La Grecìa salentina tra arte, storia, cibo e tradizioni

Grecìa salentina Corigliano

Nel cuore del Salento esiste un angolo di Grecia ricco di tradizioni popolari e tesori d’arte.

La Grecìa salentina è un’isola linguistica ellenofona del Salento situata nella Puglia meridionale, in provincia di Lecce, consistente in nove comuni (Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollino) in cui si parla un dialetto neo-greco, noto come griko.

Esso corrisponde al greco moderno con contaminazioni di greco antico e di dialetto salentino.

Infatti, all’ingresso dei comuni è sempre esposto il cartello “Kalòs Irtate” che in griko significa “Benvenuto”.

Dal 2007 ai nove comuni originari si sono aggiunti altri tre non ellenofoni (Carpignano Salentino, Cutrofiano e Sogliano Cavour) formando l’Unione dei comuni della Grecìa salentina con lo scopo di promuovere lo sviluppo e valorizzare i beni culturali, artistici e ambientali del territorio.

Sull’aspetto linguistico, l’Unione non ha ancora realizzato il bilinguismo, ma, grazie alle associazioni culturali del luogo, il griko continua a sopravvivere.

La storia del Salento è strettamente legata a quella della lontana Grecia.

Le rotte del Mare Ionio e dell’Adriatico dovevano essere ben conosciute ai tempi della civiltà cretese: continui furono, infatti, i rapporti commerciali tra le genti cretesi e le popolazioni salentine.

Nell’VIII secolo giunsero dai Balcani delle popolazioni illiriche che assunsero in questa zona la denominazione di Messapi, con il significato di «popolo tra i due mari».

La posizione della penisola salentina rendeva questa regione ricca di insediamenti stabili e di continui movimenti sia terrestri, lungo la diagonale che dal nord dell’Italia va verso l’oriente mediterraneo, sia marittimi, dalle sponde dell’Adriatico, della Grecia, nonché dalla Sicilia e dalla Calabria fino allo Ionio e al Golfo di Taranto.

In seguito la superiore civiltà greca influenzò quella messapica.

Fin dalla prima metà dell’Ottocento linguisti e storici si confrontarono sull’origine delle comunità ellenofone d’Italia.

Dalla seconda metà del XIX secolo si arrivò alla conclusione che il griko ha affinità col greco moderno di epoca bizantina.

Nel 1999, lo Stato italiano ha riconosciuto il griko come minoranza linguistica greca, insieme all’isola linguistica della Bovesia, nella città metropolitana di Reggio Calabria.

La Grecìa salentina dai monumenti preistorici al barocco leccese

Tra i vari percorsi di trekking nella Grecìa salentina è immancabile quello relativo ai monumenti megalitici: dolmen, menhir e specchie. Molte di queste testimonianze preistoriche sono state distrutte, molte altre, se non conservate, rischiano la stessa fine.

Sia i dolmen che i menhir avrebbero avuto una funzione religiosa, mentre le specchie quella difensiva.

A Martano troviamo la Specchia dei Mori e il Menhir Teofilo, il più alto della regione (5 metri).

Altri preziosi monumenti megalitici si possono visitare a Melpignano, Corigliano d’Otranto, Carpignano, Zollino e Soleto.

Uno dei borghi più belli della Grecìa salentina è Corigliano d’Otranto in cui si può ammirare il maestoso Castello De Monti risalente al 1465 e arricchito nel Seicento di un prospetto barocco.

L’architettura barocca, con le sue chiese e magnifici palazzi, è ben presente nel comune di Martano.

Degna di nota è il Monastero Cistercense di Santa Maria della Consolazione con la ricca biblioteca, la pinacoteca e la liquoreria.

Un altro gioiello architettonico si può ammirare nel vicino borgo di Soleto: la Guglia di Raimondello. Secondo una leggenda fu costruita in una sola notte per opera di demoni e grifoni al servizio dell’alchimista Matteo Tafuri. Ultimata la costruzione alcuni esseri demoniaci non riuscirono a ritornare nel loro mondo e alle prime luci dell’alba rimasero pietrificati sulla sommità della torre, dove si possono ammirare ancora oggi.

