Quale periodo, se non quello che precede il Natale, è il migliore per parlare del libro Downton Abbey – Il ricettario ufficiale di Natale?
Quello di cui vi racconterò oggi è veramente un volume raffinato, come lo è la serie televisiva (che ha tenuto incollate per ben sei stagioni tantissime persone), riservato al Natale che riveste all’interno della serie un posto speciale.
Ogni stagione ha la sua puntata dedicata ed in ogni stagione ci sono sempre accadimenti speciali legati al giorno di Natale.
La particolarità di questo libro è quella di raccogliere piatti tradizionali natalizi tipici del periodo che va dal 1912 al 1930, gli anni in cui è ambientata la serie.
Il Natale, come del resto tutto, è mutevole e non si è sempre festeggiato nel modo odierno.
Il lavoro di ricerca dell’autrice, Regula Ysewijn, profondamente innamorata della cucina inglese, è semplicemente ammirevole. Tutte le ricette presenti sono state rivisitate attraverso le lenti di Downton Abbey.
Diamo i numeri però!
Il raffinato volume, edito da Panini Books, finemente rilegato contiene ben 80 ricette della tradizione gastronomica britannica che, affiancate da un’avvincente narrazione, compongono un affresco delle festività natalizie all’epoca di Downton. Un tesoro di informazioni storiche, dialoghi evocativi, immagini tratte dalla serie e splendide foto di ricette.
L’autrice, come ho anticipato prima, è Regula Ysewijn. Nata in Belgio è un’autorità nel campo della gastronomia inglese. Autrice di innumerevoli libri, è giudice della versione fiamminga di The Great British Bake Off. Regula ha imparato l’inglese all’età di otto anni leggendo Jane Austen. Ha così maturato la passione, destinata a durare per sempre, per la cultura e la storia sociale d’Inghilterra, con un particolare interesse per il cibo.

Il Natale in Inghilterra
Alcune persone potrebbero erroneamente pensare che il banchetto di Natale, che vediamo servito a Downton, vanti una storia secolare. In realtà, esso ebbe origine solo in epoca vittoriana. Tuttavia, numerose usanze associate al Natale sono più antiche e risalgono a un tempo in cui l’inverno era la stagione più cupa, triste, fredda e pericolosa dell’anno, che metteva a dura prova la sopravvivenza stessa.
Nell’antica Roma, i Saturnali in onore del dio dell’agricoltura Saturno si festeggiavano dal 17 fino al 23 dicembre. In questa occasione le persone ornavano le case con decorazioni vegetali, si concedevano sontuosi banchetti, si scambiavano doni e accendevano candele.
All’inizio del III secolo ai Saturnali fece seguito, il 25 dicembre, la festa del Sol Invictus, che segnava il graduale ritorno alle giornate più lunghe dopo il solstizio d’inverno.
Non a caso, sotto il regno dell’Imperatore Costantino, in cui il Cristianesimo divenne la religione ufficiale, il Natale fu celebrato proprio il 25 dicembre.
Anche le popolazioni nordiche e germaniche avevano una festa per celebrare il solstizio d’inverno chiamata Yule. Caratteristica di questa festa è lo Yule log, un tronco vero che veniva portato dalla foresta, intagliato con voti e incantesimi, acceso con un pezzo di quello dell’anno precedente, e poi lasciato bruciare per dodici giorni per assicurare fortuna e prosperità per l’anno a venire. Da questa usanza è nato il tronco di Natale che conosciamo oggi, buono e dolcissimo.
Il Natale in Inghilterra era decisamente un periodo di feste e frivolezze, visto come una festa dedicata alla famiglia e allo stare insieme mangiando cose buone più che onorare la nascita di Gesù.
Attraverso i secoli parecchie sono state le censure per gli eccessivi festeggiamenti natalizi e si è arrivati con il Puritanesimo a vietarli. Per fortuna il divieto durò pochi anni e nel XVII secolo si è tornati a fare festa.
Nel XIX secolo gli Inglesi, sempre desiderosi di far rivivere nel presente le perdute tradizioni natalizie, cominciarono a guardare al passato. Tale sentimento di nostalgia è alla base di numerose usanze, tipiche dell’epoca di Downton e praticate ancora oggi. Per esempio, tornarono in vita i canti natalizi, proibiti dal governo Cromwell; comparvero dei nuovi libri di canti finemente illustrati in cui si possono osservare illustrazioni familiari ancora oggi, come il plum pudding decorato con un rametto di agrifoglio e il roast beef al centro della tavola delle feste, mince pie e arrosti.
