01/10/2024
Il ricettario ufficiale di Netflix
Il ricettario ufficiale di Netflix è un libro di cucina decisamente sopra ...
Pubblicazione: 12/02/2024
Lista degli argomenti
“Downton Abbey. Ricette per il tè del pomeriggio” racconta in modo raffinato ed esaustivo il momento della giornata più amato dalla popolazione inglese e dalla famiglia Crawley, protagonista della fortunata serie britannica.
La parola tè è stata a lungo utilizzata per definire svariate occasioni di incontro, dalla semplice tazza di tè gustata in casa con una fetta di torta, alla teiera che accompagna uno scones in una sala da tè della stazione, fino ad arrivare al sontuoso ricevimento organizzato all’ora del tè negli ambienti di una tenuta nobiliare.
La serie Downton Abbey riserva ampio spazio al momento del tè, ponendo una grandissima attenzione ai dettagli. È possibile rivivere queste atmosfere in modo perfetto, quasi come se gli spettatori prima e i lettori dei ricettari poi, fossero lì insieme ai protagonisti del piano superiore e di quello inferiore.
Ricordiamo la classica divisione tra piano di sopra e piano di sotto che è una caratteristica della serie tv.
Per la servitù il tè rappresenta un raro momento di calma, infatti dopo che al piano di sopra tutto è stato servito, al piano di sotto i domestici possono fare piccole faccende sorseggiando la loro tazza.
Il tè del pomeriggio, inoltre, è un momento riservato alle visite nel quale molto spesso si tessono accordi e si dispensano consigli.
Al contrario dei precedenti ricettari di Downton Abbey di cui abbiamo parlato tempo fa, questo grazioso libro non ha un autore.
La casa editrice è sempre Panini Books e la prefazione è stata fatta da Gareth Neame, il produttore esecutivo della serie tv.
Troviamo 140 pagine che contengono le ricette tradizionali divise tra piccola pasticceria, torte, sandwich e stuzzichini salati, conserve e creme spalmabili, tutte arricchite da bellissime immagini e scene tratte dalla serie.
Lista degli argomenti
Possiamo far risalire l’abitudine di bere tè, all’inizio solo per le classi agiate, a metà del XVII secolo.
La leggenda narra che l’infanta del Portogallo Caterina di Braganza giunse in Inghilterra nel 1662 per sposare Carlo II. Portò con sé una dote ricchissima tra cui spiccava un oggetto destinato a cambiare le abitudini quotidiane degli Inglesi, una cassa di tè.
Se le cose siano effettivamente andate in questo modo non lo sapremo mai, ma sta di fatto che è quello il periodo in cui aprirono le prime caffetterie in cui si serviva l’esotica bevanda. Ma questi luoghi erano riservati solo agli uomini.
Era un prodotto elitario, per clienti facoltosi che si potevano permettere l’acquisto di questa bevanda e anche il consumo “casalingo” era riservato alle classi sociali più agiate. Il costo della materia prima era elevato, ma lo era anche il costo delle preziose porcellane cinesi indispensabili per il suo consumo. Infatti si dovrà attendere oltre un secolo per avere le prime porcellane di fabbricazione inglese resistenti al calore elevato dell’acqua bollente.
In ambito domestico, invece, la preparazione del tè era riservata alle donne, in particolare era la padrona di casa ad avere il compito di gestire questo importante momento.
La madre di famiglia custodiva la chiave della scatola del tè come segno di comando e nei dipinti dell’epoca, la scatola del tè è sempre posta di fianco alla protagonista della festa, a indicare il ruolo della signora della casa. Tale situazione rimase immutata fino al diciannovesimo secolo in cui questo compito passò alla governante.
Nel diciottesimo secolo le signore più alla moda presero l’abitudine di ritrovarsi nelle rispettive case per bere il tè e conversare. Prima di allora le donne godevano di pochissima libertà sociale e molto spesso erano isolate. L’apparizione di una bevanda analcolica segnò la possibilità di riunirsi e socializzare.
