forma di acciughe e baccalà. Sono insuperabili nelle paste ripiene e negli gnocchi. Da assaggiare le zuppe come lo zemin, il minestrone genovese, la polenta bianca col tartufo, ovviamente ben conditi con olio Arnasco e innaffiati da vini D.O.C.: Pigato di Ortovero, Vermentino e Rossese di Campodichiesa. Ottime le torte di verdure e le focacce. Gli amaretti di Sassello sono una specialità dolce che si scioglie in bocca.
Tartufi, funghi, castagne, conigli e lumache sono protagonisti di gustose ricette tipiche del savonese.
Fonti:
02/09/2024
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