In epoca vittoriana prese a circolare una vera e propria letteratura natalizia. È dell’epoca il famoso libro Il canto di Natale di Charles Dickens che raccoglieva tutti gli elementi per un perfetto Natale in stile inglese; fantasmi, un perfido avaro, tempi di ristrettezze economiche, carità, un banchetto con il tacchino enorme, un albero addobbati e il lieto fine.
Sono di quest’epoca le bellissime cartoline illustrate che conosciamo anche oggi, e in epoca edoardiana i grandi magazzini come Selfridges e Harrods diffusero il costume di comprare i regali di Natale. A tale scopo inaugurarono la tradizione di allestire raffinate vetrine illuminate per attirare l’attenzione dei passanti. Sulle pagine dei quotidiani si pubblicizzavano regali, ingredienti indispensabili e linee guida per organizzare il pranzo delle feste perfetto.
Oggi il Natale è soprattutto famiglia e amicizia. Gli Inglesi, in questo periodo, si incontrano più spesso per passare del tempo insieme. Le strade e le vetrine sono decorate allegramente e tutti aspettano le feste con trepidazione.
Il momento più emozionante per i bambini inglesi non può non essere la notte della Vigilia: tornati dalla Messa di Mezzanotte i bambini appendono vicino all’albero o al caminetto le tradizionali calze per Father Christmas e per ringraziarlo dei copiosi regali gli preparano una tazza di latte e un dolcetto, il mince pie. Anche la povera renna Rudolph viene coccolata, così accanto alla tazza viene solitamente lasciata una carota di ringraziamento.
La mattina di Natale è sempre dedicata allo scartamento dei regali, lasciati sotto l’albero in un sacco nero. Per pranzo ci si siede tutti a tavola con i parenti: il piatto forte del pranzo di Natale è ovviamente il tacchino ripieno (roast turkey), solitamente accompagnato da una salsa ai mirtilli. Altri piatti tradizionali sono i fagottini della Cornovaglia, i timballini di salmone affumicato, uova fritte alla scozzese, spezzatino alla birra, cosciotto di agnello con salsa alla menta e molto altro. Il dolce tradizionale da gustare a fine pasto è il Christmas pudding o Christmas Cake.
Silvia Tavella, la nostra “regina del focolare” ha preparato il Christmas pudding con la ricetta inglese tratta dal libro Downton Abbey il ricettario ufficiale di Natale, degno della signora Patmore.

Altra tradizione tipica della tavola inglese è quella del Christmas Cracker: un tubo di carta a forma di caramella ripieno di una sorpresa o un piccolo gadget e una corona di carta velina da indossare. I commensali incrociano le braccia tenendo il proprio cracker con la destra e, tirando l’estremità di quello del vicino con la sinistra, vengono aperti con gran gioia e risate dei bambini.
Concluso il pranzo tutti davanti alla televisione che alle ore 15 c’era il Discorso della Regina! Il casalingo pomeriggio di Natale è tradizionalmente legato alla visione di un classico della filmografia di James Bond… dinanzi al quale, altrettanto tradizionalmente… ci si assopisce! Da qui nasce addirittura un detto inglese “Falling asleep in front of the Bond film”.
Non poteva mancare neanche il giorno di Natale la famigerata ora del tè inglese. Tutta la famiglia si riunisce nuovamente a tavola, intorno alle sei di pomeriggio, e viene servita una generosa tazza di bollente tè. I dolci che solitamente lo accompagnano sono sempre i mince pies ma non viene disdegnato anche un abbinamento salato a base di sausages.
Il 26 dicembre è una festa riconosciuta a livello nazionale nel Regno Unito. Quello che viene nominato Boxing Day, il nome lo evidenzia, era il giorno tradizionalmente dedicato alla consegna dei regali che i “padroni” o i datori di lavoro elargivano a servi e sottoposti. La tradizione oggi è sostanzialmente abbandonata e il Boxing Day è diventato un’ennesima occasione dedicata allo shopping natalizio di massa, sulla falsa riga del Black Friday.
I più tradizionalisti ricordano ancora di offrire un piccolo dono, confezionato in una scatola, al lattaio, al postino o ai colleghi di lavoro che hanno modo di incontrare durante i giorni di Festa.
Le tradizioni di Natale al tempo di Downton Abbey
L’albero di Natale
L’albero diventa simbolo del Natale solo in epoca vittoriana, quando Vittoria, Alberto e la loro famiglia furono ritratti intorno a un albero addobbato in un’incisione apparsa nelle Illustrated London News nel 1848.
In Germania, paese d’origine del Re consorte Alberto, l’albero di Natale era già diffuso da tempo e Alberto fu un grande fautore dell’adozione di questa usanza anche nella sua nuova patria. Proprio come oggi i personaggi famosi influenzano mode e gusti, così allora, gli Inglesi, pur di imitare ciò che facevano i reali, fecero propria la tradizione dell’albero di Natale.