Il primo negozio di tè a Londra apre nel 1706 di proprietà della famiglia Twining. Anche in questo caso l’ingresso era consentito solo agli uomini, ma le signore si recavano in carrozza davanti all’ingresso sul retro dove i domestici acquistavano discretamente il tè per loro conto. Il negozio era ubicato al 216 di Strand st., esattamente dove si trova ancor oggi.
La famiglia Twining giocò un ruolo importantissimo nel fare dell’Inghilterra la nazione del consumo di tè per antonomasia. Fecero pressione affinché il Primo Ministro riducesse le tasse sul tè, in questo modo si eliminarono i contrabbandi e le frodi ma, soprattutto, si consentì anche alle classi sociali meno agiate di acquistare il tè a prezzi ragionevoli.
In numerose scene di Downton Abbey i protagonisti sono intenti a servirsi un tè. Almeno una scena in ogni puntata è riservata a questo momento così importante della vita sociale inglese.
A quell’epoca, ci troviamo negli anni venti del secolo scorso, i libri sul galateo e la gestione di una tenuta erano molto in voga e spiegavano per filo e per segno come si doveva preparare il tè a regola d’arte.
Secondo quanto affermato da Emily Post in “Etiquette in Society, in Businnes, in Politics, and at Home” del 1921, i seguenti oggetti non dovevano mai mancare sul vassoio del tè:” un bollitore già a bollore, con una lampada a spirito sotto, una teiera vuota, una scatola di tè, un colino e un recipiente per i fondi, lattiera e zuccheriera, fettine di limone su un piatto di vetro. Una pila di tazze, piattini e piatti da frutta, tutti abbinati, con un tovagliolo… ripiegato su ogni piatto”.
Per il cibo doveva esserci un tavolino o un’alzatina a tre “piani”, ciascuno abbastanza ampio da contenere un “piatto di dimensioni adeguate”. Il piatto più alto, coperto, era riservato al “pane caldo di ogni tipo, il secondo ai sandwich, e il terzo al dolce. Oppure tutti i piatti potrebbero contenere il dolce, per esempio pasticcini e fette di torte a strati.” A Downton vediamo spesso vassoi di tortine, Victoria sponge cake o torte alla frutta.
Portate a bollore un bollitore pieno di acqua fredda. Se lo desiderate, versate un po’ di acqua calda nella teiera per scaldare le pareti, ma ricordatevi di buttarla.
Mettete un cucchiaino di foglioline di tè a persona più un cucchiaino per la teiera. Versate l’acqua bollente sulle foglie e lasciate in infusione per cinque minuti.
La tradizione vuole che a preparare il tè sia la padrona di casa che versa nella tazza il tè attraverso un colino per fermare le foglioline e porge la tazza all’ospite per poi procedere con la tazza successiva.
L’ospite provvederà ad aggiungere latte o una fettina di limone. Viene poi aggiunto lo zucchero e infine il tè può essere mescolato. Quando lo zucchero è sciolto il cucchiaino può essere appoggiato al piattino.
Per bere il tè la tazza viene portata alla bocca lasciando il piattino sul tavolo. La tazza va presa dal manico con il pollice e l’indice, il manico deve poggiare sul dito medio. Non si deve alzare il mignolo, è segno di maleducazione.
Infine, il tè va sorseggiato, non deglutito, e la tazza va posata sul piattino tra un sorso e l’altro.
La torta Battemberg, conosciuta in Inghilterra anche con il nome di domino cake e church window cake, è un dolce aromatizzato alla mandorla e decorato con uno scenografico motivo a scacchiera.
Fu chiamata così in omaggio al Principe Luigi di Battemberg, che nel 1884 sposò Vittoria, nipote della Regina Vittoria.
Ho deciso di preparare per voi questo dolce perché è un po’ il simbolo dell’ora del tè, oltre a essere molto scenografica e buonissima.