Soleto è anche ricco di testimonianze messapiche riportate alla luce dagli scavi archeologici: le mura dell’VIII -VII secolo a.C., diverse sepolture e manufatti, tra cui la Mappa di Soleto, un reperto di inestimabile valore essendo il più antico documento di analisi geografica conosciuto in Occidente. La Mappa di Soleto è un frammento di vaso a vernice nera (ostrakon) del V secolo a.C. sul quale è incisa la linea costiera della penisola salentina insieme a dodici località scritte in greco. Il prezioso reperto è oggi conservato nel Museo Archeologico di Taranto.

La civiltà contadina nella Grecìa salentina

Percorrendo le campagne della Grecìa salentina, possiamo notare il particolare colore rosso dei campi, i muretti a secco che delimitano le proprietà vicino ai quali crescono i fichi d’India con i loro colorati frutti spinosi, i secolari alberi di ulivo che, come antichi eroi greci, tentano di debellare la xylella fastidiosa, il profumo dei fichi e dei mandorli: un paesaggio rurale che ci travolge in ogni stagione con le sue bellezze naturali.

In questi luoghi i protagonisti del passato e del presente sono i contadini, instancabili lavoratori, amanti e rispettosi della loro terra.

Un terra che donava loro tutto il necessario per il loro sostentamento: olio, legumi, frutta, ortaggi, saporite erbe spontanee, cereali.

Nella pausa dal duro lavoro nei campi, il contadino consumava spesso la frisa, un particolare pane secco leggermente bagnato e condito con pomodori, sale, origano e olio.

Oggi è diventato un piatto gourmet ed esportato anche all’estero.

Nel cuore di Calimera all’interno di un’antica casa a corte è situata la Casa-museo della Civiltà contadina e delle Cultura Grika in cui è possibile immergersi nell’antico mondo griko. Il museo offre il servizio di visita guidata cui si aggiungono laboratori didattici e itinerari alla scoperta del territorio.

museo Calimera

museo Calimera

 

museo calimera

museo Calimera

Calimera è la città più famosa della Grecìa salentina, nonché sede istituzionale dell’omonimo Consorzio.

Alcuni studiosi sostengono che il nome derivi dal greco Καλημέρα (Kalimera), che significa “buongiorno”, secondo altri “bella contrada”.

Legati al mondo contadino sono i frantoi ipogei, “miniere d’oro verde” che si nascondono nel sottosuolo salentino.

A Sternatia nei pressi della Porta Filìa (dal greco “amore”, “pace”, “amicizia”) si trova l’ultimo dei tredici frantoi ipogei del paese, il Frantoio Granafei.

Un tempo si preferiva lavorare le olive sotto terra per le migliori condizioni di conservazione in quanto per tutto l’anno era presente una temperatura costante di 15 °C. Inoltre all’occorrenza il frantoio diventava un  rifugio sicuro per la popolazione cittadina in caso di pericolo.

Appartenuto alla nobile famiglia Granafei, l’omonimo frantoio risulta caratterizzato da diversi spazi funzionali tra cui due ambienti per la spremitura, due tavoli da pranzo e due inghiottitoi di scarico.

Utilizzato fino al XIX secolo, vi lavoravano circa quaranta uomini impegnati nella spremitura della pasta di olive che veniva raccolta in grandi vasche per essere poi prelevata con una larga pala a opera del “nachiro”, il responsabile del frantoio.

L’olio così ottenuto, solo una minima parte veniva impiegato per uso alimentare; infatti, era olio lampante e quindi utilizzato come combustibile in grado di generare illuminazione.

Prima dell’avvento dell’elettricità l’olio lampante salentino era molto richiesto all’estero, soprattutto dal Regno Unito per illuminare la capitale londinese.

La sua ricercatezza era dovuta alla lucentezza e alla purezza, in grado di illuminare nitidamente e senza cattivi odori grazie a differenza degli altri olii europei.

Frantoio ipogeo starnatia

Frantoio ipogeo starnatia

Cibo e tradizione della Grecìa salentina

Per immergersi nell’anima del popolo griko bisogna raggiungere una delle tante feste popolari che, in onore quasi sempre dei santi protettori, animano le giornate, ma soprattutto le serate della Grecìa salentina.

Un evento culturale da non perdere è la Festa dei Lampioni a Calimera in coincidenza con il solstizio d’estate e con la ricorrenza di San Luigi Gonzaga.

La festa anima il centro storico della città illuminato da variopinti manufatti artistici.

I lampioni, infatti, sono delle vere e proprie scenografie colorate, modellate con canne di legno essiccate al sole, spago o filo di ferro, ricoperte di carta velina.