Gli addobbi natalizi
Addobbare con rametti, edere, bosso, bacche colorate è sempre stata un’usanza del genere umano. Si perde infatti nella notte del tempo questa tradizione.
Per le decorazioni di Natale in stile Downton Abbey dobbiamo assolutamente usare l’agrifoglio, l’edera, il rosmarino, l’alloro, la quercia sempreverde, il tasso, il cipresso e il bosso. Inoltre ghirlande di carta fatte in casa di cui trovate anche le istruzioni all’interno del libro per realizzarle.
La tradizione inglese vuole che tutti gli addobbi vengano smontati il giorno prima dell’Epifania, ma in passato era usanza tenerle fino alla sera del primo Febbraio, il giorno prima della Candelora, che segnava la fine del periodo natalizio.
I regali di Natale
Anche l’usanza di scambiarsi doni è radicata nel tempo, un tempo semplici dolcetti e ninnoli fatti a mano, in età vittoriana diventano veri e propri regali preziosi e importanti, che finirono per trovare posto sotto l’albero.
C’è una differenza tra i regali dati dal padrone ai domestici e i regali invece scambiati tra le persone ricche.
Ai domestici veniva sempre regalato qualcosa di utile, legato con un semplice cordoncino, ricordiamo che la carta regalo non esisteva ancora, farà la sua comparsa in Kansas nel 1919.
A differenza dei regali della servitù, quelli dei nobili non dovevano essere regali utili, il loro scopo era solamente ludico.
I canti di Natale
Vediamo spesso nella serie televisiva, durante la puntata dedicata al Natale, i membri della famiglia e la servitù ritrovarsi davanti al bellissimo albero addobbato e intonare canti di Natale tutti assieme.
La tradizione risale a circa un secolo prima, quindi ai primi dell’Ottocento, ma i canti natalizi intesi come inni a tematica cristiana sono ben più antichi.
I primi canti attestati in Inghilterra li ritroviamo in un’opera di John Audelay del 1426. Audelay era un sacerdote e poeta che annotò ben venticinque “caroles of christemas”.
Come organizzare un Natale in stile Downton
Parte del fascino del Natale sta proprio nell’organizzare i preparativi. La scelta dei regali, le decorazioni e gli addobbi floreali, la scelta del menù e l’organizzazione degli svaghi.
Ai giorni nostri si inizia ad addobbare la casa con anticipo, di solito un paio di settimane prima del Natale, ma in età edoardiana e negli anni Venti, la decorazione avveniva invece il 24 dicembre, ma ovviamente gran parte del lavoro era realizzato in anticipo.
Per trasformare la vostra sala da pranzo in un Natale d’epoca partite dalle decorazioni floreali.
Disponete rami e fiori di stagione al centro del tavolo da pranzo, sui tavolini di servizio e anche nel caminetto, ovviamente spento. Realizzate una ghirlanda da appendere al camino.
Anche se a Downton Abbey l’elettricità era già arrivata, la tavola di Natale era sempre allietata dalla luce delle candele, che avvolgeva il cibo e gli ospiti in un caldo e suggestivo bagliore.
Infine il grande albero di Natale è posizionato nel salone, ma ai nostri tempi risulterebbe difficile trovare nelle nostre case un tale spazio, quindi andrà bene posizionarlo nella sala da pranzo o in una zona dove si serviranno i cocktail prima del pranzo.
Per realizzare gli addobbi in perfetto stile Downtow vi dovete procurare agrifoglio, edera, pino, alloro e rosmarino alcuni giorni prima di Natale. Aggiungete anche noci e nocciole, castagne e mele e l’immancabile arancio con i chiodi di garofano, per sprigionare un meraviglioso profumo di festa.
La stessa cosa vale per la ghirlanda da appoggiare sul davanzale del camino, abbondate di decorazioni naturali e sarà un successo.
Il pranzo che si rispetti deve aprirsi con un drink di Natale, nel libro trovate una sezione dedicata ai cocktail tipici del periodo.
Il menù delle feste in epoca edoardiana comprendeva ben otto portate, per la rivisitazione in tempi moderni ci si può limitare a tre o quattro portate, altrimenti servirebbe l’aiuto di Daisy per allestire il banchetto e un maggiordomo per servire. Perché nessun piatto era messo sulla tavola, ma tutto veniva servito in successione ben precisa.