Ingredienti
200 g di zucchero semolato
170 g di burro non salato a temperatura ambiente
170 d di farina 00
60 ml di latte
40 g di farina di mandorle
3 uova a temperatura ambiente
1 cucchiaino di lievito in polvere
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
½ cucchiaino di estratto di mandorla
Alcune gocce di colorante alimentare rosso
Un pizzico di sale
Per completare la torta
100 g di confettura di albicocche
200 g di marzapane bianco
Un pochino di zucchero a velo
Preparazione
Mettete in una ciotola le farine, il lievito in polvere e il pizzico di sale. Mescolate velocemente per uniformare il composto.
In un’altra ciotola montate il burro con lo zucchero con le fruste elettriche fino a ottenere un composto soffice e di colore più chiaro. Aggiungete le uova, una alla volta, mescolando bene dopo l’aggiunta di ogni uovo e insieme all’ultimo incorporate anche l’estratto di vaniglia e di mandorla.
A velocità bassa aggiungete metà della miscela di farina e amalgamatela, quindi aggiungete il latte e il resto della farina mescolando bene.
Dividete il composto in due parti uguali, circa 400 g, e in una delle due metà versate alcune gocce di colorante rosso. Mescolate con cura.
Versate in due stampi imburrati e infarinati di 10 x 20 centimetri i due composti e livellate con cura.
Cuocete le torte in forno caldo a 170° per circa 30-35 minuti. Appena pronte sformatele e lasciatele raffreddare completamente su una griglia.
Per montare la torta procedete in questo modo.
Versate in una piccola casseruola la confettura di albicocche e scaldatela a fuoco dolce finché non diventa liquida. Filtratela attraverso un colino a maglie fini e tenete da parte.
Appoggiate le torte sul piano di lavoro e con un coltello seghettato togliete la cupoletta, ottenendo così due parallelepipedi. Pareggiate i quattro lati e misurate con un righello l’altezza che dovrebbe essere circa 3 cm. Tagliate nel senso della lunghezza in due strisce grandi quanto l’altezza. Dovrete avere quattro strisce uguali, due bianche e due rosa.
Spolverate il piano di lavoro con dello zucchero a velo e stendete, con l’aiuto di un mattarello il marzapane in un rettangolo di 20 x 29 cm. Rifilate bene i bordi in modo da ottenere un rettangolo di 18 x 26,5 cm.
Posizionate il marzapane in modo da avere il lato lungo davanti a voi. Stendete un leggero strato di confettura di albicocche al centro del marzapane in una striscia larga circa 13 cm. Sistemate una striscia di torta rosa sul lato sinistro sopra alla confettura, premendo leggermente. Stendete un leggero strato di confettura sul margine interno della striscia di torta e accostate una striscia non colorata, premendo delicatamente le due striscie l’una all’altra. Stendete un sottile strato di confettura sopra le due strisce e ripetete l’operazione con le due strisce rimanenti, avendo l’accortezza di alternarle per formare la scacchiera.
Rivestite la torta così assemblata con un sottile strato di confettura. Sollevate un lato del marzapane e fatelo aderire alla torta, premendo delicatamente. Ripetete l’operazione con l’altro lato del marzapane bagnando leggermente con un velo d’acqua il bordo di giunzione.
Girate la torta in modo che la giunzione si trovi sul fondo e avvolgetela nella pellicola trasparente. Riponetela in frigorifero per almeno un’ora prima di servirla tagliata a fettine.
La torta Battemberg si conserva fino a tre giorni in frigorifero coperta con la pellicola trasparente.
Per concludere non mi resta che consigliarvi il libro
DOWNTON ABBEY – Ricette per il tè del pomeriggio
Editore: Panini Books
ISBN: 978-88-912-78357
Prezzo 25 €
Pagine 142
01/10/2024
Il ricettario ufficiale di Netflix è un libro di cucina decisamente sopra ...
30/09/2024
Il riso lombardo è un cereale protagonista della cucina italiana ed è un prodotto di eccellenza della Lomellina. In questo articolo Gioia Barbieri ci racconterà le principali varietà di riso Lombardo e alcune ricette della tradizione che l'hanno reso famoso.
24/09/2024
La Nocciola Romana DOP, un'eccellenza del Lazio che l'Associazione Nazionale città della Nocciola si impegna a preservarne la coltivazione e a divulgarne le caratteristiche peculiari.