Il suo interno, originariamente costituito da un lumicino, ora è sostituito da moderne luci a led.

Inoltre, durante la festa si possono gustare i cuturusci, dei taralli morbidi, riconosciuti come Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), che un tempo si realizzavano con gli avanzi dell’impasto del pane.

A Carpignano Salentino si svolge ogni anno nel primo fine settimana di settembre la Festa de lu mieru quando, nelle piazze e nei vicoli del centro si possono gustare oltre al buon vino alcuni piatti tipici del Salento e assistere agli spettacoli della cultura popolare contadina come la “Taranta” e la “Pizzica”.

La Grecìa salentina è infatti la terra della Taranta.

In tempi remoti era diffuso il fenomeno del tarantismo, una particolare affezione psichica, erroneamente attribuita al morso di un ragno, la tarantola. La terapia popolare di questa malattia era affidata a un’orchestra, costituita per lo più di suonatori di tamburello, violino, organetto e armonica, la quale suonava vari motivi sino a trovarne uno che inducesse il tarantolato a ballare finché crollava a terra esausto, ma guarito.

Oggi durante le calde serate estive nelle sagre e nelle feste del paese si potrà sempre assistere a diversi concerti e balli di pizzica.

Famoso è il Festival Itinerante della Notte della Taranta che ogni anno fa tappa in diversi comuni salentini e si conclude con il “concertone” finale nella splendida cornice del Convento degli Agostiniani del comune di Melpignano.

Particolare tappa del Festival Itinerante della Notte della Taranta è il Parco Pozzelle di Castrignano de’ Greci.

Al suo interno si trovano circa un centinaio di “pozzelle”, chiamate in griko Ta fréata, cioè serbatoi profondi dai quattro a i sei metri utilizzati per la raccolta dell’acqua piovana.

A Zollino la Fiera di San Giovanni a giugno è un’occasione per valorizzare l’enogastronomia del territorio. Particolari sono da segnalare il pisello nano e la fava di Zollino, che hanno ottenuto il riconoscimento ministeriale di Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

Zollino luminarie

Zollino luminarie

Ogni agosto si tiene la Sagra della scèblasti, un pane di forma rotonda in cui si utilizza lo stesso impasto delle pittule (pasta lievitata) a cui si aggiungono zucca gialla (o zucchine), olive, pomodoro, cipolla, capperi, olio, origano, sale e peperoncino.

sceblasti

Sceblasti

Per assaporare un’altra specialità della cucina grika bisogna partecipare alla Sagra dell’Insalata grika di Martignano che si tiene ogni anno nella prima settimana di agosto.

Tra gli ingredienti di questa sfiziosa insalata troviamo tutti i prodotti della terra salentina: pomodori, caroselli, peperoni cornetti, cipolla, origano, formaggio primo sale e il buonissimo olio extra vergine di oliva.

Nel caratteristico centro storico di Sogliano Cavour si festeggia invece San Lorenzo (9-10 agosto): scenografiche luminarie fanno da sfondo alle ricche bancarelle di dolciumi e prodotti tipici del Salento.

In ogni festa patronale o nei mercatini estivi sono presenti anche i tipici prodotti artigianali del territorio: le terrecotte.

Infatti, la Grecìa salentina è famosa anche per l’arte della ceramica, soprattutto a Cutrofiano. Il nome della città deriva da “cutrubbi” (dal greco kutra), ossia i classici recipienti di argilla che si realizzano in questa zona da tempi antichi.

Da non perdere quindi una passeggiata tra le botteghe del paese e una visita al Museo Comunale della Ceramica, istituito nel 1985 per conservare le terrecotte tradizionali prodotte dagli artigiani.

ceramiche Cutrofiano

Ceramiche di Cutrofiano

Un poeta polacco ha scritto che «un viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati».

Di un viaggio nella Grecìa salentina rimarranno indelebili ricordi: i profumi della terra salentina, la gentilezza dei suoi abitanti, la laboriosità degli artigiani e dei contadini, gli scorci più romantici dei lattei vicoli dei centri storici, il caldo vento di una notte d’estate gustando una delle tante prelibatezze della cucina locale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Associazione Italiana Food Blogger

Studiare, degustare, cucinare, scrivere, fotografare, condividere idee e conoscenze per raccontare ciò che altri non raccontano!

Associati