La Borragine

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La borragine, un rimedio per il coraggio ed un piacere per il palato

Se vi capita di fare passeggiate in campagna tra aprile e maggio, fate bene attenzione ai prati incolti, ai bordi delle strade, lungo i muretti. Vedrete ergersi splendidi grappoli di fiori blu dagli stami quasi neri, a forma di stella: sono i fiori della borragine, antichissima pianta spontanea dalle molteplici proprietà officinali e da un sapore che ricorda il cetriolo, ottima per risotti, frittate e frittelle.

La borragine è una pianta annuale spontanea d’origine mediorientale e diffusa in tutto il mondo. Le sue foglie verde scuro sono ricoperte da una densa peluria, proprio come il suo fusto. Una creatura vellutata che cresce lungo le strade, nei prati e sotto i vostri piedi, ma che può essere anche seminata direttamente in giardino, nell’orto e in grandi vasi: dall’anno successivo si propagherà autonomamente. Abbastanza resistente, sopravvive fino a mille metri di altitudine.

Sembrerebbe derivare dall’arabo abou “padre” e da rash “sudore”, ovvero “padre del sudore”, per via delle sue proprietà sudorifere ed espettoranti. La parola si trasforma poi nel latino borago, da borra, “tessuto di lana ruvida”, a causa dei peli che ricoprono tutta la pianta. Alcuni sostengono che l’etimologia possa essere il celtico barrach, “uomo coraggioso”, dal momento che i guerrieri celtici bevevano del vino con la borragine prima di ogni battaglia, poiché credevano che lo spirito della pianta infondesse coraggio. Della virtù di restituire coraggio a chi se ne nutre, ne parla anche Bacone come rimedio per “combattere i fuligginosi vapori della polverosa malinconia”. Sempre in Inghilterra, nel 1600, John Evelyn scrive nel suo Elysium britannicum che la borragine è una pianta “dalle virtù sconosciute per fare rivivere l’ipocondriaco e per ridare coraggio”. Nel 1667, il medico napoletano Giuseppe Donzelli, nel suo Teatro farmaceutico afferma che l’acqua di borragine “è appropriata al cuore perché lo rallegra e lo corrobora. Toglie le immaginazioni cattive, acuisce la memoria e la mente, e discaccia dal corpo tutti gli umori cattivi. E’ utile ai melanconici e frenetici”.
Le proprietà terapeutiche della borragine sono state apprezzate fin dai tempi antichi. Plinio, col quale concorda la Scuola medica salernitana, racconta di un decotto di questa pianta per allontanare la tristezza e dare gioia di vivere. Apuleio afferma che il primo nome della borragine fu coragine, per indicare proprio i benefici che apportava al cuore. E tale significato, nonostante il tempo, permane ancora nel linguaggio dei fiori, in cui la pianta è accostata alla contentezza e alla serenità.

Se l’uso officinale della borragine è antichissimo, non da meno lo è quello alimentare. Basti pensare che è uno dei componenti fondamentali del mazzetto di erbe aromatiche tipico della cucina ligure, il preboggion. Il suo gusto va verso l’acido, con un sapore che ricorda il cetriolo ed è una tra le piante selvatiche più utilizzata in cucina. Si utilizzano soprattutto le foglie, che vanno raccolte ed utilizzate fresche. Se la raccolta si fa dopo la fioritura, si usano solo le foglie più giovani. Bisogna bollirle per eliminare la peluria. Le foglie della borragine si possono fare fritte con la pastella e sono molto simili ai fiori di zucca, o tritate e fatte a frittata o ancora con risotti e come ripieno di tortelli e ravioli.
I bellissimi fiori della borragine sono commestibili e, spesso, costituiscono un’ottima guarnizione per piatti e insalate, ma anche per dare un bel pigmento cromatico/aromatico all’aceto.

La borragine ha proprietà emollienti, antiflogistiche, decongestionanti, depurative, toniche e diuretiche. Ma, soprattutto, i suoi semi sono ricchi di acidi appartenenti agli Omega 3 e agli Omega 6. Queste sostanze non vengono prodotte dal nostro organismo ma devono essere assunte tramite l’alimentazione, in quanto sono fondamentali per la produzione di energia, per la formazione delle membrane cellulari, per il trasferimento dell’ossigeno dall’aria al sangue e per il corretto equilibrio ormonale nell’organismo. Non è un caso che l’olio estratto dai suoi semi è diventato un prodotto pregiatissimo per il mercato alimentare, cosmetico e medico. L’acido gamma-linolenico è un acido grasso polinsaturo che si trova, in natura, solo nel latte materno, nell’olio di borragine e in pochissimi altri alimenti.
Questa piccola ma fondamentale pianta spontanea è un dono della natura che ci può far apprezzare quanto diceva, saggiamente, Pitagora: “Amici miei, evitate di corrompere il vostro corpo con cibi impuri; ci sono campi di frumento, mele così abbondanti da piegare gli alberi dei rami, uva che riempie le vigne, erbe gustose e verdure da cuocere. La terra offre una grande quantità di ricchezze, di alimenti puri, che non provocano spargimento di sangue né morte”.

ph. Carmensita Bellentieri

Riso e borragine

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Ingredienti per 4 persone:

400 g di riso
80-100 g di borragine
50 g di burro
brodo vegetale caldo
sale e pepe
olio extravergine d’oliva

Lavate e pulite accuratamente la borragine, poi lasciatela in abbondante acqua salata per almeno un’ora. Scolatela con le mani e metterla in una pentola, aggiungendo un bicchiere d’acqua. Mettete il coperchio e lasciate sul fuoco per dieci minuti, cuocendola quasi al vapore. Poi passatela al mixer.
Insaporite la purea di borragine nel burro fuso, unite il riso e ricoprite col brodo, lasciando sobbollire piano. Aggiungete in seguito un mestolo di brodo alla volta, quando necessario, fino a cottura completa, mantenendo la consistenza più o meno brodosa a piacere. Aggiustate di sale e pepe.
Servite con un filo di olio a crudo e del Parmigiano Reggiano grattugiato, se gradito.

Bibliografia:

Scoprire riconoscere usare le erbe, Fratelli Fabbri Editori, 1977
Nuova enciclopedia delle erbe. Riconoscimento e uso medicinale, alimentare, aromatico, cosmetico, Edizioni del Baldo, 2013
Atlante delle erbette di prati, rive e dei piccoli frutti di bosco, Edizioni del Baldo, 2015

Partecipano come contributors:

Carmensita Bellettieri, Borragine: un dono della terra per la salute e il palato

Giulia Moscardo, Frittata con porro e borragine 
Sara Sguerri, Ravioli al Farro Ripieni di Ricotta e Borragine 
Tamara Giorgetti, Confettura di borragine e mele 
Cristiana Di Paola Budini salati alla borragine
Milena (Dolci e Pasticci), Ravioli alla Borragine

4 commenti

  1. Carmensita articolo molto interessante, io adoro la borragine, è l’erba che mi accompagna da una vita, me la fece conoscere mia nonna quando ero ancora piccola, in Maremma i campi sono tutti viola a primavera, pensa che ho qui sul mio tavoloda lavoro le perle con l’olio di borragine, le prendo sempre, saluti cari

  2. Molto bello il tuo articolo Carmensita, incontra alla perfezione anche il tema della settimana delle erbe e dei fiori. La borragine io non la trovo, dalle mie parti se non in maniera proprio occasionale, per questo “sospiro” vedendo questi meravigliosi fiorellini blu che vorrei tanto avere sui miei piatti. Complimenti!

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