Sanremo e la finale del contest “Ma che cipolla d’Egitto”

Pubblicazione: 15/09/2018

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La finale del contest “Ma che cipolla d’Egitto” si è tenuta a Sanremo nella giornata di sabato 8 settembre 2018: la gara si è svolta al Villaggio dei Fiori, sponsor della manifestazione che ha coperto anche l’ospitalità delle finaliste Ilaria Bertinelli, Daniela Boscariolo e Tamara Cinciripini. La giornata delle sfidanti è cominciata con un giro nella splendida città di Sanremo.

LA CITTA’ DI SANREMO

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Villa Ormond, con il suo parco che si estende luminoso verso il mare, venne costruita per volere del commerciante svizzero Michel Louis Ormond nella seconda metà dell’Ottocento. Luogo d’incontri, di riposo e festose cerimonie, cornice di ricordi e cartolina di un’epoca di mecenati e viaggiatori, oggi è patrimonio di tutti e mostra l’armoniosa sintesi dell’esperienza e del gusto estetico di botanici, agronomi e paesaggisti che qui piantarono collezioni di palme, alberi e arbusti provenienti da ogni continente, in una sapiente fusione di forme e colori. Scrigno prezioso di biodiversità vegetale, il Parco è testimonianza vivente di terre lontane, che il sole della Riviera Ligure ha accolto.
Villa Nobel, a pochi passi da Villa Ormond, è stata l’ultima dimora di Alfred Nobel che inventò nel 1867 la dinamite e ne ebbe subito ricchezza e fama, creando un vero e proprio impero commerciale con fabbriche in molti paesi. A Nobel dobbiamo anche il più importante riconoscimento letterario e scientifico del mondo, il Premio Nobel. La villa è una elegante e imponente casa in stile moresco, dotata di tre piani: lo studio di Nobel e le sale da pranzo si trovavano al piano terra, come la sala per le conferenze, con affreschi sul soffitto. Una torre sulla destra è riservata alle riunioni private. Fuori, un parco di oltre 6000 metri quadrati con una vegetazione ricca di piante esotiche: palme da dattero, cycas e ferocactus. All’interno della villa esiste un museo dedicato ad Alfred Nobel, alle scoperte scientifiche dell’Ottocento ed ai vincitori dei premi Nobel nel tempo.
Successivamente ci siamo dirette alla Pigna, cioè il centro storico di Sanremo, facendo tappa alla Concattedrale di San Siro. La Pigna è la cittadella fortificata fondata intorno al Mille, è stata continuamente ampliata e rinforzata fino al Cinquecento per difenderla dalle aggressioni dei pirati. La Pigna comincia dalla trecentesca Porta di Santo Stefano, un arco di pietra in stile gotico che funge da separé fra la città moderna e quella antica.
La Concattedrale di San Siro è l’edificio religioso più antico di Sanremo, situata nel centro storico, nell’omonima piazza, è stata eretta nel XII secolo. In stile tardoromanico, venne modificata più volte nel corso dei secoli, risale agli inizi del XII secolo, ed è stata probabilmente realizzata dai Maestri Comacini. La chiesa, in pietra chiara di calcare, è stata costruita sui resti di una pieve paleocristiana e di una chiesa protoromanica: di originale sono rimasti il rosone centrale e parte delle bifore laterali.
Quindi, attraverso Via Corradi, siamo arrivati al famosissimo Casinò di Sanremo. Il Casinò di Sanremo divenne la prima casa da gioco d’Italia nel 1905, quando la Città dei Fiori rilevò la licenza da Villa La Sultana di Ospedaletti. Fu progettato in stile liberty dall’architetto francese Eugène Ferret per offrire un luogo al chiuso, dove trascorrere le giornate uggiose fra intrattenimenti vari ai ricchi ospiti specialmente stranieri. La Belle Époque rappresentò un periodo di splendore per Sanremo, che veniva scelta come stazione turistica e climatica dai nobili nordeuropei. In tutto ciò si tollerava il gioco d’azzardo. Successivamente, il Governo fascista, che aveva proibito il gioco d’azzardo, autorizzò il Comune matuziano a praticarlo legalmente nel Casinò Municipale, per reggere il confronto con la Costa Azzurra nell’interesse dell’economia italiana. Di conseguenza la casa da gioco diventò un punto di riferimento anche per la cultura e lo spettacolo, avvalendosi di consulenti del calibro di Pietro Mascagni, Luigi Pirandello, Marta Abba e Francesco Pastonchi, che creò i Lunedì (oggi Martedì) Letterari. Nel secondo dopoguerra Sanremo ebbe bisogno di un rilancio e si affidò al Casinò: nella stagione 1946/47 l’attore sanremese Carlo Dapporto allestì la prima della rivista “Riviera Follies” nel Salone delle Feste, la stessa location da cui il 29 gennaio 1951 prese il via alla radio il Festival della Canzone Italiana.
Successivamente siamo scesi al porto vecchio attraverso la pista ciclabile per sbarcare nel cuore della movida sanremese: Piazza Bresca.
La Pista Ciclabile del Parco Costiero “Riviera dei Fiori” (inizialmente detto anche “Parco Costiero del Ponente Ligure”) è una delle più lunghe d’Europa, lunga complessivamente 24 Km, con un percorso fruibile da pedoni e ciclisti in entrambe le direzioni di marcia che nasce sul l’ex tracciato costiero a binario unico della vecchia linea ferroviaria Genova-Ventimiglia. Trascorrere una vacanza in bici sulla pista ciclabile è agevolato dalla possibilità di accedervi in più punti, generalmente ogni 400 metri circa, con la possibilità di usufruire di posteggi nelle località attraversate. Si trovano inoltre direttamente sulla pista i gazebo dei noleggi che consentono di affittare una bici a ore, mezza o intera giornata a tariffe decisamente abbordabili.
Il tour prevedeva una tappa alla Tavernetta di Via Palazzo per assaggiare la famosa Sardenaira, prodotto De.Co, e l’aperitivo al Kio Fish di Piazza Bresca a base di pesce fresco marinato e Gambero Rosso di Sanremo appena pescato. A causa del suo aspetto, spesso si scambia la sardenaira per una pizza ma ci sono notevoli differenze tra la sardenaira e la sua cugina partenopea. Questa pietanza è composta da una base di focaccia su cui viene stesa un abbondante strato di salsa di pomodoro rigorosamente crudo, cipolle rosse, olive taggiasche, capperi, aglio, origano e filetti di sardine.