Le portate potrebbero essere: una zuppa, un antipasto di pesce, l’acclamato arrosto o un piatto di carne più modesto, una selezione di due o tre piatti di verdure e a seguire una selezione di dessert, tra i quali non può mancare il Christmas Pudding. Infine due o tre savory, piattini tipo amuse-bouche serviti oggi ad inizio pasto. All’epoca di Downton questi stuzzichini erano tradizionali e sicuramente la famiglia Crawley si sarebbe servita da sola lasciando i domestici al piano di sotto liberi di festeggiare. L’usanza di arrangiarsi senza i domestici era una rarità per l’epoca, ma a Downton era una tradizione, lo vediamo in varie puntate.
Infine sulla tavola non potrà mancare una tovaglia immacolata e ben stirata abbinata ai tovaglioli inamidati alla perfezione. Vi serviranno quattro bicchieri e una serie di posate per ogni portata. L’immancabile il segnaposto con il nome vicino ai bicchieri posizionati in alto a destra del piatto.

Ricetta: la apple pie di Natale
La Christmas apple pie compare in Good Things in England di Florence White, pubblicato nel 1932. La ricetta risale al diciottesimo secolo e l’autrice spiega come questa torta fosse tipica delle tavole delle festività natalizie.
Ho scelto questo dolce particolare, avrei potuto proporvi altri piatti più iconici della cucina inglese, perché Florence White è stata la prima giornalista gastronomica freelance d’Inghilterra. Un traguardo notevole per una donna dei primi del Novecento.
La figura di Florence ricorda tanto Lady Edith e tutti gli ostacoli che ha dovuto superare quando decise di intraprendere la carriera di editorialista.
Ingredienti della apple pie di Natale
500 g di farina, più altra per la teglia e il piano di lavoro
200 g di zucchero a velo
un pizzico di sale
250 g di burro non salato freddo, tagliato a cubetti, più burro a temperatura ambiente per la teglia
2 uova leggermente sbattuto
650 g di mele da cuocere, pelate, detorsolate e tagliate a dadini di 2 cm
100 g di zucchero Demerara
la buccia grattugiata di un limone
1 tuorlo sbattuto con un cucchiaio di latte intero
50 g di burro non salato tagliato a cubetti
Preparazione
Mescola in una ciotola la farina, lo zucchero e il sale. Aggiungi il burro e impasta velocemente formando il tipico composto sabbioso della pasta frolla. Unisci l’uovo e il cucchiaio d’acqua quindi mescola velocemente fino a ottenere una palla grezza. Trasferisci l’impasto sul piano di lavoro infarinato e lavoralo brevemente. Taglia l’impasto a metà e appiattisci ogni metà in un disco spesso; avvolgi i due dischi nella pellicola trasparente e riponili in frigorifero per 30 minuti.
Preriscalda il forno a 180° C. Imburra una tortiera da 23 cm, spolverala con la farina ed elimina l’eccesso.
In una grande ciotola metti le mele, lo zucchero Demerara e la scorza grattugiata del limone. Mescola delicatamente in modo da ottenere un composto omogeneo.
Sul piano di lavoro leggermente infarinato, stendi metà dell’impasto in un disco di circa 30 cm di diametro e 12 mm di spessore. Avvolgi l’impasto attorno al mattarello, posizionati sopra la tortiera e srotola l’impasto, centrandolo e facendolo sporgere dai margini della tortiera. Premi delicatamente l’impasto sul fondo e sui lati. Pareggia i bordi, lasciando un margine di 2 cm. Spennella il bordo con la miscela di uova e latte.
Trasferisci il ripieno di mele nella tortiera e cospargete la superficie con i cubetti di burro. Stendi l’impasto rimanente in un disco e mettilo sopra al ripieno. Rimuovi l’eccesso lasciando un bordo di 2 cm, quindi premi il disco superiore con la base per sigillarli, pizzicando i margini con la forchetta o con le dita, per creare un motivo ondulato. Usando uno spelucchino, incidi una croce o ricava un forellino al centro della superficie superiore per dare modo al vapore di fuoriuscire durante la cottura della torta. Se lo desideri puoi usare la pasta frolla avanzata per fare delle decorazioni da utilizzare sulla parte superiore della torta. Spennella la superficie con la miscela di uova e latte.
Inforna la torta per 40-45 minuti, finché la frolla non sarà dorata e le mele non saranno tenere se le pungete con la punta di un coltello attraverso il camino.
Lascia raffreddare la torta per 10 minuti, quindi servila calda accompagnandola con una pallina di gelato.
Per concludere non mi resta che consigliarvi il libro Downton Abbey – Il ricettario ufficiale di Natale di Regula Ysewijn, edito da Panini (codice ISBN 978-88-912-78876), soprattutto se siete amanti delle tradizioni inglesi e della serie televisiva a cui si ispira.