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Il ricettario ufficiale di Netflix
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Pubblicazione: 14/04/2023
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“Chocolat” è senza dubbio il titolo che a tutti viene in mente quando si parla di letteratura e cioccolato.
È il primo, e il più celebre, volume di una trilogia scritta dall’autrice inglese Joanne Harris che ha come protagonista Vianne Rocher, giovane donna che “fugge dal Vento del Nord”.
Seguono “Le scarpe rosse” e “Il giardino delle pesche e delle rose” che narrano l’evoluzione della vita di Vianne e delle sue figlie.
Tre romanzi che parlano di ribellione e indipendenza e che racchiudono gli aspetti più caratteristici e misteriosi del femminino: il “sesto senso”, l’empatia, la capacità di bastare a se stesse; ma anche lo spirito di sacrificio materno e la malinconia che, talvolta, ci avvolge come una coperta.
Ambientata tra la fine del secolo scorso e i primi anni duemila la trilogia, seppur incentrata sulla vita della protagonista, ha come sfondo i cambiamenti socio-culturali avvenuti in Francia negli ultimi anni: tra le sue pagine si parla di immigrazione, di integrazione ma anche di bullismo e problemi intergenerazionali.
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“Siamo arrivate con il vento del carnevale, (…) carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci” così si apre “Chocolat”: scritto nel 1998 e pubblicato in Italia nel 1999 da Garzanti, riscuote fin da subito il consenso del pubblico e della critica tanto che nel 2001 ne viene tratto l’omonimo film con protagonisti Juliette Binoche e Johnny Depp.
Vianne Rocher e sua figlia Anouk giungono a Lansquenet, un piccolo villaggio nella Francia centrale, nel giorno del martedì grasso di un anno non meglio precisato.
Diverse, straniere, eccentriche nei loro abiti colorati e nell’atteggiamento aperto e solare di chi è cittadino del mondo. Scappano dal Vento del Nord Vianne e Anouk: in una piccola valigia un mazzo di tarocchi, qualche vecchio attrezzo da cucina e piccoli ricordi d’infanzia.
Lansquenet è un luogo caratteristico, di quelli che si trovano dipinti su vecchie cartoline: poche case, la scuola, il bar del paese e la Chiesa.
Vianne rileva una vecchia pasticceria a cui dà il nome di “Celeste praline” e che diviene in breve tempo il luogo di attrazione del paese. Gli abitanti di Lansquenet pian piano si allontanano dai dogmi e si avvicinano a Vianne che con cioccolato, zucchero e spezie crea vere e proprie alchimie.
I dolci di Vianne sono un balsamo per le anime ferite e una dolce musica che risveglia quelle sopite: tra il curato e la donna è “scontro”. Uno scontro che si acuisce quando, sulle rive del fiume che bagna il villaggio, attraccano le barche dei “nomadi del fiume” in cerca di cibo e lavoro. Un conflitto tra bigottismo e modernità, tra razzismo e apertura al resto del mondo.
Con una narrazione sinestesica, elegante e raffinata Joanne Harris ha creato un racconto unico nel suo genere: l’intrecciarsi di profumi, aromi e sapori uniti all’assenza di un riferimento temporale rendono Chocolat un romanzo che trascende il tempo e lo spazio.
Le ricette citate nel romanzo sono state raccolte ne “Il piccolo libro di Chocolat” di cui Gabriella Comini ha scritto una golosa recensione.
Mercoledì 31 ottobre, “dìa de los Muertos”. Dopo 4 anni Vianne giunge a Parigi con Anouk e la piccola Rosette, figlia dello scandalo che le ha inseguite villaggio dopo villaggio. Il loro peregrinare pare terminato: hanno cambiato nome, messo da parte gli abiti gipsy e la magia.
Ma il cioccolato è sempre al centro della vita di Vianne che rileva un piccolo locale a Montmartre e lo trasforma in cioccolateria con l’aiuto di Zozie de L’Alba, la donna dalle scarpe rosse. Anche qui, i dolci di Vianne, cambieranno la vita dei suoi clienti facendo scoccare scintille d’amore e dando vita a piccole rivoluzioni interiori.
Sullo sfondo del caratteristico quartiere parigino va in scena l’adolescenza di Anouk, tra bullismo e affermazione di se stessa; la ricerca della stabilità da parte di Vianne che si lascia trascinare in una relazione “tossica”; l’infanzia eccentrica di Rosette.
Tra i vapori del cioccolato si muove silente Zozie, discendente dei Maya, che con la sua magia vuole togliere a Vianne quanto ha di più caro.
Risvegliata dal suo torpore la donna torna a lottare ritrovando nel cioccolato e nella magia il suo vero essere.
Ne “ Le scarpe rosse” la collocazione temporale è ben definita; ci troviamo nei primi anni 2000 tra cellulari e personal computer.
Lo stile narrativo è differente rispetto a quello usato in “Chocolat”: più diretto e conciso, in linea con l’ambientazione. Anche il cioccolato perde, in parte, la sua aura di magia e da elemento alchemico si trasforma in semplice ingrediente dai tratti “contemporanei”. I cioccolatini e le praline di Vianne sono i migliori amici di chi vuole nascondersi dal mondo mangiando senza sosta e acerrimi nemici di chi non mangia per divenire evanescente.
Tra una torta e una cioccolata in tazza il Vento del Nord torna a soffiare…
“E’ arrivata con il vento del Ramadan” una lettera per Vianne. Una lettera scritta otto anni prima da una persona ormai morta, che riporterà la protagonista a Lansquenet, dove tutto è iniziato e dove c’è bisogno di lei.
Nel piccolo paese la comunità musulmana ha preso il posto dei nomadi del fiume, ormai integrati; gli abitanti, con il passare degli anni si sono abituati agli “ stranieri”, all’orizzonte si staglia un minareto, la cucina locale ha subito contaminazioni e i cittadini di Lansquenet “credono che si possa far parte di una cultura perchè amano mangiare couscous”. Ma i fatti dimostrano che non è così.
Basta l’arrivo di Inés, la donna con il burqua, silenziosa e solitaria, per far nascere e germogliare il sospetto.
Inés non parla francese, gira a volto coperto e porta una ventata di integralismo laddove l’integrazione si stava consolidando.
Vianne deve mettere da parte l’antagonismo con il curato Reynaud per riportare la pace a Lansquenet.
“Il giardino delle pesche e delle rose” indaga con sensibilità temi come la differenza religiosa, la tolleranza, il cambiamento e il significato di “casa”.
Protagonista di questo libro non è il cioccolato, seppur sempre presente, ma il cibo come elemento di unione culturale e spirituale. Il cibo nella sua accezione più profonda, di nutrimento per l’anima.
“Chocolat, la trilogia” è un volume che vale la pena leggere, sottolineare e tenere nella propria libreria, a portata di mano, per riprenderlo quando si ha bisogno di un po’ di magia.
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