LA FINALE

Veniamo ai momenti clou della gara. Ecco il video delle tre finaliste impegnate nella preparazione delle loro ricette:

Nella sala davanti al patio del Villaggio dei Fiori è stata allestita la cucina; di fronte, la postazione della giuria. Ilaria, Daniela e Tamara avevano già preparato in anticipo alcuni passaggi delle loro ricette per non allungare troppo la durata della gara. Soprattutto Tamara, la cui ricetta prevedeva un riposo in frigo di un’ora prima della consumazione.
Era stato concordato un tempo di gara di 45 minuti e che il successivo assaggio venisse effettuato in ordine alfabetico. Durante la prova le concorrenti sono state interrogate dai giudici in merito ai passaggi, agli ingredienti utilizzati e ai loro blog, appagando le curiosità della giuria.
A prova terminata è arrivato il momento dell’assaggio. Alle concorrenti sono state richieste quattro porzioni: una per le foto e tre per la giuria. Ognuno ha espresso le proprie preferenze anonimamente ma, una volta terminato il conteggio, è stato chiaro quanto fossero equilibrate le ricette, per il piccolo scarto di punti l’una dall’altra.
Si è aggiudicata il primo premio Tamara Cinciripini con la sua Chantilly di panna cotta di cipolla egiziana e caramello all’arancia, secondo posto ex aequo per Daniela Boscariolo e Ilaria Bertinelli rispettivamente con gli Gnocchetti di bufala allo zafferano e cipolla egiziana, e con Cipolla egiziana ligure su giardino fiorito.

Ecco le interviste alle tre concorrenti:



Articolo di Raffaella Fenoglio, informazioni tratte da: http://www.comunedisanremo.it/
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Un sentito grazie da parte di AIFB  a Raffaella Fenoglio, nostra socia che ha tenuto i contatti con gli enti e seguito il contest, a ZEM Edizioni, Marco Damele, Claudio Porchia, Federico Lanteri, Anna Maria Pellegrino, Stefano Pezzini e Roberto Pisani membri della giuria, Villaggio dei Fiori e un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile l’ottima riuscita di questa iniziativa!

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